mercoledì 31 gennaio 2024

Aeroporti del Belpaese: sostituire LVA acustico con l’indice ECAC? Da oltre 25 anni!

In Italia, chissà perché, negli aeroporti,  il rumore di origine aeronautica, sommatoria di una sequenza di singoli eventi acustici nel flusso del ciclo LTO-LandingTakeoff-decolli&atterraggi e sorvoli aggregati, è stato descritto e valutato dall’indicatore Livello di Valutazione Aeroportuale (LVA).

Con il DM 31/10/97 “Metodologia di misura del rumore aeroportuale” questo indice – così era stato deciso - identifica in dB(A) il livello del rumore dei movimenti aerei nelle tre settimane di maggior traffico dei 12 mesi annuali. Il livello sonoro di ogni sorvolo (SEL), viene correlato  ai tracciati radar agli eventi acustici registrati.

E’ un criterio funzionale? Ha corrispondenza con la percezione acustica dei cittadini sorvolati e/o impattati dalle emissioni sonore emanate?

A 25 anni dall’attivazione delle Commissioni Aeroportuali “rumore” e la mappatura in zonizzazione LVA nelle zone A, B e C, le risultanze sembrerebbero problematiche, se non contradditorie.

La frammentarietà e periodicità pluriennale di tali zonizzazioni rende la materia assai spinosa.

Peraltro le zone A, B e C, in 25 anni, in taluni scali, peraltro non sarebbero mai state adottate e/o coerenti con il livello di traffico esistente. Utilizzando database di input del tutto ignoti ai cittadini o, perlomeno, non trasparenti agli stessi sindaci dei Comuni aeroportuali.

Le ragioni sono diversificate, ma non saranno illustrate in questi brevi note.

In questa circostanza, appare preliminare invece, ricordare come anche in un Tribunale Regionale e al Consiglio di Stato la materia era stata dibattuta.

Il motivo affermato rimanda al “REGOLAMENTO (UE) N. 598/2014 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16 aprile 2014” che ha istituito norme e procedure per l’introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti dell’Unione, nell’ambito di un approccio equilibrato (abrogando la direttiva 2002/30/CE).

In tale “Regolamento” si legge:

“Gli Stati membri hanno introdotto restrizioni operative dirette a contenere il rumore in conformità di normative nazionali basate su metodi di determinazione del rumore riconosciuti a livello nazionale, che al momento potrebbero non essere pienamente conformi al metodo indicato nel documento 29 della Conferenza europea dell’aviazione civile (ECAC/CEAC), dal titolo «Report on Standard Method of Computing Noise Contours around Civil Airports» («doc. 29 dell’ECAC»), né utilizzare le informazioni riconosciute a livello internazionale sulle emissioni acustiche dei velivoli. 

Pur tuttavia, l’efficienza e l’efficacia di una restrizione operativa relativa al rumore dovrebbero essere valutate in base ai metodi illustrati nel doc. 29 dell’ECAC e all’approccio equilibrato. È pertanto opportuno che gli Stati membri adeguino le valutazioni delle restrizioni operative vigenti nella legislazione “nazionale in modo da renderle conformi al doc. 29 dell’ECAC.”

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