venerdì 30 giugno 2023

Aeroporti, la “Gestione dei rischi per la sicurezza” proposta da EASA

Le procedure Safety Risk Management di EASA sono illustrate nella seguente sintesi:

“Il lavoro dell'Agenzia è incentrato sulla garanzia dei massimi livelli di sicurezza dell'aviazione civile, attraverso la certificazione dei prodotti dell'aviazione, l'approvazione delle organizzazioni per fornire servizi di aviazione, lo sviluppo e l'attuazione di un quadro normativo europeo standardizzato. La nostra gestione dei rischi per la sicurezza all'interno del sistema aereo europeo è ulteriormente potenziata attraverso il nostro lavoro nelle indagini sugli incidenti e nell'analisi della sicurezza (gestione dei rischi per la sicurezza).

Questi campi di lavoro forniscono un approccio basato sui dati per monitorare attivamente la salute del sistema aereo in Europa e sono essenziali per contribuire al processo europeo di gestione dei rischi per la sicurezza (vedi immagine sotto) e al piano europeo per la sicurezza aerea (EPAS). L'identificazione e la valutazione dei problemi di sicurezza, lo sviluppo di azioni di mitigazione e la misurazione della loro efficacia servono a fornire un ciclo di feedback positivo con l'obiettivo di ridurre i rischi sistemici e operativi per la sicurezza presenti nel sistema aereo europeo.

L'Agenzia conduce inoltre studi e fornisce relazioni sulla sicurezza dell'aviazione europea e mondiale.

I dati sul sistema dell'aviazione, compresi gli eventi (incidenti e inconvenienti), vengono raccolti e classificati per formare la base dei portafogli dei rischi per la sicurezza, che vengono pubblicati su base annuale nell'Annual Safety Review. Oltre ad analizzare i problemi di sicurezza e pubblicare statistiche, i dati contribuiscono anche al monitoraggio delle prestazioni di sicurezza in Europa.

Per garantire che i nostri portafogli dei rischi per la sicurezza riflettano accuratamente i rischi per la sicurezza a livello paneuropeo, l'Agenzia lavora con una rappresentanza diversificata di partner collaborativi, sia in termini geografici che di domini dell'aviazione, attraverso due piattaforme principali, vale a dire la rete di analisti (NoA ) e gruppi di analisi collaborativa (CAG):

Il NoA comprende l'EASA, la Commissione europea, gli Stati membri dell'EASA e un osservatore. Inizialmente è stata costituita come rete volontaria per supportare l'analisi dei dati di sicurezza per il Piano europeo per la sicurezza aerea, che è il predecessore dell'EPAS, nel 2011.

L'attuazione del Regolamento UE 376/2014 ha formalizzato il ruolo del NoA e sottolineato l'importanza dell'analisi della sicurezza nel sostenere l'EPAS e il miglioramento della sicurezza aerea in Europa. Attualmente il NoA si riunisce due volte l'anno, una in primavera e una in autunno.

I CAG sono gruppi di esperti, responsabili dell'analisi della sicurezza dell'aviazione europea. Ogni CAG lavora su un dominio e la sua appartenenza deriva dalle principali parti interessate nel dominio. Queste parti interessate possono provenire dall'industria o dai partner normativi dell'EASA. Ogni CAG si riunisce fino a tre volte all'anno per esaminare le informazioni disponibili sulla sicurezza, organizzare analisi approfondite dei problemi di sicurezza e identificare i problemi emergenti. Monitorano le prestazioni di sicurezza del loro dominio e forniscono feedback sull'efficacia delle azioni intraprese.

Allo stato attuale, sono stati formati CAG di fase per i seguenti domini dell'aviazione:

Aeroporto e assistenza a terra

Gestione del traffico aereo

Palloncini

Aerei da trasporto aereo commerciale

Aviazione generale

Fattori umani

Il NoA ei CAG sono gruppi di analisi complementari con diverse aree di intervento. La NoA intraprende analisi e compiti di natura più sistemica, ad es. monitoraggio delle prestazioni, mentre i CAG approfondiscono questioni di sicurezza specifiche del dominio. Le analisi condotte dal NoA e dai CAG contribuiscono ai Safety Risk Portfolios e alle azioni di sicurezza che possono essere adottate negli EPAS”.

giovedì 29 giugno 2023

Linate: ACI Europe lo premia come "Miglior Aeroporto d'Europa"

Con il seguente comunicato stampa, SEA - Aeroporti di Milano ha segnalato l'evento:

ACI EUROPE BEST AIRPORT AWARDS: MILANO LINATE PREMIATO COME MIGLIOR AEROPORTO D’EUROPA 

Innovazione e sostenibilità le ragioni del riconoscimento Milano, 

28 giugno 2023 – Milano Linate è il miglior aeroporto europeo. “Airport Council International” (ACI), l’associazione che rappresenta 500 aeroporti di 55 paesi in Europa, ha assegnato allo scalo di Linate l’Aci Europe Best Airport Award 2023, nella categoria degli aeroporti tra i 5 e i 10 milioni di passeggeri. 

Il city airport di Milano è stato premiato per l’importante lavoro svolto negli ultimi anni sul tema della sostenibilità e della decarbonizzazione del settore aeroportuale. Modalità “green” per l’accessibilità allo scalo grazie alla metropolitana, scelta di carburanti alternativi (SAF e idrogeno) e Urban Air Mobility sono tra i principali obiettivi sui quali l’aeroporto milanese sta investendo per proseguire nel suo percorso di decarbonizzazione. 

Milano Linate ha conseguito infatti il livello 4+ dell'Airport Carbon Accreditation e si è impegnato al conseguimento del Net Zero Emission nel 2030, con venti anni di anticipo rispetto a quanto prefissato dal settore aeroportuale europeo. I giudici inoltre hanno valutato positivamente i progetti innovativi e tecnologici utilizzati per rendere l’esperienza del passeggero sempre più dinamica, veloce e sicura. 

Tra questi i nuovi controlli di sicurezza che dispongono delle nuove macchine EDS-CB e il FaceBoarding sono quelli che hanno apportato maggiori risultati in termini di qualità del servizio offerto. A Milano Linate l’aera security è stata implementata con tecnologie di ultima generazione che semplificano e rendono più veloce le operazioni di controllo. Sono state, infatti, installate delle nuove macchine EDS-CB (Explosives Detection Systems for Cabin Baggage) che impiegano una tecnologia TAC. 

La nuova tecnologia aumenta l’efficacia dei controlli di sicurezza grazie al riconoscimento automatico degli esplosivi. Inoltre, l’elevata efficacia del sistema consente di effettuare i controlli senza la necessità di separare dal bagaglio a mano gli apparati elettronici e i liquidi. L’innovazione del sistema security di Linate ha inizio dal check-in: con il sistema “FaceBoarding” il passeggero può associare all’impronta biometrica del proprio volto il suo documento e la sua carta di imbarco e fino al momento di salire a bordo non dovrà più mostrare alcun documento accelerando così il transito nei vari checkpoint.

La giuria degli Aci Europe Best Airport Awards 2023 è composta da autorevoli rappresentati della Commissione Europea, Aviation Advocacy, Flight Global, International Airport Review, International Transport Forum, SESAR 3Joint Undertaking e ECAC-European Civil Aviation Conference. I premi sono stati consegnati agli aeroporti vincitori durante il Gala Dinner dell’ACI EUROPE/World Annual General Assembly, Conference and Exhibition 2023 che si è tenuto ieri a Barcellona

mercoledì 28 giugno 2023

Malpensa e Masterplan2035, in attesa del Dpcm il confronto deflagra

Cosa accadrà nel breve periodo? Con quale dispositivo “amministrativo” il Governo potrà rilanciare il Masterplan 2035 recuperando 44 ettari della Brughiera, esterni all’attuale sedime? Il supporto che SEA, soggetto proponente del masterplan ed ENAC – che lo ha approvato – potranno riformulate tecnicamente l’esigenza di una Cargo City integrale: con parte interna ed esterna al sedime dello scalo.

In fondo, negli ultimi 25 anni, l’ampiezza del sedime è stata estesa di oltre 300 ettari, senza trovare sostanziale opposizione da parte dei Comitati dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e delle amministrazioni locali (CUV e altri). Il Parere positivo della Commissione di VIA potrebbe aver circoscritto e argomentato “considerazioni ambientali” senza adeguati supporti riguardanti i correlati ambiti di “safety e risk assessment”.

La Lega Ambiente di Gallarate, in un comunicato stampa del 27 Giugno (riportano alcuni media locali), ha fotografato, dal suo punto di vista, una istantanea degli eventi:

"Non sappiamo quanti cittadini si siano resi conto dell’inadeguatezza della classe dirigente della nostra Regione ad avere una visione di ampio respiro, rispettosa dei cittadini, dell’ambiente, del bene comune coinvolti nel Masterplan di Malpensa, nel quadrante nord-ovest di questo territorio ed oltre, nel Piemonte.

In questi giorni abbiamo letto il comunicato stampa del Parco Ticino piemontese, pubblicato sul sito dello stesso Parco, di cui condividiamo i contenuti.

Si sono già espressi in modo contrario alla sfacciata pretesa di SEA di cementificare 44 ettari di brughiera, il Parco Ticino lombardo e parecchi Comuni lombardi. Ora anche il Parco Ticino piemontese ha manifestato il proprio parere in una prospettiva territoriale più estesa e più giusta.

Leggendo le conclusioni della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica troviamo ben esposto il parere negativo alla cementificazione dei 44 ettari di brughiera, ma non solo.

Nelle 274 pagine che motivano il decreto ministeriale è stata smascherata l’incapacità della nostra Regione di capire e valutare la situazione oggettiva dell’intero territorio sottoposto ad impatti devastanti sulla salute delle persone e dell’ambiente da parte dell’aeroporto di Malpensa. Permane negli organi decisionali regionali e ora nazionali (v. dichiarazioni del ministro Giorgetti), una visione ottusa, particolare e parziale del problema. Riteniamo sia una visione impropria per un soggetto politico che dovrebbe invece rappresentare gli interessi delle popolazioni residenti e la tutela del territorio circostante l’aeroporto. Al contrario questa maggioranza è prona agli interessi del mercato al quale tutto è dovuto, convinta che le esigenze dei soggetti economici più forti significhi benessere per tutti, compresi i più deboli e indifesi. Nulla stanno imparando, e forse non lo vogliono nemmeno, dagli studi scientifici convalidati sull’impatto che una infrastruttura come Malpensa arreca al territorio, come pure risultano insensibili alla necessità di perseguire più faticosi e complessi percorsi di sviluppo aeroportuale senza consumo di nuovo suolo. Ne è espressione l’assurdo Protocollo firmato con i Sindaci del CUV, con le sue incongruenze legali che già da tempo sono state stigmatizzate dagli ambientalisti. Anche l’immagine dei nove Sindaci consenzienti è uscita a pezzi da questa vergognosa vicenda.

Come hanno potuto pensare i politici al governo regionale che una Commissione tecnica nazionale credesse davvero che l’impatto di Malpensa si dovesse limitare ai Comuni di sedime? Eppure è successo!

Opportunismo e incapacità politica sono stati ritenuti elementi affidabili nella stanza dei bottoni. Questa è la classe dirigente della Regione Lombardia, oramai abituata a banalizzare, sottovalutare le istanze ambientali, considerare il particolare del qui ed ora perché altrimenti la concorrenza del mercato… più importante del disegnare lo scenario generale futuro che rimarrà in gestione alle future generazioni

Ribadiamo che la Commissione tecnica VIA invece ha fornito un parere complesso, ricco di spunti attuali e attuabili, di aspetti legali, di dati, in un’ampia prospettiva per il futuro. La Giunta e la maggioranza in Regione si leggano prima le 274 pagine, solo dopo si esprimano pubblicamente con cognizione di causa e nell’interesse prioritario delle collettività che vivono e lavorano intorno e dentro Malpensa".

martedì 27 giugno 2023

Aeroporti e rumore aereo: per alcuni è intollerabile, altri lo ignorano! (1)

In una stessa palazzina sorvolata dalle flotte aeree nelle fasi di decollo e atterraggio, nelle immediate vicinanze di una pista, magari con 30 movimenti/ora, non tutti percepiscono tale impatto acustico come una sensazione di disagio, di intollerabile e insopportabile alterazione al vissuto quotidiano.

Certo, eventuali correlazioni psicologiche, quali la sensibilità uditiva particolarmente accentuata, ovvero l’iperacusia che genera sensazioni di fastidio e disagio anche con esposizione a rumori inferiori alle soglie previste sono evidenze fattuali. Con insorgenze uditive, con risvolti negativi sulla vita sociale

Certo, di riflesso, il fenomeno della misofonia, una forma di ridotta tolleranza al suono, possono, comunque, in alternativa, coinvolgere all’inverosimile i cittadini. Ma di converso, costituire e riflettere una i cittadini una sorta di minimizzazione delle stesse emissioni sonore.

In sintesi i cittadini possono manifestare sensazioni speculari: da una rilevanza e/o esplosione delle stesse emissioni a fenomeni irrisori se non una “negazione” della rilevanza delle emissioni sonore.

L’esposizione al rumore aereo, ad esempio, può rivelarsi anche molto fastidiosa, secondo la terminologia inglese “annoyment”, un parametro diversificato rispetto alla percezione dei decibel prodotti da un velivolo in sorvolo.

In determinati casi, le sensazioni di fastidio – annoyance, sono, comunque, spiacevoli e non riguardano soltanto i rumori molto intensi. Ma lo stesso sorvolo. Terapeuti e psicologi hanno da tempo analizzato tali problematiche.

Tali sensazioni di disagio, sono rapportate ed esposte a rumori che possono non correlarsi alle intensità massima dei decibel. La varietà dei casi è ampia e dovrebbe essere analizzata. Senza una diretta relazione con gli indici acustici LVA e Lden, Lnight e Lday. I meccanismi “uditivi” implicano un rapporto diretto con l’esposizione del rumore aereo, con la durata, il livello e le frequenze.

Se è stato, comunque, dimostrato come l’esposizione prolungata a rumori particolarmente forti possa ridurre le capacità uditive. Se esposti a rumori di intensità elevata, un aereo che passa troppo basso per una qualche errore procedurale, avaria motore e altro, è possibile perfino perdere l’udito in maniera istantanea.

Qualora si manifestino “suoni acuti”, ad esempio compresi tra 2.000 e 5.000 Hz, che potrebbero innescare  l’amigdala, con specifiche alterazioni e reazioni emotive. Quali potrebbero risultare i traumi acustici della popolazione residente nell’intorno delle piste di volo e/o sottostanti alle traiettorie?

La velocità di propagazione è di 340 m/sec - 1200 km/ora, l’udito degli umani è sensibile ad un ampio range di frequenze: da circa 20 a 20,000 Hz. Qualora la frequenza sia inferiore ai 20 Hz si parla di infrasuoni e un esempio è rappresentato dalle onde sismiche. Se la frequenza è superiore a 20000 Hz si parla invece di ultrasuoni. Su quali frequenze si propagano le emissioni sonore dei propulsori e le “vibrazioni” delle fusoliere/ali/wingtips alari? (1)

lunedì 26 giugno 2023

Aeroporto Parma, opacità sul nuovo masterplan: una interrogazione di Europa Verde

Con un comunicato stampa “Europa Verde” ha illustrato l’interrogazione proposta a riguardo.

La SO.GE.AP. S.p.A. aveva, inizialmente, proposto il “Master Plan al 2023” con un importo di opere di 20,8 milioni di euro, ma, a quanto pare, sarebbe stato rilanciato un PSA-Piano di Sviluppo aggiornato. Con una lunghezza pista, ridotta, a 2600 metri e, probabilmente con altre caratteristiche e configurazione complessiva entro lo spazio di sedime dello scalo. Quale sarà la scadenza temporale, del masterplan: al 2030, al 2035? Anche l’elenco delle opere potrebbe inquadrare investimenti superiori, e dovranno essere indicati i nuovi finanziatori.

Le domande e le incertezze sono varie, come gli approfondimenti dell’ampliamento dell’aeroporto, oggetto del seguente comunicato stampa.

“Interrogazione di Europa Verde su atti Enac per ampliamento aeroporto

Con sorpresa Europa Verde, così come tutti i cittadini, ha appreso dalla stampa che Enac ha inviato atti di esproprio di terreni per l’ampliamento dell’aeroporto. Il tutto in base a un nuovo masterplan, predisposto da Sogeap per evitare l’interferenza della pista con Viale delle Esposizioni, con l’intento di ottenere la conformità urbanistica, finora negata dal Comune.

La notizia non è stata commentata né spiegata pubblicamente dalla Giunta comunale: una mancanza di comunicazione che viene vissuta con una certa preoccupazione dalla cittadinanza.

E dunque il consigliere comunale Enrico Ottolini interroga nuovamente la Giunta per chiedere chiarimenti e intenzioni politiche a riguardo dell’aeroporto Giuseppe Verdi.

C’è innanzitutto una questione di credibilità dell’Amministrazione comunale. Perché in data 24 maggio, alla precedente interrogazione di Europa Verde, gli assessori Borghi e Vernizzi avevano risposto che “allo stato attuale non vi sia una soluzione definitiva del nuovo assetto [della pista] proposto dai soggetti deputati [ndr: ENAC e Sogeap] che, per quanto noto, stanno valutando le diverse fattibilità alternative rispetto al piano originario presentato” quando, invece, già il 20 aprile Sogeap aveva depositato il nuovo masterplan e ottenuto il nulla osta tecnico da Enac? L’ha fatto a “insaputa” degli assessori e del sindaco?

Nello specifico poi il consigliere Ottolini chiede che, finalmente, il sindaco Guerra e la Giunta informino la città sui contenuti del nuovo masterplan. È previsto l’allungamento della pista? E per quale lunghezza? Quella già annunciata dall’assessore regionale Corsini a 2.600 metri? Sono confermati hangar e piazzali per cargo e il relativo consumo di suolo?

Se queste risposte fossero affermative, quali intenzioni politiche avrebbero il sindaco e la giunta a riguardo? Accettare la destinazione dell’aeroporto al trasporto delle merci oppure tenere fede alla parola data e per quanto di competenza, non concedere atti autorizzativi di conformità urbanistica?

https://www.europaverdeparma.it/interrogazione-di-europa.../

 


venerdì 23 giugno 2023

Ryanair e Venezia-Tessera: taglio dei voli vs incremento tassa “addizionale comunale”

La risposta alla decisione del Comune di Venezia: “aumentare l’addizionale comunale del 38%, passando da 6,50 a 9 euro per passeggero a partire dal 30 maggio” è stata improvvisa, anche se era annunciata.

Ryanair è intenzionata a togliere l’aeromobile di base a Tessera e conseguente cancellazione di 6 rotte/destinazioni dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. Verso Alghero, Colonia, Bournemouth, Helsinki, Norimberga e Fuerteventura, a partire dalla stagione invernale 2023.

Ryanair ritiene di tagliare i voli per “l’inverno ’23 a causa della decisione del Comune di applicare un eccessivo e sconsiderato aumento delle tasse pari al 38% (2,50 euro) per ogni uomo, donna e bambino in partenza dallo scalo a partire dal 30 maggio 2023, che si aggiunge alla tassa di 6,50 euro attualmente in vigore”. 

Ryanair sostiene che tale provvedimento “soffoca la connettività e la crescita ed ha un impatto negativo sui veneziani e sull’industria turistica in ripresa. A seguito di questo eccessivo aumento della tassa, Ryanair è stata costretta a riallocare la capacità dall’aeroporto Marco Polo di Venezia verso città concorrenti in Spagna e Portogallo che non hanno una tassa così penalizzante ed offrono invece costi di accesso più bassi per stimolare la ripresa e la crescita del turismo”.

Ryanair sollecita il Comune di Venezia di “fermare con urgenza questo eccessivo aumento delle tasse per evitare ulteriori tagli di capacità che avranno un impatto negativo non solo sull’Aeroporto Marco Polo di Venezia ma anche sulla città di Venezia, dove la connettività è la linfa vitale dell’industria turistica locale”.

Per Jason McGuinness, Chief Commercial Officer di Ryanair,:

“Non esiste alcuna giustificazione per questo eccessivo aumento delle tasse che rende Venezia una delle città più costose e non competitive d’Europa. Il Comune di Venezia dovrebbe abbassare, non aumentare, i costi di accesso per contribuire a stimolare il traffico e la sua fragile industria turistica, che si sta ancora riprendendo dalla pandemia. Chiediamo al Comune di Venezia di eliminare immediatamente questo irragionevole aumento delle tasse per rendere Venezia nuovamente competitiva a vantaggio dell’industria turistica e, in ultima analisi, di tutti i residenti”. 

 

giovedì 22 giugno 2023

EASA Annual Safety Conference 2023: verso nuove tecnologie e regolamenti

Come rendere “safety” il sistema dell’aviazione commerciale, tra sistemi aeroportuali, dalle flotte degli aeromobili, alle tecniche e procedure di volo? EASA rileva come le tecnologie avanzate assicurano voli sicuri e sostenibili: da Siviglia a Sumatra.

La seguente nota EASA illustra il Convegno.

“L'aviazione è su un percorso di ripresa dinamica nel 2023 poiché i viaggi d'affari e di piacere si stanno rapidamente riprendendo rispetto ai precedenti anni di pandemia. Nonostante le sfide dovute alla guerra e agli alti prezzi del carburante, l'aviazione ha mostrato una resilienza estremamente elevata e la connettività aerea si sta avvicinando ai livelli pre-pandemia nella maggior parte dei mercati. La ripresa mostra che i cittadini europei apprezzano molto la possibilità di incontrare familiari e amici di persona e visitare destinazioni conosciute e nuove, poiché le agenzie di viaggio segnalano un'elevata domanda per la stagione estiva 2023.

La ripresa dell'aviazione arriva in un momento in cui si osserva una spinta senza precedenti all'innovazione nel settore e praticamente in tutte le altre parti dell'economia e della società in generale. Il 2023 ha visto l'innovazione tecnologica verso tecnologie a emissioni zero come i nuovi sistemi di propulsione basati su tecnologie a batteria elettrica, ibrida elettrica e idrogeno. Per promuovere la transizione verso gli obiettivi del Green Deal e il percorso verso Net Zero, l'UE ha introdotto innovazioni normative adottando un mandato per i combustibili sostenibili per l'aviazione e un sistema di etichettatura ambientale dell'UE per consentire ai passeggeri di effettuare scelte informate sulla base delle dichiarazioni di CO2 verificate dall'EASA.

Al di là dell'aviazione, l'innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale e delle tecnologie di apprendimento automatico viene diffusa rapidamente e sono in corso dibattiti fondamentali su come le nuove tecnologie possono essere utilizzate e governate a vantaggio e protezione dei cittadini e dell'ambiente naturale.

L'edizione 2023 della conferenza annuale sulla sicurezza dell'EASA esaminerà i punti caldi più importanti dell'innovazione e discuterà le principali sfide per la sicurezza. Come possiamo assicurarci che l'aviazione rimanga il modo più sicuro per viaggiare e allo stesso tempo accelerare il percorso dell'aviazione verso NetZero?.

In tal modo il programma della conferenza è strutturato per seguire un viaggio porta a porta a emissioni zero nell'anno 2040 da Siviglia a Sumatra in Indonesia, passando per Singapore, utilizzando aerei regionali e di lunga percorrenza, nonché un aerotaxi.

EASA e l'Agenzia statale per la sicurezza aerea spagnola (AESA) e si svolgerà presso (NH Hotel info). La conferenza è organizzata nel contesto della Presidenza spagnola del Consiglio dell'UE.

Unisciti a noi alla Conferenza annuale sulla sicurezza (ASC) 2023 dell'EASA che quest'anno ha come tema "Sfruttare le tecnologie dirompenti per viaggi aerei sicuri e sostenibili: da Siviglia a Sumatra". La conferenza si svolgerà a Siviglia, in Spagna, dal 27 al 28 settembre 2023.

Prenderemo in considerazione modi per garantire che l'aviazione rimanga il modo più sicuro di viaggiare in un momento di innovazione senza precedenti, unita alla necessità di un percorso accelerato verso viaggi e trasporti aerei a emissioni zero. Le tavole rotonde e i flash talk si concentreranno sugli argomenti più caldi dell'innovazione e prenderanno in considerazione le principali sfide per la sicurezza nei viaggi aerei, come garantire che le tecnologie e le operazioni dirompenti degli aeromobili siano sicure, il carburante dell'aviazione sia verde ed esplorare come i taxi aerei possono diventare una rinnovata e sostenibile modalità di trasporto.

Per guidare le discussioni, il programma della conferenza seguirà un viaggio porta a porta a emissioni zero nel 2040 da Siviglia a Sumatra in Indonesia passando per Singapore utilizzando aerei regionali e di lunga percorrenza, nonché un aerotaxi.

L'ASC 2023 è organizzato congiuntamente dall'EASA e dall'Agenzia statale per la sicurezza aerea spagnola (AESA). La conferenza è organizzata nel contesto della Presidenza spagnola del Consiglio dell'UE.”

 

mercoledì 21 giugno 2023

Malpensa e quel blackout sul Masterplan 2035: meno voli e/o stop al Cargo?

A 15 giorni dal Parere positivo al Masterplan, ma con il Cargo dimezzato, la situazione appare assai confusa. Al silenzio di ENAC e SEA, all’euforia di ambientalisti, comitati e Comuni non aeroportuali, si allinea, a sorpresa, anche il CUV. Il Ministro all’Economia Giorgetti invoca un dpcm per superare una situazione che diventa caotica. Giorno dopo giorno. La Cargo City integrale, con l’occupazione dei 44 ettari della Brughiera è ancora un traguardo? L’economia del Belpaese e quella della Padania, probabilmente stanno analizzando e perseguendo altre alternative? Ancora su Malpensa?

Con quali ripercussioni sulla safety e risk assessment del sedime ed airside?

Il Comitato dei Cittadini Varallo Pombia, lo scorso 15 Giugno ha, intanto proposto il sottostante comunicato stampa.

“Malpensa Masterplan 2035: ripristinate adeguati livelli di “SAFETY Aeronautica”

Il Parere n.443 del 21 Aprile 2023 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha espresso il parere positivo con il taglio del Cargo City esterno al sedime, ma non ha risolto la criticità dei livelli di “Safety Assesment”.

Un riscontro ed una trasparenza, tuttavia, dove emerge, ponendo in secondo piano la sicrezza aeronautica associata all’insediamento del Cargo City.

Ponendo la condizione n.2, ovvero “ In merito all'ampliamento di "Cargo City", non è ammessa la soluzione "7" che impegnerebbe un'estesa porzione della "Brughiera del Gaggio" o "Brughiera di Tornavento con la conseguente modifica del tracciato della SP 14; dovranno essere percorse le alternative già prefigurate, più aderenti all'attuale perimetro aeroportuale, quali quelle denominate "2" e "2a", accetta, in sostanza, un livello, un indice “matrice del rischio” maggiore a quello prefigurato dal seguente documento:

“Modifiche progettuali e integrazioni documentali volontarie predisposte in seguito alle osservazioni formulate sulle integrazioni trasmesse in data 16/11/2021 - INT-102 - AREA CARGO – APPROFONDIMENTO TEMATICHE DI SAFETY PER LE ALTERNATIVE DI INSEDIAMENTO DELLA ZONA DI SVILUPPO”.

La “soluzione 7”, infatti, condivisa da ENAC e SEA è stata ritenuta l’unica praticabile.

L’assenza di comunicati ufficiali di ENAC e SEA sul Parere avverso all’insediamento del Cargo City integrale, riflette, le difficoltà insorte e la praticabilità delle opere associate al Masterplan 2035. Le conformità EASA-ENAC e quelle del Regolamento UE 139-2014 possono confermare il Parere positivo. Probabilmente, solo uno scenario con minori movimenti aerei potrà soddisfare adeguati livelli di "matrice del rischio" compatibile."

martedì 20 giugno 2023

Aeroporto Parma, tanti dubbi sul Masterplan, ma partono lettere di esproprio

La pista sarà allungata, di quanto? Sarà ampliato anche il sedime per insediare un terminal adeguato con altrettanti parcheggi di aeromobili? Il Masterplan iniziale, probabilmente sarà rivisto ma con quali caratteristiche di pista, di RESA (Runway End Safety Area) e di Strip Area?

Quale ruolo inoltre avrà lo scalo parmense nel sistema regionale dei voli passeggeri e dei volo cargo? Quali spazi e volumi saranno dedicati al "sistema cargo"?

Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2023-2025 della Regione delinea opere di  prolungamento della pista nel 2023, la realizzazione nel 2025 ed ha stanziato 12 milioni di euro. Altrove il solo terminal è costato oltre 100 milioni di euro.

Il rilancio dello scalo, quindi, necessita di finanziamenti assai più corposi. Chi interviene e con quali finalità?

Il Comitato Nocargoparma, tra i tanti interrogativi senza risposta, ha divulgato il seguente comunicato stampa

“Ormai anche i sampietrini della piazza hanno capito che per i passeggeri la pista dell’aeroporto Verdi va bene così e sicuramente lo sanno i parmigiani che vanno a Cagliari, Palermo, Trapani, Olbia ecc , come hanno capito che l’allungamento della pista è finalizzato a far arrivare aerei più grandi e pesanti da utilizzare per le merci. 

Nonostante la volontà di confondere le acque associando l’allungamento della pista allo sviluppo passeggeri, la Regione Emilia Romagna anche nel documento di programmazione economica 2023 dichiara che il per il Verdi il ruolo previsto è nel settore Cargo (per i passeggeri è previsto Rimini).

Questa dissociazione tra il dichiarato nei documenti ufficiali e il comunicato ai cittadini vede alcuni passaggi importanti.

L’allungamento della pista è diventato un argomento principe della campagna elettorale durante la quale è accaduto un fatto davvero singolare e mai successo prima: TUTTI i candidati alla carica di sindaco hanno dichiarato di non volere i cargo a Parma e di non voler allungare la pista (ci sono le registrazioni) tanto da far infuriare il giornale dei proprietari dell’aeroporto che” bacchettò” pesantemente i candidati, nessuno dei quali ha però ritrattato.

Nella serata conclusiva della campagna elettorale dell’attuale Sindaco dal palco in Piazza Garibaldi il presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini dichiarò che sul Cargo avrebbe deciso Parma e non la Regione, lo ha riportato anche la stampa, e lo abbiamo sentito tutti con le nostre orecchie perché eravamo lì a contestare una Giunta Regionale che ha inserito nelle opere da far finanziare tramite un Fondo statale avente come obbiettivo strategico quello di migliorare la rete stradale e ferroviaria e provvedere alla messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale per una mobilità sicura e sostenibile, anche l’allungamento della pista del Verdi (che c’entra?, mah!)…senza quel finanziamento di dodici milioni della Regione il problema non ci sarebbe.

 Nei mesi successivi in numerosi incontri con i cittadini, il sindaco Guerra ha ribadito con fermezza che la volontà dell’amministrazione comunale, in coerenza con il programma elettorale, era quella di non allungare la pista.

Date tutte premesse, come è possibile che un Socio Nocargo abbai ricevuto una lettera da parte di Enac che lo informa che la sua proprietà, per ragioni di “pubblica utilità”, verrà espropriata per allungare la pista dell’aeroporto?

Quali possono mai essere le ragioni di “pubblica utilità” di un intervento che mette a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini di Parma, aumentando l’inquinamento dell’aria che respireremo tutti, esponendo al rischio rumore gran parte della città visto che tutti gli aerei la sorvoleranno (basti vedere cosa sta succedendo a Bologna), esponendo a rischio incidente aereo case e scuole dal momento che negli ultimi 30 anni la città è stata fatta crescere come se l’aeroporto non esistesse?"

Nocargoparma

lunedì 19 giugno 2023

Malpensa, Masterplan 2035, Cargo City ridotto: con volumi di traffico confermati (1 parte)!

Sedime? Sarebbero stati 1279 ettari, forse restano 1235 ha., ma nel 1997 erano 970. Erano anche 935 e meno. Ampliamenti progressivi. Una entità di sedime equivalente ai singoli scali di Linate e Orio al Serio.

Nelle 274 pagine del Parere n.443 del 21 Aprile 2023 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, i riscontri e le conclusioni sono del tutto chiare e trasparenti, anche se i soggetti committenti e contendenti del masterplan sembrano sintetizzare risultati diversificati se non contrapposti. Anche ribaltati.

Chi ha prevalso? La Brughiera è salvaguardata dalla sua occupazione derivata, dall’espansione sud del sedime aeroportuale, anche se il processo di estinzione “sembrerebbe” comunque “assicurato” dalle centinaia di migliaia di tonnellate/annue di CO2 scaricate - a Malpensa - dalle flotte nel ciclo LTO Landing Take off (spazio entro 6,5km/915mt di altezza). Anche 9 tonnellate di CO2 per un ciclo LTO di volo intercontinentale a due motori, tonnellate maggiori con 4motori.

Una questione vasta, che, in relazione all’incremento dei movimenti/anno del Masterplan 2035 accorerebbe valutare anche scenari di ulteriori ricadute di tonnellate/anno di CO2. Per Airport Tracker, www.airporttracker.org Malpensa genera un “total flight emissions of passenger, measure di 2.81 million tonnes CO2” -  Le emissioni di questo aeroporto sarebbero equivalenti a quelle prodotte annualmente da 1,405,000 autovetture”.

Le motivazioni della “storica” sentenza Quintavalle su Malpensa, a riguardo, sono oltremodo esplicative: le sorti del Parco del Ticino e della Brughiera appaiono incontrovertibili.

Il Parere sul Masterplan, peraltro, non intacca il potenziamento dello scalo, con l’incremento dei voli e scenari associati ad ulteriori, progressivi, traguardi passeggeri e merci trasportati, con le realtive emissioni primarie, secondari e climalteranti.

Gioire per i 44 ettari risparmiati e/o preoccuparsi per il ruolo di hub minore/secondario ed un ridotto ruolo strategico e commerciale di Malpensa?

Nel quadro delle vicende di Malpensa, possibile che una attenta lettura e interpretazione autentica non possa far emergere una realtà, una evidenza primaria, scaturita da valutazioni di risk analisys: Safety e risk assessment di una infrastruttura aeroportuale che nel corso dei decenni ha ampliato il suo sedime. Una espansione, una progressiva occupazione del Parco del Ticino e della Brughiera, passando dai 935 ettari del 1982, ai 970 ettari del 1997 agli attuali 1.220/35ettari. Che sarebbero diventati 1264/1279 ettari con l’adozione integrale del Cargo City.

Un ampliamento costante del sedime, dagli anni ’70, quando la pista 35 Sinistra era solo di 2625 mt (una lunghezza diventata 3515, poi 3920mt), agevolata anche con l’estesa delocalizzazione degli edifici dei comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo. Una penetrazione che ha invaso e occupato non solo l’habitat del Parco del Ticino e della Brughiera. Un sacrificio “territoriale e delle abitazioni” che non ha trovato opposizioni sostanziali. Una graduale estensione in ettari del sedime, equivalente al sedime degli scali lombardi di Linate e di Bergamo Orio al Serio (circa 350 ettari).

Lo stop sanzionato dal Parere VIA/VAS ha, evidenziato una problematica di scenario più ampio: il potenziamento dei voli e del numero dei passeggeri trasportati dalle due piste parallele con interasse di 808 metri, nel contesto della safety e del risk.  Uno spazio di sedime, comunque risicato per un hub intercontinentale, nelle quali gli interventi del Masterplan relativi all’ampliamento del sistema delle aerostazioni (Terminal 1 e Terminal 2), dell’Airport City e del Cargo City, implicano e non possono eludere le analisi hazard, safety e risk assessment. Valutazioni che hanno assunto un ruolo “primario” e condizionano l’assetto operativo attuale e futuro. Il numero dei voli/ora, i movimenti per pista nel quadro dell’uso alternato decolli e atterraggi. Con scenari problematici qualora venisse approvato l’utilizzo liberalizzato delle due piste parallele. Peraltro, una soluzione indispensabile a configurare una capacità/piste/ora superiore a 100 movimenti/ora, forse anche 140, il doppio di quelli odierni.

La safety, intesa come sicurezza delle operazioni di volo, della tutela degli aeromobili, degli equipaggi di volo e dei passeggeri che occupano l’areo, il risk/rischio come salvaguardia dei cittadini insediati, residenti e/o in transito nell’intorno del sedime dello scalo. Fattori imprescindibili per destinazioni intercontinentali, per

“il ruolo dell’aeroporto di Malpensa (MXP) come principale fulcro per lo smistamento della merce proveniente dall’estero è evidente così come il suo supporto nel favorire connessioni internazionali e soprattutto intercontinentali” come prefigurato dal PNA-Piano Nazionale Aeroporti (ENAC-proposta di Piano Ottobre 2022).

domenica 18 giugno 2023

Com.te Renzo Dentesano:"JUST CULTURE V/S BLAME CULTURE"

Da Los Angeles a Linate: due incidenti, due crash. Investigazioni parallele ma contrapposte, del Com.te Renzo Dentesano

JUST CULTURE V/S BLAME CULTURE
Studio del Comandante Renzo Dentesano.
PREMESSA
Attraverso gli studi che sto conducendo su alcuni incidenti aerei occorsi dagli anni 80 ad oggi e che serviranno a trarre – per mezzo dei risultati delle indagini tecniche e delle inchieste giudiziarie – utili insegnamenti per prevenire analoghi eventi, mi sono imbattuto in una collisione in pista avvenuta sull’aeroporto di Los Angeles che, per l’errore commesso da un operatore front line (controllore del traffico aereo), ha segnato una pietra miliare sulla cultura che deve prevalere nel mondo dei trasporti in particolare e nelle organizzazioni complesse in generale, nonché nelle aule giudiziarie italiane, quando periti auto referenziati depistano con tesi di comodo e senza fondamento tecnico i Pubblici Ministeri, digiuni di conoscenze aeronautiche per capire l’evolversi degli eventi.
Intendo qui riferirmi ai principi della just culture in contrapposizione a quelli della blame culture.
Just Culture è un concetto nato nel mondo anglosassone in cui si riassumono una serie di pratiche e atteggiamenti riguardanti la sicurezza in ambienti ad alto rischio. Si tratta di un principio che punta alla prevenzione e che per quanto concerne la gestione del traffico aereo ribalta il metodo di affrontare i problemi quotidiani. Troppo spesso in Italia al verificarsi d’inconvenienti o peggio ancora d’incidenti nei trasporti o in altre strutture complesse scatta una sorta di caccia all’uomo.
Una volta che si è individuata la persona su cui scaricare ogni colpa la si persegue, la si processa, la si condanna e giustizia è fatta. In realtà tutto resta più o meno come prima perché non si sono esplorate e valutate alla radice le vere cause dell’evento, anche se prudentemente, nella cultura anglosassone, sono modestamente definite solamente “probabili cause”. La blame culture quindi è la dannosa cultura della colpa e consiste essenzialmente nella ricerca di un capro espiatorio.
Nella disamina e nel raffronto tra l’incidente di Los Angeles del 1991 e quello di Linate del 2001 si prendono questa volta in esame solo le posizioni dei Controllori del Traffico Aereo (adibiti a compiti di elevato rischio e responsabilità) trascurando altri soggetti processuali (o non) che comunque sono stati coinvolti direttamente o indirettamente nei due disastri aerei.
La ragione di ciò risiede nel fatto che la valutazione dell’evento fatta dall’autorità americana in relazione al presunto responsabile, ben 24 anni fa, rappresenta tutt’oggi, per la piuttosto arretrata cultura giuridica del nostro Paese in questo campo, un esempio da seguire se realmente si vogliono accertare le reali cause (non solo quelle processuali) dei disastri e tutti i fattori che hanno contribuito al loro verificarsi al fine di svolgere concreta opera di prevenzione e di cultura aeronautica..
COLLISIONE IN PISTA VOLO USAIR 1493 E VOLO SKYWEST 5569
AEROPORTO LAX DI LOS ANGELES 1 FEBBRAIO 1991
L’ USAir 1493 volo di linea della US Airways tra le città di Syracuse, New York, e di San Francisco, California, il giorno 1º febbraio 1991 è entrato in collisione con il volo SkyWest 5569 subito dopo l'atterraggio sull'Aeroporto Internazionale di Los Angeles dove avrebbe dovuto effettuare uno scalo. A causare l'incidente fu una distrazione del controllore di volo che autorizzò il Metroliner della SkyWest a immettersi sulla stessa pista sulla quale stava atterrando il Boeing 737 della USAir. Ventidue persone a bordo del B737 e tutte le dodici a bordo del Metroliner persero la vita nell'incidente.
L'aeroporto di Los Angeles ha quattro piste parallele: due sono situate a nord del terminal e due a sud. La pista 24R, la pista 24L, la più vicina al terminal sul lato nord, e l'insieme delle vie di rullaggio sono chiamati Complesso Nord; mentre le piste 25L, 25R e le loro vie di rullaggio sono chiamati Complesso Sud. Non esiste una via di rullaggio fra le due piste, ma diverse vie di rullaggio le intersecano consentendo agli aerei che atterrano sulla 24R di incrociare la 24L per dirigersi verso il terminal.
Per ridurre il tempo di rullaggio, gli aerei decollavano solitamente dal complesso loro più vicino, ma siccome avrebbe dovuto volare verso nord, il volo Skywest 5569 fu autorizzato a rullare per pista 24L invece che pista 25R seguendo un percorso prestabilito chiamato Percorso Nord (in seguito le vie di rullaggio furono rinominate). L'aereo non fu visibile alla torre di controllo solamente lungo la via di rullaggio 48.
Immediatamente prima che il Metroliner raggiungesse la pista 24L, un aereo della Wings West atterrò sulla 24R e rimase in attesa dell'autorizzazione per attraversare la 24L, ma siccome l'equipaggio aveva cambiato per errore la frequenza radio, il controllore non riuscì a contattarlo.
Poco dopo le 18.00, mentre il volo USAir 1493 stava compiendo l'avvicinamento finale a Los Angeles, il Metroliner fu autorizzato dall'ATC a immettersi in pista e a raggiungere la sua posizione di decollo, posta a circa 670 metri dalla soglia della pista, in corrispondenza dell'intersezione 45; nel frattempo, dopo quattro tentativi da parte del controllore locale, finalmente i piloti del volo Wings West risposero alle chiamate e furono autorizzati ad attraversare la pista 24L. Poco dopo lo stesso controllore autorizzò il volo USAir ad atterrare sulla stessa pista ancora occupata dal Metroliner.
Nel frattempo un altro velivolo della Wing West, anch'esso un Metroliner, comunicò alla torre di controllo di essere pronto per il decollo; interrogati in merito alla loro posizione, i piloti risposero di essere dietro a un B737 della Southwest Airlines in attesa di entrare sulla 24L. Siccome la striscia progresso volo per questo aeromobile era ancora in possesso del controllore del movimento al suolo, il controllore locale pensò erroneamente che il Metroliner della Wing West fosse il Metroliner della SkyWest e che quindi la pista 24L fosse libera.
Il volo USAir 1493 toccò terra nei pressi della soglia pista e come il muso dell'aereo si abbassò, il primo ufficiale vide il Metroliner della SkyWest e applicò la massima frenata ma data la distanza ridotta, fu impossibile evitare l'impatto. Il Metroliner fu schiacciato sotto il B737 ed entrambi gli aeromobili scivolarono lungo la pista, terminando la corsa contro una vecchia stazione dei pompieri, dove il piccolo turboelica prese fuoco.
Tutte le 12 persone (10 passeggeri e i due piloti) a bordo del Metroliner persero la vita, così come 20 degli 89 passeggeri, il comandante e un assistente di volo che erano a bordo del B737; complessivamente i feriti furono trenta, tredici dei quali riportarono gravi lesioni. La maggior parte dei decessi a bordo del B737 avvenne tra i passeggeri seduti nella parte anteriore dell'aereo, dalla fila 1 alla fila 6, mentre tutti gli occupanti delle file oltre la 17 rimasero illesi o riportarono solo lievi ferite; ciò dipese dal fatto che l'incendio inizialmente divampò dal Metroliner che era posizionato sotto la prua del B737.
Il primo ufficiale, che era il pilota ai comandi, sopravvissuto, dichiarò di aver visto il Metroliner solo quando il carrello anteriore del suo aereo toccò terra, dopo di che azionò i freni ma la distanza fra i due aeromobili era troppo breve per evitare l'impatto, cosa confermata anche da alcuni dei superstiti.
Il controllore che autorizzò i due aeromobili a utilizzare la stessa pista ammise le sue responsabilità di fronte agli investigatori del NTSB dichiarando che inizialmente credette che il Boeing della USAir esplose a causa di una bomba, poi, realizzando che la causa dell'incidente avrebbe potuto essere un'altra, disse al suo supervisore che probabilmente il Boeing della USAir era entrato in collisione con un altro aereo; a sua parziale discolpa aggiunse che dalla sua posizione non avrebbe potuto scorgere un aereo piccolo come il Metroliner a causa delle luci che si riflettevano sulle vetrate della torre di controllo e che aveva scambiato la posizione di quest'ultimo con quella di un aereo identico.
Gli investigatori accertarono anche che il giorno dell'incidente il terminale del Radar di terra della sua postazione non era funzionante. Secondo l'NTSB durante l'avvicinamento all'aeroporto i piloti del B737 non riuscirono a vedere il Metroliner perché le sue luci di posizione si confondevano con le altre luci della pista. Sempre secondo il Board, la Direzione del Traffico Aereo dell’aeroporto era da ritenersi responsabile in quanto la gestione delle piste era affidata unicamente ad un controllore.
Fino al giorno dell'incidente presso l'aeroporto di Los Angeles erano utilizzate tutte e quattro le piste indistintamente per i decolli e per gli atterraggi, quindi l'NTSB raccomandò di differenziare l'utilizzo delle piste in modo da non avere decolli e atterraggi sulla stessa pista; ciò fu recepito solamente dopo il 19 agosto 2004 quando fu sfiorato un altro incidente: un Boeing 747 che stava atterrando sulla pista 24L rischiò di collidere con un B737 in attesa sulla stessa pista. Da quel momento le piste esterne (24R e 25L) sono usate per gli atterraggi e le piste interne (24L e 25R) per i decolli.
Dal rapporto NTSB si evince che l’incidente è stato attribuito più che all’errore umano del controllore del traffico aereo - che aveva autorizzato un aeromobile all’atterraggio su una pista occupata da altro aeromobile da lui stesso autorizzato ad allinearsi e attendere l’autorizzazione al decollo - ad errori sistemici e organizzativi che hanno impedito al controllore di avere consapevolezza della situazione di traffico in essere.
Si evidenziano di seguito le probabili cause del disastro così come accertate dal NTSB.
The National Transportation Safety Board determines the probable cause(s) of this accident as follows:
The Failure Of The Los Angeles Air Traffic Facility Management To Implement Procedures That Provided Redundancy Comparable To The Requirements Contained In The National Operational Position Standards And The Failure Of The Faa Air Traffic Service To Provide Adequate Policy Direction And Oversight To Its Air Traffic Control Facility Managers. These Failures Created An Environment In The Los Angeles Air Traffic Control Tower That Ultimately Led To The Failure Of The Local Controller 2 (Lc2) To Maintain An Awareness Of The Traffic Situation, Culminating In The Inappropriate Clearances And The Subsequent Collision Of The Usair And Skywest Aircraft. Contributing To The Cause Of The Accident Was The Failure Of The Faa To Provide Effective Quality Assurance Of The Atc System. (Ntsb Report Aar-91/08)
Probabili cause – Il National Transportation Safety Board ha stabilito che la probabile causa del grave incidente è stata l’omissione da parte della Gestione di Assistenza al Traffico Aereo di Los Angeles di adottare procedure idonee a fornire ridondanza di posizioni operative comparabili a quelle richieste negli Standards per le posizioni operative nazionali e l’omissione da parte del Servizio del Traffico Aereo della FAA di fornire adeguate direttive e supervisione ai propri Dirigenti della struttura di Controllo del Traffico Aereo. Tali omissioni hanno prodotto nella Torre di Controllo del Traffico Aereo di Los Angeles una situazione ambientale tale che in definitiva ha indotto al fraintendimento il Controllore Locale 2 (LC2) nel mantenimento della situazione di traffico, culminato nell’inappropriata autorizzazione e nella susseguente collisione tra gli aeromobili della USAir e della SkyWest.
Concausa del grave incident è stata l’omissione della FAA di fornire una efficace assurance quality al sistema di Controllo del Traffico Aereo. [Relazione del NTSB – AAR-9/08]
IL CONTROLLORE DEL TRAFFICO AEREO AMERICANO NON HA SUBITO CONDANNE IN QUANTO MAI PROCESSATO
Nel corso dell’indagine tecnica gli investigatori di NTSB hanno reso testimonianza sull’elevata professionalità del controllore e sul fatto che anche il miglior professionista, in situazioni organizzative estreme e complesse, può sbagliare.
*
COLLISIONE IN PISTA TRA MCDONNELL DOUGLAS MD-87 NOMINATIVO SAS 686 E CESSNA CITATION CJ2, NOMINATIVO D-IEVX
AEROPORTO LINATE 8 OTTOBRE 2001.
Il disastro di Linate, con un numero finale di 118 vittime, è stato il più grave incidente aereo mai avvenuto in Italia, limitatamente alle collisioni al suolo, e superato nel mondo solo dal disastro di Tenerife.
L'8 ottobre 2001 alle ore 08.10 locali un McDonnell Douglas MD-87 della compagnia aerea SAS, nominativo SAS 686, registrato SE-DMA, diretto a Copenaghen, in fase di decollo da Linate entrò in collisione con un Cessna Citation CJ2, nominativo D-IEVX entrato erroneamente nella pista di decollo a causa della fitta nebbia. Dopo l'impatto, l'MD-87 non riuscì a completare la fase di decollo e si schiantò contro l'edificio adibito allo smistamento dei bagagli situato sul prolungamento della pista. L'urto e l'incendio sprigionatosi in seguito non lasciarono scampo agli occupanti di entrambi gli aeromobili, né a quattro addetti allo smistamento bagagli al lavoro nel reparto. Il ritardo dei soccorsi, che entrarono in azione dopo diversi minuti, anche a causa della nebbia, impedì di trarre in salvo molte vittime, che finirono quindi per morire arse vive. Un quinto addetto ai bagagli si salvò, unico sopravvissuto al disastro ustionato sulla quasi totalità del corpo.
Le indagini seguenti rivelarono che nel disastro aveva rivestito un ruolo importante, una segnaletica non adeguata che segnalava ai piloti un'inesistente posizione attesa S-4, la mancanza del Radar per gestire il traffico a terra, i sensori di rilevamento intrusione in pista disattivati anni prima e l’insufficiente percezione del pericolo da parte del Controllore del traffico aereo adibito ai movimenti al suolo. Considerato anche che appena 24 ore prima della tragedia si era sfiorato un incidente con la stessa dinamica, e che già in media una volta a settimana un aeromobile invadeva la pista principale per cause identiche a quelle citate, si preferì un ripensamento dell'intera organizzazione dell’Aeroporto di Linate, che si era rivelato incapace di gestire situazioni causa di incidenti potenzialmente evitabili in un aeroporto moderno.
La mattina dell'8 ottobre 2001 la pista dell'aeroporto di Milano Linate era avvolta da una fitta nebbia che riduceva la visibilità a meno di 100 metri.
Alle 07.54 il pilota del volo SK686 ricevette dal controllore dei movimenti al suolo (Ground) l'autorizzazione al rullaggio dal piazzale nord al punto attesa di CAT 3 via raccordo R4 (v. cartina percorso blu).
Alle 07.59 il controllore GND istruì il SK686 a contattare il controllore arrivi/partenze
Alle 08:01 il pilota dell'MD-87 contattò il controllore TWR. Quattro minuti dopo il Cessna D-IEVX, parcheggiato al piazzale ovest, ricevette dal controllore GND l'autorizzazione al rullaggio; l'autorizzazione istruiva il Citation a rullare verso nord via raccordo R5 e a contattare al punto attesa prima del prolungamento della pista principale (pista 36R, cioè 36 destra).
Il pilota fece una ripetizione non corretta ed incompleta del messaggio ricevuto; egli infatti ripeté che avrebbe richiamato prima di raggiungere la pista principale anziché il prolungamento della pista principale; tuttavia il controllore non diede importanza alla ripetizione non perfetta.
Ripetuta l'istruzione, il pilota del Cessna commise un errore fatale: probabilmente disorientato dalla nebbia e dalla segnaletica inadeguata, raggiunto il bivio R5-R6, anziché procedere a sinistra verso nord (vedi cartina percorso verde), girò a destra e imboccò il raccordo R6 (vedi cartina percorso rosso).
Le scritte dipinte sull'asfalto erano logore e anche con una visibilità ottimale non era immediato distinguere il 5 dal 6 ed inoltre i caratteri usati erano fuori norma. Passato il bivio, nessuna indicazione segnalava su quale raccordo ci si stesse muovendo e quindi il pilota non ebbe più occasione di accorgersi dell'errore commesso.
Alle 08.08 il pilota del Citation, rullando sul raccordo R6, vide una scritta S4, invertita rispetto la direzione del rullaggio, e scambiandola per un punto di riporto, comunicò al controllore GND che si stava avvicinando alla stessa; tale indicazione non era riportata su alcuna mappa e non era a conoscenza né dei piloti, né dei controllori del traffico aereo.
Il controllore GND rispose di mantenere la posizione.
Il controllore GND, che come già detto non era nemmeno lui a conoscenza dell'esistenza di quel punto d'attesa, non capì la comunicazione appena ricevuta. Si persuase quindi che l’S4 fosse un errore del pilota e che il Citation avesse richiamato un punto qualsiasi sul raccordo R5 (percorso verde) e lo istruì quindi a proseguire il rullaggio verso il piazzale nord.
Anziché dirigersi verso il piazzale principale però, il velivolo proseguì sul R6, apprestandosi a invadere la pista 36R senza averne avuto l’autorizzazione.
Contemporaneamente, il controllore TWR autorizzò al decollo per pista 36R il volo SK686.
L'MD-87 si allineò e iniziò la sua corsa di decollo mentre il Cessna entrava in pista in direzione opposta all'altezza del raccordo R6.
Alle 08.10.18, con il muso già alzato e in procinto di staccarsi dal suolo, l'MD-87 si schiantò contro il Citation a una velocità di 146 nodi (270,5 km/h), spezzandolo in tre tronconi e uccidendone i 4 occupanti.
Nell'urto, l'aeromobile perse il motore destro e la gamba destra del carrello principale. Il pilota portò le manette al massimo tentando ugualmente di alzarsi in volo, riuscendoci solo per pochi secondi e fino una quota massima di 35 piedi (12 metri).
La perdita del motore destro e il calo di potenza del sinistro (causata dall'ingestione dei detriti del Cessna) non gli permisero di salire ulteriormente e l'MD-87 ridiscese sulla pista, poggiando sulla gamba sinistra del carrello e sull'estremità alare destra. Il pilota portò dunque le manette al minimo e poi attivò gli inversori di spinta e i freni e provò a governare aerodinamicamente la direzione dell’aeromobile; tale sequenza di manovre, eseguita dal comandante svedese Joakim Gustafsson, venne in seguito giudicata talmente appropriata da essere inserita nei manuali tecnici della compagnia scandinava.
Tuttavia il sistema idraulico era danneggiato, le superfici di controllo rispondevano male e l'aeromobile risultava essere ormai del tutto ingovernabile. Pertanto, terminata la pista, continuò a strisciare sull'erba, curvando leggermente a destra a causa dell'attrito dell'ala a terra, terminando la sua corsa contro il fabbricato del deposito bagagli, posto sul prolungamento della pista, ad una velocità di 139 nodi (257,6 km/h).
L'impatto con l'edificio causò la morte di tutti i 110 occupanti dell'aeromobile; il successivo incendio sprigionatosi uccise poi 4 degli operatori al lavoro nel deposito bagagli e ne ferì altri 4.
Nella ricostruzione e analisi degli incidenti aerei, viene individuata una cosiddetta "catena degli eventi", cioè l'insieme degli episodi che sono stati singolarmente determinanti (o comunque rilevanti) per il verificarsi del fatto. Analizzare la catena degli eventi permette di individuarne e comprenderne le singole concause e aiuta a prevenire il ripetersi dei medesimi errori, modificando la normativa o sensibilizzandone la puntuale applicazione.
L'incidente di Linate è stato esaminato dalla Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), la cui Relazione finale è stata pubblicata il 20 gennaio 2004. Detta Relazione indica come "causa effettiva" dell'incidente l'entrata del Cessna sulla pista in uso; tuttavia rileva chiaramente che la colpa non può imputarsi in modo inequivocabile ai piloti del Cessna, in quanto indotti all'errore anche da oggettive e gravi carenze nelle infrastrutture aeroportuali e nelle procedure utilizzate.
La bassa visibilità presente quella mattina ha di certo avuto un ruolo cruciale; in condizioni di visibilità buone, se anche il pilota del Cessna Citation CJ2 avesse imboccato la pista i Controllori in Torre di Controllo avrebbero potuto vederlo e fermarlo. La visibilità ufficiale il giorno dell'incidente era di 200 metri o anche inferiore (secondo altre fonti dell'ordine dei 100 m), e fu considerata una delle cause.
L'aeroporto di Milano-Linate è uno degli scali passeggeri più trafficati d'Italia, e pertanto l'area dedicata al traffico commerciale era segnalata e illuminata secondo la normativa ICAO; lo stesso non si poteva dire del piazzale Ovest, utilizzato dall'aviazione generale, molto carente riguardo a segnaletica e illuminazione. Al bivio cui si trovò il Cessna, le scritte R5 e R6 dipinte sull'asfalto erano sbiadite e utilizzavano un carattere non a norma risultando poco leggibili, a maggior ragione nella nebbia dell'8 ottobre. Inoltre, superato tale bivio, nessuna indicazione su tutta la lunghezza del raccordo R6 rammentava al pilota la sua posizione; l'unico modo in cui il pilota avrebbe potuto rendersi conto del proprio errore era osservando la bussola magnetica. Sempre sul raccordo R6, il punto d'attesa S4 non era riportato su alcuna cartina, risultando dunque sconosciuto a piloti e controllori di volo.
Il pilota del DIEVX ha di certo commesso l'errore più evidente: istruito a dirigersi a Nord e a percorrere il raccordo R5, ha invece imboccato il raccordo R6 in direzione Sud/Est. Anche l'arrivo a Linate due ore prima era ugualmente avvenuto al di fuori delle regole: sia l'equipaggio del volo D-IEVX sia l'aeromobile non erano certificati per un atterraggio con una visibilità inferiore a 550 metri, ma i piloti avevano deciso di provarci comunque, riuscendo a completarlo.
Se i piloti si fossero attenuti alle procedure, avrebbero dovuto dirottare su un altro aeroporto e alle 08.05 non sarebbero ripartiti dal piazzale ovest di Linate. Dunque, sia la fase di arrivo che quella di partenza sono state condotte al di fuori delle regole, non essendo i membri dell'equipaggio abilitati a volare con quelle condizioni meteorologiche, né l’aeromobile certificato.
L'Autorità preposta alla verifica delle abilitazioni/certificazioni e al rispetto delle norme locali vigenti (Direzione Generale per l'Aviazione Civile - Direzione aeroportuale) aveva mancato di eseguire i necessari controlli nonostante l’irregolare condotta del volo fosse evidenziata da messaggi alla stessa recapitati.
L'aeroporto di Linate era stato equipaggiato di un sistema ASMI (Aerodrome Surveillance Monitoring Indicator) fino al 29 novembre del 1999, data in cui venne disattivato in quanto obsoleto; l'8 ottobre 2001 il nuovo radar di tipo SMGCS (Surface Movement Guidance and Control System) era già stato acquistato, ma i lavori di installazione erano fermi da mesi in attesa delle necessarie autorizzazioni. Il 19 dicembre 2001 il nuovo radar di terra ha iniziato a funzionare e da allora è stato un ausilio essenziale per i controllori di Linate.
Il controllore al lavoro sulla frequenza GND stava sopportando un intenso carico di lavoro, in seguito definito gravoso ed era costretto - data l'indisponibilità di un Radar di terra - a basarsi sui riporti di posizione effettuati dai piloti per determinare la posizione degli aeromobili al suolo. Non aveva quindi modo di accorgersi dell'errore del D-IEVX, che aveva imboccato il raccordo R6 e si dirigeva verso la pista.
La comunicazione effettuata dal pilota del Cessna, riguardante l'attraversamento del punto S4, non riportato sulle mappe aeroportuali ufficiali né conosciuto dagli operatori aeroportuali principali (si ritiene fosse una vecchia segnaletica orizzontale rimasta in eredità da lavori condotti in tempi remoti) era giunto in cuffia del controllore molto attenuato.
Durante il processo di 2º grado si sarebbe scoperto che l'apparato di registrazione radiofonica "RACAL" aveva un sistema di controllo automatico del guadagno che consentiva di innalzare la qualità ed il livello del segnale registrato, ma non di quello inviato in cuffia. Chi ha riascoltato poi le registrazioni, ha potuto quindi godere di una qualità audio superiore rispetto al controllore in servizio.
Per inciso va precisato che l’accurata consulenza fonica di parte che dimostrava quanto appena riferito, scritta da un perito ampiamente qualificato, è stata ignorata al punto che in nessuna delle motivazioni dei tre gradi di giudizio se ne fa menzione.
Il controllore non rilevò nell'anomalia del riporto del punto S4 effettuato dal pilota del Cessna alcun elemento di rischio; è stato riconosciuto alla tesi difensiva che il rumore ambientale, dovuto all'alto numero delle conversazioni in atto, la bassa qualità del segnale audio e la totale ignoranza dell'esistenza del punto S4 in questione, interferirono in maniera importante nel processo mentale seguito dal controllore stesso, il quale istruì i piloti del Cessna a proseguire il rullaggio nella certezza che l'aeromobile si stesse muovendo lungo il raccordo R5.
Va riconosciuto che i piloti del Cessna non avessero mai fatto sospettare di nutrire qualche dubbio riguardo alla propria posizione.
L'evidenza dei fatti documenta che la mattina dell'8 ottobre 2001 il Cessna tedesco rullò consapevolmente sul raccordo aeroportuale che sapeva vietato per l'immissione alla pista di decollo; che non vi fu dunque nessun errore, ma una violazione deliberata delle regole del traffico; che a convincere il Cessna a quella manovra fu verosimilmente la circostanza che a percorrere il raccordo "sbagliato", pochi minuti prima, era stato un altro personal jet, un Gulfstream IV della flotta Mediaset.
Il processo di I grado
Il 16 aprile 2004 fu pronunciata la sentenza di primo grado del processo ordinario che comminò al Controllore del traffico aereo 8 anni di pena detentiva.
Si omette di riferire, per le ragioni di cui in premessa, delle pene comminate agli altri imputati
Il processo di II grado e Cassazione
Il processo di appello ebbe il suo epilogo il 7 luglio 2006, che ridimensionò la pena comminata al Controllore del traffico in 3 anni, confermata dalla Cassazione 20 febbraio 2008.
Si omette di riferire, per le ragioni di cui in premessa, delle pene comminate agli altri imputati.
***
Come sempre accade dopo una tragedia, nuovi regolamenti, infrastrutture e procedure sono stati varati, sia a Linate che nel resto d'Italia, per aumentare la sicurezza degli aeroporti in caso di nebbia.
A Linate fu messa completamente a norma la segnaletica orizzontale; il raccordo R5 è stato rinominato raccordo N (November), dato che si sviluppa verso nord (North); il raccordo R6 ora si chiama K (Kilo). Il punto d'attesa S4 fu cancellato in quanto completamente inutile e su tutto il raccordo furono dipinti, ad intervalli regolari, dei segnali di NO ENTRY ("vietato entrare").
Allo stesso modo, tutti gli altri aeroporti afflitti dal problema della nebbia (come ad esempio Milano-Malpensa, Bergamo-Orio al Serio e Torino-Caselle) sono stati oggetto di importanti migliorie nella gestione dei movimenti al suolo con bassa visibilità.
Il 19 dicembre 2001, a soli due mesi dal disastro, tutti gli impedimenti che avevano ritardato l'installazione del Radar di terra vennero definitivamente superati e la Torre di controllo poté nuovamente avvalersi di tale utilissimo strumento.
A seguito del disastro furono colmate anche molte lacune normative nell'ambito dell'aviazione civile: in data 30 giugno 2003, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile produsse un Regolamento denominato “Operazioni ogni tempo nello spazio aereo nazionale”; tale Regolamento fu recepito dall'Enav e tradotto il 25 novembre 2004 in un documento intitolato “Disposizioni operative permanenti per le procedure in bassa visibilità”.
Tali disposizioni costituiscono in Italia il codice di riferimento per piloti e controllori del traffico aereo ogni qual volta si verifichi una "visibilità generale inferiore a 800 metri o portata visiva di pista (Runway Visual Range – RVR) inferiore a 550 metri".
Il 5 gennaio 2005 Enav varò il primo Corso LVP - Low Visibility Procedures - Procedure in bassa visibilità) per i propri controllori di volo; le regole LVP comprendono una serie di definizioni e prescrizioni per i controllori che effettuano "operazioni ogni tempo nello spazio aereo nazionale".
Conclusione.
IN ITALIA SI CONDANNA IN PRESENZA DI UNA MANCATA INTUIZIONE DEL PERICOLO DA PARTE DEL CONTROLLORE. NEGLI USA, VICEVERSA, NON SI RITIENE DOVER PROCESSARE UN CONTROLLORE CHE CONFESSA DI ESSERSI DIMENTICATO UN AEREO IN PISTA
A detta della corte di Appello prima e della Cassazione in seguito “Quel che emerge dalla condotta del controllore, fino al drammatico errore nel gestire il rullaggio del CESSNA, è la figura di un professionista adeguato al proprio lavoro. Nella successione dei suoi interventi non c'è la minima traccia di emotività. di nervosismo, di impazienza. La Cassazione ha poi affermato in proposito che:”.. nessun pilota, in condizioni normali e sapendo dove si trovava, avrebbe comunicato alla Torre un riporto che non poteva essere tale…”. Un’espressione che andava intesa per la Corte “…. non tanto come un riporto ..., ma come un vero e proprio segnale di disorientamento, di dubbio sulla propria posizione…” Nell’interpretazione dei giudici supremi di “….fronte all'indicazione di un punto di riporto ignoto, nell'impossibilità di vedere fisicamente l'aereo, nella mancanza dell'ausilio tecnico indispensabile per individuarne la posizione, cioè il radar di terra”, il controllore essendo obbligato ad intuire una situazione di pericolo che probabilmente (come asserito dalla quasi totalità degli operatori) nessun altro sarebbe stato capace di intuire,”…. aveva una sola possibilità ed un solo dovere: fermare subito l'aereo, impedire la prosecuzione del rullaggio fino a quando non ne fosse stata individuata la posizione ".
Quando il contesto organizzativo e l’ambiente infrastrutturale aeroportuale sono inadeguati e non conformi alle norme internazionali e tali da favorire l’errore del pilota, non si può pretendere che – in condizioni di apparente normalità – un operatore di front line possa comportarsi meglio del sistema che egli utilizza.
Ma, ancora una volta, dopo questo ennesimo esame, sostengo che il Controllore del Traffico Aereo di Linate è stato l’unico all’altezza della situazione e che ha fatto fino in fondo il proprio dovere in condizioni ambientali proibitive, che invece nessuno di coloro che ne avevano la responsabilità a livello superiore (locale e nazionale) ha saputo o voluto correggere o interrompere le operazioni di volo, in presenza di condizioni di scarsa visibilità e senza Radar di controllo dei movimenti al suolo.
Per quanto attiene invece il procedimento penale, debbo infine rilevare che proprio colui che avrebbe dovuto orientare il P. M. competente, cioè il perito della pubblica accusa, avrebbe dovuto indirizzare la ricerca di colpevolezza verso ben altri responsabili che non il Controllore incriminato. (Roma, 19/3/2015)

Comandante Renzo Dentesano (1930-2023)
Renzo Dentesano nel 1970 istituì l’Ufficio di Sicurezza Volo della compagnia Alitalia, che diresse fino al 1978. Dal 1975 è “Investigatore d’incidenti aeronautici”, diplomato presso la Scuola del “National Transportation Safety Board”, l’ente governativo degli Stati Uniti per le inchieste tecniche sugli incidenti a tutti i mezzi di trasporto pubblici.
E’ autore di molti studi tecnici sulla sicurezza del volo diffusi a livello internazionale che gli sono valsi la nomina a “Pioniere del Progresso Aeronautico” da parte dell’Associazione Pionieri dell’Aeronautica (Ente morale della Repubblica).
E’ stato consulente operativo del Registro Aeronautico Italiano (ora ENAC) ed è stato più volte Consulente Tecnico della magistratura della Repubblica in occasione di procedimenti giudiziari a seguito di incidenti aeronautici. Co-autore del testo “La strategia del margine-Riflessioni sulla sicurezza del trasporto aereo. (Ed. Nuove dimensioni).