In una stessa palazzina sorvolata dalle flotte aeree nelle fasi di decollo e atterraggio, nelle immediate vicinanze di una pista, magari con 30 movimenti/ora, non tutti percepiscono tale impatto acustico come una sensazione di disagio, di intollerabile e insopportabile alterazione al vissuto quotidiano.
Certo, eventuali correlazioni psicologiche, quali la
sensibilità uditiva particolarmente accentuata, ovvero l’iperacusia che genera
sensazioni di fastidio e disagio anche con esposizione a rumori inferiori alle
soglie previste sono evidenze fattuali. Con insorgenze uditive, con risvolti
negativi sulla vita sociale
Certo, di riflesso, il fenomeno della misofonia, una forma
di ridotta tolleranza al suono, possono, comunque, in alternativa, coinvolgere all’inverosimile
i cittadini. Ma di converso, costituire e riflettere una i cittadini una sorta
di minimizzazione delle stesse emissioni sonore.
In sintesi i cittadini possono manifestare sensazioni
speculari: da una rilevanza e/o esplosione delle stesse emissioni a fenomeni
irrisori se non una “negazione” della rilevanza delle emissioni sonore.
L’esposizione al rumore aereo, ad esempio, può rivelarsi anche
molto fastidiosa, secondo la terminologia inglese “annoyment”, un parametro
diversificato rispetto alla percezione dei decibel prodotti da un velivolo in
sorvolo.
In determinati casi, le sensazioni di fastidio – annoyance,
sono, comunque, spiacevoli e non riguardano soltanto i rumori molto intensi. Ma
lo stesso sorvolo. Terapeuti e psicologi hanno da tempo analizzato tali problematiche.
Tali sensazioni di disagio, sono rapportate ed esposte a
rumori che possono non correlarsi alle intensità massima dei decibel. La
varietà dei casi è ampia e dovrebbe essere analizzata. Senza una diretta
relazione con gli indici acustici LVA e Lden, Lnight e Lday. I meccanismi
“uditivi” implicano un rapporto diretto con l’esposizione del rumore aereo, con
la durata, il livello e le frequenze.
Se è stato, comunque, dimostrato come l’esposizione
prolungata a rumori particolarmente forti possa ridurre le capacità uditive. Se
esposti a rumori di intensità elevata, un aereo che passa troppo basso per una
qualche errore procedurale, avaria motore e altro, è possibile perfino perdere
l’udito in maniera istantanea.
Qualora si manifestino “suoni acuti”, ad esempio compresi
tra 2.000 e 5.000 Hz, che potrebbero innescare l’amigdala, con specifiche alterazioni e reazioni
emotive. Quali potrebbero risultare i traumi acustici della popolazione
residente nell’intorno delle piste di volo e/o sottostanti alle traiettorie?
La velocità di propagazione è di 340 m/sec - 1200 km/ora, l’udito
degli umani è sensibile ad un ampio range di frequenze: da circa 20 a 20,000 Hz.
Qualora la frequenza sia inferiore ai 20 Hz si parla di infrasuoni e un esempio
è rappresentato dalle onde sismiche. Se la frequenza è superiore a 20000 Hz si
parla invece di ultrasuoni. Su quali frequenze si propagano le emissioni sonore
dei propulsori e le “vibrazioni” delle fusoliere/ali/wingtips alari? (1)
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