Aerolinee e agenzie/enti internazionali ci stanno provando, in cabina di pilotaggio basterebbe un solo pilota, non più due: comandante e copilota/primo ufficiale. Ma è solo questione di costi operativi?
Affidare la responsabilità del volo ad una sola persona ai comandi
è compatibile con gli attuali standards internazionali di safety? Per ora la
proposta appare, perlomeno, inquietante. Almeno per alcuni.
Oltre 40 paesi, tra cui Germania, Regno Unito e Nuova
Zelanda, avrebbero sollecitato all’ICAO -
organismo che stabilisce gli standard dell'aviazione - di contribuire a
rendere i voli a pilota singolo una realtà sicura. L'EASA-Agenzia per la
sicurezza aerea dell'Unione europea, avrebbe in corso – in collaborazione con i
produttori di aerei – per analizzare e definire una “regolamentazione specifica”.
Studi che, secondo EASA, potrebbero essere
avviati dal 2027.
Un obiettivo, tuttavia, che ha trovato perplessità tra i
pilori e, anche, tra i passeggeri.
Tony Lucas, operativo come comandante su Airbus SE A330 per
Qantas Airways Ltd. e presidente dell'Australian & International Pilots
Association, esprime tale preoccupazione. Un “single pilot on board” come opera
in una situazione di emergenza?
A tale riguardo l’incidente al volo Air France 447 Parigi-Rio
de Janeiro il 1 giugno 2009, due copiloti ai comandi ed il comandante a
riposare nel lettino, il velivolo in crociera a 35.000 piedi sull'Oceano
Atlantico e una emergenza in atto, ha, in 90 secondi ha inghiottito l’aereo in
mare, diventa un caso esemplare.
Il comandante non aveva potuto tornare in tempo ai comandi
dell’aeromobile.
Un “single pilot” a bordo, colpito da un ictus, da una
follia, da una emergenza improvvisa, senza una analisi e adeguata valutazione “incrociata”
come risolve la gestione?
Certo, l'automazione, la tecnologia e l'assistenza remota da
terra, la progressiva adozione di “intelligenza artificiale” potrebbero,
dovrebbero in qualche modo sostituire la competenza, la sicurezza e
l'immediatezza di un secondo pilota. Ma come?
Nel corso dei decenni, l'aviazione civile, commerciale e
militare, ha dagli anni '50, cabine di pilotaggio degli aerei commerciali ha
ridotto la composizione del numero dei componenti di un equipaggio. Le cabine
di pilotaggio erano più affollate, tipicamente con un capitano, primo ufficiale
o copilota, un motorista/ ingegnere di volo, un navigatore e un tecnico radio.
I progressi tecnologici, oltre alle pressioni industriali, hanno gradualmente
reso ridondanti i compiti ed i ruoli. Alcuni ruoli e compiti sono stati eliminati,
integrati nei restanti componenti del volo.
Gli attuali standards ICAO, nel corso dei decenni, autorizzano
voli oceanici di lungo-lungo raggio con equipaggi di 2/3 piloti.
"Le barriere psicologiche sono probabilmente più
difficili delle barriere tecnologiche", ha dichiarato il presidente della
Boeing Co. Southeast Asia Alexander Feldman durante un vertice aziendale di
Bloomberg a Bangkok la scorsa settimana. "La tecnologia è lì per i singoli
piloti, si tratta davvero di dove i regolatori e il pubblico in generale si
sentono a proprio agio".
Gli analisti ICAO-EASA-Costruttori di aerei, inizialmente,
avrebbero proposto il “single pilot” solo nelle fasi di crociera del volo, con
l’equipaggio completo solo nelle fasi di decollo e all'atterraggio.
Alternando il “riposo a bordo” tra i 2/3 membri di un
equipaggio, e volare su rotte più lunghe senza l'aiuto - e la spesa - di un
pilota in più.
Il punto chiave, quindi, è questo: i costi dell’equipaggio. Il primato e le pressioni “tecnologiche” nell’automazione
e nell’impiego “evoluto” dell’Intelligenza Artificiale-IA-AI, in definitiva
scaturisce da un traguardo secolare, tagliare i costi industriali dell’Aviazione
Commerciale. Una operazione che dovrà
essere verificata in relazione alla casistica/statistica degli incidenti aerei.
Speriamo che tali valutazioni possano essere, preliminarmente, condivise.
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