Era il 28 ottobre 2017 quando nelle vicinanze dell’aeroporto dell’Urbe, un Tecnam P92-JS, immatricolato I-CORT, dopo un calo di potenza del motore ed un tentativo di rientro in pista, si leggeva che il velivolo si schiantava al suolo, dopo aver colpito un albero. Il velivolo dell’Aeroclub di Roma, con pilota e passeggero che riportarono gravi lesioni, avevano concluso il volo sui binari della ferrovia TAV.
Perché parlarne dopo quasi cinque
anni?
Niente di anomalo e straordinario
se non che, in data 28 GIU 2018, l’ANSV depositava in pochi mesi on-line la RELAZIONE DI
INCHIESTA “Incidente occorso all’aeromobile P92JS marche I-CORT”, nei pressi
dell’aeroporto dell’Urbe, il 28/10/2017, con conclusioni relative al fattore
umano del tutto inequivocabile.
Ritenuto “determinante, nella
dinamica dell’incidente, il fattore umano”. Quale?
La recente novità di quest’ultimo
mese, i media lo hanno riferito in maniera significativa, è che il Tribunale di
Roma ha assolto il pilota per non aver “commesso il fatto”.
Il seguente comunicato stampa,
dello stesso pilota fornisce un resoconto degli eventi. La questione, pur nel
contesto del ruolo dell’ANSV, che “conduce, in modo indipendente, le inchieste
di sicurezza”, porta, riporta in primo piano non solo le modalità delle
investigazioni degli incidenti, degli inconvenienti gravi ed inconvenienti
aeronautici, ma anche le ricadute sulle responsabilità complessive, civili,
penali ed associate al Codice di Navigazione aerea.
Queste brevi note inquadrano
quindi una “questione complessa” che deve essere sottoposta alle autorità
aeronautiche e civili.
Comunicato stampa, 21 luglio 2022
“AEREO PRECIPITATO SULLE LINEE
DELL'ALTA VELOCITA' ASSOLTO IL PILOTA.
Ci sono volute oltre dieci
udienze e cinque anni di processo per chiarire le responsabilità per
l'incidente aereo che il 28 ottobre 2017 aveva -per alcune ore- diviso in due
l'Italia.
Quel giorno un aereo da turismo
dell'Aeroclub di Roma, appena decollato dall'aeroporto dell'Urbe era infatti
caduto sui binari dell'alta velocità nella tratta Roma-Firenze all'altezza di
via Salaria 746 creando dapprima il blocco e gravissimi ritardi sulla
principale linea di collegamento ferroviario del Paese.
Due persone a bordo del velivolo
(un Tecnam P92 marche I-CORT) avevano riportato gravi lesioni, ma l'incidente
avrebbe potuto causare una strage.
Immediatamente dopo la caduta
dell'aeromobile sono iniziate tanto le indagini della Procura della Repubblica
di Roma (coordinate dal dott. Pietro Pollidori), quanto l'inchiesta dell'Agenzia
Nazionale
della Sicurezza del Volo(ANSV). All'esito delle indagini - nel corso delle quali era stato comunque accertato che l'aeromobile aveva subito un improvviso calo di potenza proprio al decollo obbligando il pilota ad una difficilissima manovra di emergenza - il Pubblico Ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio del pilota, Gianfranco Requedaz per rispondere dell'accusa di disastro aviatorio. Il pilota era così stato rinviato a giudizio dinanzi al collegio della VIII Sezione Penale del Tribunale di Roma.
Durante il processo il pilota
-assistito dagli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani di Venezia,
specializzati nella difesa nei sinistri aeronautici- si è difeso dimostrando
con i propri consulenti (tra cui un pilota ex comandante delle Frecce Tricolori)
che la caduta dell'aeromobile non era dovuta ad un errore di pilotaggio, ma ad
una grave avaria meccanica dell'aeromobile che il pilota aveva appena
noleggiato dall'Aeroclub di Roma.
La formula con cui il Tribunale
pochi giorni fa ha assolto il pilota - “per non aver commesso il fatto”- ha
confermato la correttezza delle manovre eseguite dal pilota a seguito del
malfunzionamento del motore del velivolo".
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