Ma sono riscontri ai quali i media hanno dato un risalto approssimato, dai quali sono ricavate le seguenti sintesi.
Il primo sarebbe avvenuto il 14 agosto, in Friuli V.G.,
mentre era in decollo sul Montasio, nelle prime fasi del volo, il “pilota” ha
perso il controllo dello stesso schiantatosi nelle rocce ferendosi all'altezza
delle gambe e dei piedi. Il soccorso alpino e la Centrale Sores di Palmanova hanno
inviato sul posto l'elicottero del 118 che ha poi trasportato la donna in
condizioni serie all'ospedale.
Nella stessa giornata solo il groviglio delle corde della
“vela” hanno salvato un 40enne, attorcigliate alle roccia senza precipitare nel
vuoto da una altezza di cica 2700 metri. L’incidente è avvenuto alla Tre Cime
di Lavaredo, in provincia di Belluno. Due alpinisti testimoni dello schianto hanno
lanciato al ferito una corda per mettersi in sicurezza. Era decollato da Sesto
per un giro attorno alle Tre Cime, distrutto il parapendio, il 40enne avrebbe
rimesso il zainetto in spalle e proseguito la sua avventura.
Il 12 agosto invece un allarme è scattato in mattinata e
riguardato una velista francese caduta con il parapendio, verso Cima Henne
(Monte Corno) in Valle Aurina. Precipitata da una altezza di circa 2.600 metri,
volava in coppia con altro parapendio, dopo essere salita in quota in e-bike,
un percorso a piedi ed il lancio. Lo stesso compagno avrebbe lanciato l’allarme
agevolando i soccorritori del Bergrettung Südtirol, con un l'elisoccorso
Pelikan 2.
Anche sul Lago di Garda si sarebbe registrato un ulteriore
caso. Un parapendio sarebbe precipitato sugli scogli, i soccorsi avrebbero
immobilizzato il velista, portato in elicottero al Santa Chiara. Rapidamente sarebbero
giunti i vigili del fuoco Riva del Garda: con una moto d’acqua in servizio di
addestramento e sorveglianza è intervenuta per un supporto elicottero sulla
scogliera del prato adibito a zona di atterraggio per i parapendii a Malcesine
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