martedì 9 agosto 2022

Aeroporti, Progetto SERA e ricadute acustiche e ambientali sulla popolazione

Era quasi 10 anni fa, quando il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) ha pubblicato i risultati del Progetto SERA (Studio sugli Effetti del Rumore Aeroportuale), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e conclusosi nel mese di maggio 2013. Il progetto intendeva individuare strumenti operativi per avviare sistemi di sorveglianza in materia di inquinamento acustico e atmosferico e dei relativi effetti sulla salute tra i residenti nei pressi dei principali aeroporti italiani.

Proponiamo uno stralcio dei documenti ancora disponibili sul web.

“E’ stata realizzata una sintesi di tutte le evidenze scientifiche disponibili e sono state effettuate indagini campionarie tra la popolazione residente in prossimità di 5 aeroporti italiani, tra cui l’aeroporto di Pisa, per ottenere dati inerenti alla frequenza di ipertensione, insofferenza al rumore e disturbi respiratori.

Gli effetti del rumore aeroportuale rilevati dal progetto SERA

All’indagine campionaria hanno partecipato 1.898 residenti  (tasso di partecipazione medio: 52.1%) di età compresa tra 45 e 70 anni, che vivevano al 31 dicembre 2010 da almeno due anni nei pressi degli aeroporti di Milano-Linate e Malpensa, Pisa-San Giusto, Venezia-Tessera, Roma-Ciampino e Torino-Caselle. Nel campione studiato: 902 persone (47,5%) risiedevano nelle zone in cui l’Lden (indicatore acustico giorno-sera-notte) stimato era inferiore a 50 dB; 313 (16,5%) nell’area caratterizzata da un basso livello di rumore da aeroporto (tra 50 e 55 dB); 363 (19,1%) nella fascia di rumore aeroportuale compresa tra i 60 e 65 dB e infine 61 (3,2%) risiedevano nella fascia >65 dB.

I risultati dello studio evidenziano un’associazione tra esposizione al rumore di origine aeroportuale e livelli di pressione arteriosa. Rispetto al gruppo di riferimento, le persone residenti in zone nelle quali l’impatto del rumore aeroportuale è superiore ai 65 dB mostrano un sensibile aumento dei livelli di pressione sistolica, in particolare quella serale. Questa associazione si osserva al netto del potenziale effetto confondente di variabili individuali, quali sesso, età, indice di massa corporea, livello di istruzione, occupazione, ed ache dell’effetto associato ad un’esposizione concomitante a rumore da traffico stradale. E’ stata riscontrata, inoltre, un’associazione forte e coerente tra il rumore generato dal traffico aereo e il fastidio della popolazione (annoyance) e i disturbi del sonno.

Aeroporti e qualità dell’aria: risultati del progetto SERA e dello studio ARPAT

Relativamente all’impatto dell’aeroporto sulla qualità dell’aria lo studio SERA ha fornito metodologie e strumenti operativi che evidenziano la necessità di prendere in considerazione:

 -l’analisi dei valori di picco delle specie inquinanti, piuttosto che le medie  temporali normate (i.e., con risoluzione temporale delle misure dell’ordine del minuto);

-in aggiunta agli inquinanti normati, l’analisi del numero di particelle ultrafini generate da combustione incompleta durante i decolli degli aerei;

- l’analisi della componente del materiale particolato risollevata dai decolli degli aerei

A questo proposito ed in continuità con lo studio SERA, l’ARPAT (ARPA Toscana) ha recentemente pubblicato uno studio sulla valutazione dell’impatto dell’aeroporto di Pisa sulla qualità dell’aria nella città. Complessivamente i livelli d’inquinamento mostrano che l’aeroporto non impatta in maniera rilevante sulla qualità dell’aria dell’ambiente urbano, se si fa riferimento ai valori medi orari, giornalieri e annuali previsti dalle norme vigenti. L’opportunità di effettuare un monitoraggio in continuo del particolato atmosferico in estrema prossimità della pista, anche con sensori innovativi, ha consentito di evidenziare la significativa variabilità nel brevissimo termine dei livelli di inquinamento in corrispondenza alle operazioni di volo."

 

"Nell’ultima decade il grande successo dei voli low cost ha aumentato il traffico aereo in molti aeroporti italiani, esponendo la popolazione residente ad un aumento dei livelli di rumore e di inquinamento atmosferico. Nell’ambito dell progetto SERA Italia (Studio sugli Effetti del Rumore Aroportuale) è stata condotta una Valutazione d’Impatto Sanitario del rumore aeroportuale tra i residenti in prossimità degli aeroporti di Ciampino (Roma), Linate e Malpensa (Milano), San Giusto (Pisa), Caselle (Torino) e Tessera (Venezia). Metodi: I registri anagrafici dei comuni interessati hanno fornito gli indirizzi di tutti i residenti al 31/12/2010. L’impatto acustico al 2010 di ciascun aeroporto è stato stimato utilizzando il modello Integrated Noise Model. Tutti gli indirizzi di residenza sono stati geocodificati e ad ogni soggetto è stata attribuita l’esposizione a diversi indicatori d’impatto acustico: Lden (<55, 55-60, 60-65, 65-70 dB), Lnight, Leq diurno e notturno. Sono state utilizzate le funzioni concentrazione-risposta disponibili dalla letteratura per stimare il numero di casi attribuibili al rumore aereportuale. Sono state considerate le seguenti condizioni: ipertensione, infarto acuto del miocardio, annoyance e disturbi del sonno. Risultati: Sono stati considerati 73,272 residenti esposti a rumore aeroportuale superiore a 55 dB, di cui 55,915 (76.3%) a 55-60 dB, 16,562 (22.6%) a 60-65 dB e 795 (1.2%) a 65-70 dB. E’ stato stimato che l'esposizione a livelli di rumore aeroportuale maggiori di 55 dB ha causato in un anno nella popolazione studiata 1,595 (95%IC: 0-3,436) casi addizionali di ipertensione, 3.4 (95%IC: 0-10.6) casi di infarto acuto del miocardio, annoyance in 9,790 persone (95%IC: 1,894-10,509) e disturbi del sonno in 5,086 soggetti (95%IC: 1,894-10,509). Conclusioni: Lo studio SERA evidenzia un impatto rilevante del rumore aeroportuale sulla salute dei residenti nei pressi dei sei aeroporti italiani. E’ opportuna la valutazione epidemiologica continua e urgenti misure di mitigazione del rumore per tutelare la salute dei residenti.

Riassunto

È stata redatta una sintesi della letteratura scientifica relativa all’impatto delle attività aeroportuali sulla qualità dell’aria ambiente, che vuole evidenziare le novità introdotte dagli studi degli ultimi anni, le conoscenze che emergono grazie all’uso di nuove metriche e allo sviluppo di metodi semi empirici di analisi, le questioni ancora aperte.

Le campagne di monitoraggio, opportunamente integrate con le informazioni ottenute da modelli deterministici ed empirici, permettono di stimare i livelli di inquinamento, la variabilità spaziotemporale e il contributo relativo delle diverse sorgenti.

Dagli studi emerge che il contributo degli aeroporti non è trascurabile, sebbene in molti casi non dominante rispetto alle altre sorgenti contemporaneamente presenti, e osservabile in un raggio ridotto a 2-3 km dal sedime, con ampia variabilità spaziale.

Lo specifico contesto in cui l’aeroporto si colloca, insieme ai volumi di traffico aereo sono elementi decisivi sull’impatto potenziale dell’infrastruttura e i risultati delle valutazioni difficilmente sono esportabili.

Le sorgenti aeroportuali si caratterizzano per modalità non comuni di emissione del materiale particolato e degli ossidi di azoto (in particolare le emissioni in fase di decollo); le misure ad alta risoluzione temporale evidenziano delle caratteristiche uniche in relazione all’evoluzione spazio temporale degli inquinanti che gli strumenti di monitoraggio routinario non possono evidenziare adeguatamente. Questi aspetti non possono essere trascurati qualora l’obiettivo sia la valutazione dell’esposizione della popolazione residente in prossimità degli aeroporti.

Che cosa si sapeva già

- Gli aeroporti nel loro complesso rappresentano un importante fattore di pressione ambientale

- La valutazione del contributo degli aeroporti all’inquinamento atmosferico osservato su scala locale è tuttora affetta da ampia incertezza.

Che cosa si aggiunge di nuovo

- Le novità introdotte dagli studi degli ultimi anni, evidenziano la necessità di integrare gli strumenti di monitoraggio routinario con misure ad alta risoluzione temporale e strumenti modellistici semi-empirici di analisi dei risultati.

- L’analisi della letteratura permette di trarre alcune conclusioni di carattere generale che andrebbero tenute nella dovuta considerazione nel momento in cui si affronti la valutazione dell’impatto di un’infrastruttura aeroportuale sulla qualità dell’aria.

Conclusioni

L’analisi della letteratura permette di trarre alcune conclusioni di carattere generale che andrebbero tenute in debita considerazione nel momento in cui si affronti la valutazione dell’impatto di un’infrastruttura aeroportuale sulla qualità dell’aria.

Innanzitutto, dagli studi emerge generalmente che il contributo degli aeroporti, osservabile in raggio ridotto a 2-3 km dal sedime aeroportuale e con ampia variabilità spaziale, non è trascurabile, sebbene in molti casi non sia dominante rispetto alle altre sorgenti contemporaneamente presenti.

Lo specifico contesto in cui l’aeroporto si colloca, insieme ai volumi di traffico sono elementi decisivi sull’impatto potenziale dell’infrastruttura e i risultati delle valutazioni difficilmente sono esportabili.

Fondamentale per evidenziare e stimare quantitativamente il contributo dell’aeroporto appare l’integrazione di misure puntali di inquinanti e parametri meteo, con il supporto di modelli deterministici ed empirici.

Le sorgenti aeroportuali si caratterizzano per modalità non comuni di emissione del materiale particolato e ossidi di azoto (in particolare le emissioni in fase di decollo). Infatti, le misure ad alta risoluzione temporale evidenziano delle caratteristiche uniche in relazione all’evoluzione spazio temporale della concentrazione di NOx, di UFP e della distribuzione dimensionale delle particelle che gli strumenti di monitoraggio routinario non possono evidenziare adeguatamente. Per passare da una valutazione qualitativa (l’osservazione della presenza di associazione tra picchi di concentrazione e movimenti degli aeromobili) a una stima quantitativa del contributo di questi ai livelli osservati, occorre sviluppare modelli statistico-matematici utilizzando covariate meteorologiche e rappresentative dell’uso del territorio e delle attività aeroportuali. Il buon esito delle stime è subordinato ad una attenta pianificazione e alla reperibilità delle informazioni essenziali per lo sviluppo dei modelli, che non sempre sono disponibili e spesso risultano molto incerte. Pertanto, questi aspetti non possono essere trascurati qualora l’obiettivo sia la valutazione dell’esposizione della popolazione residente in prossimità degli aeroporti."

Allo studio Progetto SERA hanno partecipato:

L’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO AMBIENTALE PRODOTTO DAGLI AEROPORTI SULLA SALUTE DEI RESIDENTI
CARLA ANCONA1, GAETANO LICITRA2, GIORGIO CATTANI3, ROBERTO SOZZI4, FRANCESCO FORASTIERE1
1 Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale, Lazio
2 Istituto per i Processi Chimico-Fisici U.O.S. Pisa
3 ISPRA – Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale
4 ARPA Lazio.

Aeroporti e qualità dell’aria: una revisione della letteratura scientifica
Giorgio Cattani1, Alessandro di Menno Di Bucchianico1, Alessandra Gaeta1, Daniela Romano1,
Luca Fontana
2, Ivo Iavicoli2 per il CCM SERAItalia - sottogruppo qualità dell’aria.
1 Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
2Istituto di Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Roma)



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