L'EASA ha varato le nuove specifiche di certificazione (CS) per la progettazione degli aeroporti al fine di facilitare le operazioni dei moderni velivoli di grandi dimensioni negli aeroporti esistenti. Gli aerei moderni dispongono di sistemi di guida molto precisi per l'atterraggio/decollo e il rullaggio; ciò significa che le attuali disposizioni internazionali ed europee per la progettazione di piste, taxiway e altre aree possono essere alleggerite senza compromettere la safety-sicurezza.
La nuova “certificazione” ha inquadrato, pianificazione,
progettazione aeroportuale in funzione delle nuove flotte e dell’evoluzione
tecnologica.
Dopo una consultazione pubblica sul cosiddetto Avviso di
proposta di modifica (NPA) terminata il 31 maggio 2017 ha emanato la normativa
delle specifiche di certificazione per la progettazione degli aeroporti.
Le flotte di tipo D e superiore (E ed F) con CS -Specifiche
di Certificazione, gli aeroporti potranno da un lato accogliere aeromobili di
grandi dimensioni, ma soprattutto incrementare flussi di traffico e definire
limiti capacità piste rilevanti. Anche raddoppiare il numero dei movimenti,
intervallando aeromobili wide body dai low cost narrow body.
Flussi di traffico compatibili nelle infrastrutture
esistenti e quindi di aumentare la capacità, in particolare negli aeroporti
congestionati. Le risultanze della modifica
del CS dell'aeroporto genererebbe anche notevoli risparmi sui costi per le
infrastrutture aeroportuali: i costi di costruzione e manutenzione delle piste.
Dalle configurazioni delle piste, delle vie di rullaggio, dagli spazi complessivi
tra aree parcheggi aeromobili, terminal e zone di ground-safety nella
movimentazione a terra.
Le stesse aerolinee sono avvantaggiate dalle nuove disposizioni,
in grado di rendere flessibile l’utilizzo di aerei di grandi dimensioni da più
aeroporti e di pianificare meglio la propria rete.
EASA, infine, sostiene come, oltre al vantaggio economico,
le disposizioni apporteranno benefici ambientali positivi grazie ad un uso più
efficiente del territorio disponibile e ad un consumo ridotto di materiali da
costruzione per le infrastrutture.
L'EASA con questa “politica” UE, coordinata con le Autorità
aeronautiche nazionali (NAA), ACI Europe, gli operatori aeroportuali e
industria, ha istituito con l'Organizzazione per l'aviazione civile
internazionale (ICAO) istituito una task force a livello globale con lo scopo
di rivedere i propri standard e pratiche raccomandate per le caratteristiche
fisiche degli aeroporti.
Una “razionalizzazione e integrazione safety” incorporata”
negli Annessi ICAO e nei Regolamenti UE-EASA, che ha comportato, per gli
storici aeroporti, quelle piste in erba sorte un secolo addietro, ai margini
delle città, e potenziate con progressivi masterplan che hanno perseguito l’espansione
dei sedimi e l’incremento dei movimenti in pista (somma dei decolli atterraggi),
assicurando una coesistenza tra infrastruttura, comunità e habitat, altrimenti
critica e precaria. E’ un traguardo perseguibile e/o acquisito?
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