Con una esaltante cerimonia, partecipata dal boss Michael O'Leary, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente di Sacbo, Società per l'Aeroporto Civile di Bergamo-Orio al Serio, Giovanni Sanga, il vicepremier italiano e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, hanno festeggiato, in 20 anni il trasporto di 114 milioni di passeggeri.
Facendo viaggiare, dagli iniziali 500 mila passeggeri ai 14
milioni dell’ultimo anno. Con l’insediamento di altri due hangar per la
manutenzione. Ma la Ryanair, non è solo
Bergamo Orio al Serio, ha 18 basi in Italia e trasporta – a livello nazionale e
internazionale – oltre il 37% del traffico aereo.
Collega il Belpaese con 148 destinazioni in 39 Paesi, da
tanti scali del Belpaese, anche se è dallo scalo Orobico che è iniziata l’avventura
di una nuova modalità di volo e di sistema tariffario. La prima base operativa
della “rivoluzione” della low cost irlandese. Sul cui scalo sono basati ben 24
aeromobili.
Le celebrazioni del successo “industriale-commerciale” della
Ryanair non hanno lasciato spazio al sostegno delle politiche di co-marketing
di cui ha beneficiato l’aerolinea.
Un interrogativo, come è noto, sul quale manca una piena
trasparenza.
Il Comune di Bergamo, le partecipate territoriali ed enti
equivalenti sono coinvolti da oltre 20anni e sono “investimenti” sui quali sembrerebbe
utile conoscere, al fine di valutare l’apporto complessivo, non solo al sostegno
alla Ryanair, ma anche alla crescita di tutti i voli low cost nella Penisola. Una
dinamica di flussi di finanziamenti diretti, contributi che, dopo aver alimentato le low cost, potrebbero aver destabilizzato il
mercato del traffico aereo, partecipando
e/o determinando anche alla crisi delle ex-compagnie di bandiera: Alitalia
inclusa.
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