In data 07 marzo-2023 sul link di Arpa Campania https://www.arpacampania.it/-/protocollo-d-intesa-arpac-gesac-per-il-monitoraggio-e-la-riduzione-del-rumore?redirect=%2F il sottostante comunicato presenta un annuncio anomalo, insolito.
Almeno nel panorama nelle iniziative per la riduzione dell’impatto acustico di uno scalo aereo.
Non è, infatti, stata la Commissione Aeroportuale, di concerto con
i Sindaci dell’intorno aeroportuale, sotto la direzione dell’ENAC di
Capodichino, a proporre rinnovate procedure operative per mitigare il
territorio e ridurre i cittadini interessati nelle zone A, B e C, ma lo stesso
gestore dello scalo con l’ARPA Regionale.
E’ solo una questione di marketing e di immagine e/o è una
svolta nelle relazioni e politiche “ambientali”?
La realtà di Capodichino, le criticità orografiche, l’analisi
delle “servitù aeronautiche”, il Piano di Rischio, le Mappe di Vincolo, l’adozione
operativa del Piano di Emergenza Esterno-PEE, le emissioni gassose (con l’aggravio
dall’ammontare giornaliero e annuale di CO2 e polveri ultrafini) rappresentano
questioni che incrociano qualsivoglia proposta di nuove rotte di decollo. Due rotte di decollo sulla città dalla pista 24, in aggiunta alla procedura ILS di atterraggio sulla pista 06, peraltro, rimanda a considerazioni assai problematiche per il contenimento globale degli impatti. Quando l'unica soluzione è la riduzione degli stessi movimenti/aerei.
Anche e soprattutto se rapportate ad uno scalo aereo dichiarato con una capacità di 30 movimenti/ora,
come riportato dall’Italy's Action Plan on CO2 emissions reduction - Edition
2021 – ENAC. Unico aeroporto monopista del Belpaese con tale flusso di voli.
Il “protocollo” peraltro non identifica quali possano
risultare le rotte e tantomeno le “initial climb” ICAO da imporre alle
aerolinee, ne il modello matematico da impiegare (AEDT e/o INM), anche se il “comunicato
GESAC-ARPAC delinea la riduzione del numero dei cittadini coinvolti ed il
contenimento delle ricadute di CO2 (30% in meno della popolazione esposta - e
l’emissione di gas climalteranti, 11mila tonnellate/anno di Co2), oltre a
diminuire il tempo di volo annuo di circa 500 ore".
In attesa di formulare circostanziate analisi e,
probabilmente, interrogativi di fattibilità, ecco il testo dello stesso “comunicato”
“Sottoscritto oggi il protocollo d’intesa fra la Gesac,
società di gestione degli aeroporti di Napoli e Salerno e l’Arpac, Agenzia
regionale per la protezione ambientale della Campania, finalizzato
all’implementazione di misure per il contenimento del rumore di origine
aeronautica e delle emissioni di CO2, attraverso l’adozione di nuove rotte
aeree ed il miglioramento del sistema di monitoraggio ambientale.
Gesac ha, infatti, commissionato ad Enav (Ente nazionale di assistenza al volo) una nuova procedura antirumore che evita il sorvolo del centro storico di Napoli per tutti i voli in partenza diretti verso nord che, secondo gli studi aeronautici, consentirà di minimizzare gli impatti acustici (30% in meno della popolazione esposta) e l’emissione di gas climalteranti (11mila tonnellate/anno di Co2), oltre a diminuire il tempo di volo annuo di circa 500 ore.
Questa procedura, entrata in vigore in fase sperimentale lo scorso 23 febbraio, vedrà la sua piena applicazione nelle prossime settimane, man mano che le compagnie aeree aggiorneranno i sistemi di navigazione di bordo inserendola tra quelle già in uso.
Al fine di validare le stime previsionali e misurare i benefici complessivi delle nuove rotte, Arpac effettuerà delle campagne di monitoraggio acustico utilizzando due nuove stazioni di rilevamento che si aggiungono alle otto già esistenti che compongono il sistema di monitoraggio di Gesac, implementato già nel 2003. A questo proposito, Gesac è stata la prima società di gestione aeroportuale a realizzare un sistema di monitoraggio e controllo del rumore e delle rotte aeree, che è successivamente diventato uno standard in Italia.
«Con il protocollo siglato oggi aggiungiamo un altro importante tassello al nostro impegno sulla sostenibilità, premiato con l’ACA 4+*, il massimo livello di certificazione ambientale in campo aeroportuale, riconosciuta solo a 18 società di gestione al mondo. Affiancandoci ad un partner istituzionale che ringrazio per il fondamentale contributo, Gesac rafforza il piano d’investimenti per una crescita sostenibile dello scalo, a tutela dell’ambiente e della salute collettiva» commenta Roberto Barbieri, Amministratore Delegato di Gesac.
«I controlli e il monitoraggio sull’impatto acustico delle attività commerciali, produttive, di trasporto», sottolinea il direttore generale dell’Arpa Campania Stefano Sorvino, «rappresentano un’importante funzione assegnata al sistema di protezione ambientale. Oltre ai controlli istituzionali svolti dall’agenzia ambientale della Campania, sono operative convenzioni mirate e specifiche, ad esempio con i comuni per i controlli sulla cosiddetta “movida” serale e notturna. Con questo accordo, aggiungiamo un altro significativo segmento nell’operatività di Arpac in questo ambito, grazie anche alla visione del soggetto gestore, ben consapevole del rapporto peculiare tra lo scalo di Capodichino, asset fondamentale per l’economia del Mezzogiorno, e il contesto metropolitano in cui si colloca e dell’esigenza di monitorare con la massima attenzione le condizioni di performance ambientale».
*ACA (Airport Carbon Accreditation) è il programma per la
decarbonizzazione degli aeroporti di ACI Europe (Airports Council
International), l’organizzazione internazionale rappresentativa di oltre 500
aeroporti in 55 paesi europei.
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