martedì 28 marzo 2023

Aeroporti, Piano di Rischio-PdR, carico antropico, tra interrogativi e/o delocalizzazione?

Con l’art. 707, 5° comma del Codice della Navigazione aerea, modificato dal D. L.vo 151/2006, ogni Piano Regolatore Generale comunali dei Comuni Aeroportuali non potranno autorizzare opere o attività incompatibili. Ogni PdR dovrebbe essere stato, inoltre, aggiornato prevedendo, una stima del carico antropico esistente e previsto sulle aree di tutela A, B, C e D in conformità alla normativa.

Tale Piano viene redatto sulla base del D.Lgs. n. 96/2005 modificato e integrato dal D.Lgs. n. 151/2006, del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli aeroporti (R.C.E.A.) - Edizione II - Capitolo 9 -Emendamento 4 del 30 gennaio 2008 –, nonché emendamento 7 del 20 ottobre 2011 con deliberazione n. 47 Edizione 2 e della Circolare APT-33 del 30 ottobre 2010 emessa da ENAC. 

Anche se la giurisprudenza si interroga se, eventuali vincoli imposti in zone aeroportuali, ad esempio, ai sensi dell’art. 715 cod. nav. e della concertazione tra Enac e Comune "dovrebbero essere recepiti nello strumento urbanistico non trattandosi di vincoli di inedificabilità assoluta derivanti dalla legge, bensì di misure conformative del territorio stabilite discrezionalmente – per la parte di rispettiva competenza – da Enac e dal pianificatore comunale; pertanto, in considerazione della natura non assoluta del vincolo, solo con il recepimento delle misure da parte dell’organo competente – cioè un Consiglio comunale – si può validamente conformare il territorio e consentire ai destinatari di conoscere i limiti imposti sulle proprie aree."

Ma, qualora al fine di procedere con l'adozione di un PRA in Consiglio comunale al fine di opporre a livello territoriale la tutela, in ottemperanza alla Circolare ENAC APT 33-ultmo paragrafo del punto 5 "Contenuti minimi di un Piano di Rischio" che prevede "Per le infrastrutture viarie, nelle aree di tutela "A" e "B" o in prossimità delle stesse va valutata la realizzazione di nuove opere che possano comportare congestioni di traffico e quindi significativo aumento del carico antropico (quali ad esempio caselli autostradali)", Ma anche stazioni ferroviarie, se la nuova realizzazione dello svincolo in zona "A", comporta congestioni antropiche e affollamento di cittadini, o se tale limitazione vada riferita solo ed esclusivamente alle barriere di pagamento (Caselli autostradali veri e propri) e che pertanto è da ritenere compatibile con le previsioni contenute nel PRA, come risolve una eventuale analisi?

Qualora, inoltre, l’adozione di un Piano di Rischio-PdR  debba fronteggiare una  delocalizzazione di una scuola media superiore con numero elevato di studenti, compresa nella zona di rischio B, con una proposta alternativa di introduzione di una destinazione residenziale e riduzione consistente del carico antropico ammissibile, la soluzione appropriata diventa la seconda e/o occorre definire solo una completa “delocalizzazione”?

La disciplina delle aree di trasformazione di una specifica previsione volta alla modifica della destinazione dell’area interessata da un istituto scolastico, utilizzato da - per ipotesi - circa 500 studenti, con il  mantenimento di una palestra esistente come attrezzatura di quartiere, con la realizzazione di aree a verde e parcheggio pubblici e la realizzazione di alcuni ettari  di superficie utile lorda da destinare a residenza, mediante intervento di demolizione e ricostruzione, con un carico urbanistico pari a circa 120 abitanti, diventa una soluzione che potrebbe essere approvata da ENAC?

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