venerdì 3 dicembre 2021

Aeroporti e impatto volatili/avifauna, dai risarcimento danni ai “maiali”!

La coesistenza tra aeroporti, velivoli in atterraggio e decollo, magari allevamenti e itticolture nelle aree naturalistiche e oasi ambientali e adesso nei pressi di colture di barbabietole zucchero è sempre stata difficle, “critica”. La sicurezza del volo e della navigazione aerea è un traguardo quotidiano, primario per l'aviazione civile/commerciale e (militare). Un contesto operativo che si allarga all'aviazione leggera all'attività “ludica” della flotta degli ultraleggeri, agli alianti, ai monomotori, ai parapendio, ecc. ecc..

Dall'Olanda ecco una novità per fronteggiare il rischio impatto volatili/avifauna negli aeroporti, e non solo, si presume entro il sedime aeroportuale. Dopo l'utilizzo più o meno efficace, come i falchi, falconi, avvoltoi, grifoni, aquile e rapaci in genere, tra folklore o tecniche affidabili è la volta dei maiali.

Perciò dopo i cannoncini e raggi laser si parla di maiali, come una ultimativa opzione?

Dopo la richiesta di risarcimento danni per ingestione di “conigli” al Boeing 737 della aerolinea ETF Airways nell'atterraggio a Brema, in Germania con la richiesta di un risarcimento di 1 milione di euro la “criticità” associata al rischio “impatto avifauna” la questione è diventata preminente.

All'aeroporto Schiphol, principale scalo dei Paesi Bassi, hub internazionale ed intercontinentale, gli uccelli sono attratti dalle coltivazioni di barbabietole da zucchero.

Come evitare o aggirare la presenza e l'arrivo di oche e altri uccelli?

L'esperimento in corso con l'insediamento dei maiali è solo una scelta bizzarra?

Nei 12 mesi novembre 2018 e il 2019, sono stati registrati 565 incidenti vicino a Schiphol, con un picco in estate. Il numero è calato a 259 attacchi nel 2020-21, ma, probabilmente, per la riduzione del traffico aereo per COVID-19.

Al momento una ventina di maiali sono impegnati in uno spazio di circa 200 ettari dei 2000 dell'intorno dello scalo. Servirà?



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