lunedì 13 novembre 2023

Aeroporti e motori. Riduzioni acustiche in decibel? La realtà percepita lo esclude!

E’ un dato di fatto incontrovertibile, le ricadute acustiche sul territorio sono scontate, anche se qualcuno (???), talvolta lo nega.

Non si può sfuggire al fatto che l'aviazione civile commerciale (senza scordare quella militare, dove peraltro le tutele per i cittadini, sembrerebbero trascurate) è “rumorosa”. Quando gli aerei atterrano e decollano, a seconda dell'aereo e della sua altitudine, mentre volano sopra la testa producono una notevole quantità di rumore. 

Le flotte di ultima generazione, nell'aggiornamento CAEP/12 (2022), analizzando le tendenze ambientali globali dell'ICAO, hanno da tempo sviluppato quattro scenari (Chapter 1, 2, 3 e 4) per la valutazione degli indici del rumore. Hanno evidenziato, come risultato, l'area totale delle curve di livello e la popolazione all'interno delle curve di livello giorno-notte (DNL) medie annuali (55, 60 e 65 dB) per 319 aeroporti globali, rappresentando circa l'80% del traffico globale.

Ma, a fronte delle politiche riduzione delle emissioni sonore dei propulsori, le ricadute sul territorio sono e saranno minori, contenute, se non poco o nulla, non percepite dai cittadini.

Anche perché, perlomeno per altri due decenni, le flotte “più rumorose”, numericamente rilevanti, continueranno ad operare sugli stessi aeroporti.

Purtroppo i miglioramenti operativi o tecnologici degli aeromobili avvenuti dopo il 2018, la realtà operativa ha ottenuto riduzioni acustiche di 0,1 EPNdB all'anno, ma esclusivamente per le flotte che sono entrati e entreranno in servizio dal 2019 al 2050.  Gli aeromobili entrati in servizio e operativi dal 2019 al 2023, registrano, pertanto, variazioni di 0,2 EPNdB all'anno, così come accadrà per gli aeromobili in flotta dal 2024 al 2050.

​Come è noto i livelli più elevati di rumore si registrano in prossimità degli aeroporti, sotto le traiettorie di volo in decollo ed atterraggio. Le evidenze, tuttavia, sembrano contradditorie, tra chi opera le flotte aeree e chi percepisce le emissioni in atmosfera: acustiche e ambientali.

Il livello "decisamente fastidioso" delle emissioni sonore, a fronte delle riduzioni singole 0,2 EPNdB all'anno al 2050, corrisponde e si confronta con la massa sonora derivata dall’incremento dei voli su ogni singola pista. Gli indici acustici sono variamente calcolati. Ogni singolo aeromobile, indubbiamente genera una rumorosità intensa, anche se tale impatto è “mediato” dal computo. Trascura la singola emissione sonora del velivolo in basso sorvolo, magari con 75/80 Lden, ma registra valori medi, giornalieri, mensili, trimestrali, annuali tali da far rivendicare, almeno ai gestori aeroportuali, il raggiungimento di traguardi ottimali di mitigazione acustica.

In breve, la riduzione dell’emissioni sonore dei propulsori è innegabile, ed in corso da almeno tre decenni, anche se il vantaggio tecnologico in microdecibel non compensa l'incremento del numero dei voli che, da un masterplan all'altro, rivela una progressiva intensificazione dei voli su una singola pista. Passati, in Italia ad esempio, da 15/20 movimenti/ora a 30/40, e come evidenziato in un recente masterplan (sottoposto attualmente alla Commissione VIA/VAS) a quasi 60 voli ogni ora per singola pista.

Ma, come ben sanno i cittadini sorvolati, all'impatto acustico classico, con zonizzazioni A, B e C in LVA, le emissioni sonore, devono sommare le vibrazioni determinate dagli aeromobili, tali da scuote le pareti, i quadri e altro, occorre aggiungere il fastidio. Il rilevante fattore del fastidio, ad ogni singolo passaggio di aeromobile, che somma le emissioni sonore alla presenza incombente del volo.

Quello che nella UE è denominato “annoyance”, un rilievo, una ricaduta derivata dalla somma delle emissioni sonore, gassose, psicologiche. Un dato di fatto sconosciuto ai legislatori italici, ancorché altrettanto dannoso.

Ma non bastasse, chi potrà mai eliminare il riflesso, la percezione psicologica derivata da ogni singolo volo? La materia, i disturbi sono rilevanti, potrebbe, magari, concernere anche una richiesta di bonus psicologico (volontario e/o obbligatorio?) per i residenti nell’intorno aeroportuale. 

Le ricadute sull'attività quotidiana dei voli su ogni soggetto, su ogni persona, sia questa manifesti e sia afflitta e consapevole dai sorvoli aerei, sia dalle persone che sembrerebbero ignorarlo.

Nessun commento:

Posta un commento