lunedì 20 settembre 2021

Malpensa, tra grandine e allagamenti, lo scalo chiude: ma chi coordina e come?

Le stime meteo lo avevano previsto e, come accade spesso, il flusso dei voli in atterraggio ed in decollo, era sottoposto alle variabili delle eventuali cellule temporalesche e della loro localizzazione. La violenta ondata di maltempo, giovedì 16 settembre, ha investito l'aeroporto di Malpensa, in un contesto, causa lavori in corso, con operazioni di volo sulla sola pista 35 Sinistra.

La cronaca riportata dai media ha descritto l'area cargo allagata, Terminal 1 infiltrato dall'acqua, area extra Shengen, posteggi e parcheggi e piste con uno strato/manto di acqua. I video on-line segnalavano cascatelle dalle scale, auto ed autisti soccorse con canotti, l'evacuazione di venti persone con i gommoni da rafting.

Sarebbero state impegnate quattro squadre dei vigili del fuoco, numerosi aerei sarebbero stati “dirottati” verso altri scali. Alle 21.30 lo scalo avrebbe, comunque, dopo circa due ore, ripreso appieno la sua operatività. In anticipo sul previsto inizialmente.

L'interrogativo da porsi, tuttavia, è il seguente: ma, in quel frangente oltremodo critico sono stati attivati il Piano di Emergenza Aeroportuale-PEA e/o il Piano di Emergenza Esterno-PEE o entrambi?

Trascurando il presupposto che entrambi, PEA e PEE, avrebbero dovuto essere riconfiguarati e funzionali, almeno per il mese dei lavori sulla pista 35 Destra, per la pista di sinistra, chi ha, innanzi tutto, coordinato le operazioni e gli interventi di soccorso?

Quali dei due, il Piano di Emergenza Aeronautico in genere o nello specifico il PEA e/o il PEE, entrambi?

In caso di eventi di forza maggiore (neve, nube vulcanica o altri avvenimenti di natura non prevedibile) sono stati sicuramente predisposti una serie di interventi, aggiuntivi rispetto a quelli offerti da vettori e società di handling, per assistere al meglio i passeggeri durante la loro permanenza in aeroporto, gli eventi previsti risultano, le seguenti situazioni di:
ALLARME

Situazione in cui, pur non ricorrendo i presupposti propri dello Stato di Emergenza, si ha motivo di ritenere imminente o probabile una condizione di pericolo per un aeromobile.

EMERGENZA

Situazione nella quale si ha certezza dello stato di pericolo in cui versa l’aeromobile ed i suoi occupanti;

INCIDENTE

Condizione nella quale si è verificato, o si presume avvenuto, un evento dannoso per l’aeromobile e/ o i suoi occupanti.

Ebbene, quale di questi tre è stato attivato e coordinato?

Gli allagamenti e criticità verificatesi all'esterno del sedime aeroportuale hanno, altresì, messo in moto anche il Piano di Emergenza Esterno?

E' una realtà che , dinnanzi al cambiamento climatico in atto, potrebbe riproporsi in tutti gli aeroporti del Belpaese. Cosa fare quindi nel contesto di attività monsonica, bombe d'acqua, windshear e downburst e trombe d'aria improvvise e violenti? Quale procedura di emergenza attivare, all'interno ed all'esterno del sedime aeroportuale? E con quale coordinatore?


Nessun commento:

Posta un commento