Con il Covid-19 e relativo lockdown, il traffico aereo ha subito un calo pari al -72,5% di passeggeri negli aeroporti italiani. Come riflesso è drasticamente diminuito anche il numero totale degli impatti (-58,95%). In proporzione, anche il numero degli impatti volatili ad una altezza superiore a 300 ft (-31%).
Ma la presentazione di uno stralcio della Relazione Annuale 2020 del Birdstrike Committee Italy illustra meglio di ogni qualsivoglia commento
“Introduzione
“Per wildlife
strike si intende generalmente l’impatto violento tra un aeromobile
e uno o più animali selvatici, prevalentemente uccelli (bird
strike), con conseguenze più o meno rilevanti, a seconda delle
dimensioni e del numero di animali impattati, della fase di volo e
della parte dell’aeromobile che viene colpita.
L’energia che
si sviluppa nell’impatto è infatti direttamente proporzionale alla
massa e al quadrato della velocità, per cui anche l’impatto con un
piccione in atterraggio, o l’aspirazione di una lepre nel motore
durante la corsa di decollo, producono lo stesso effetto di un
proiettile.
…....
Il
rischio di collisione è legato al tipo e all’intensità
dell’attività della fauna selvatica sia all’interno che
nelle
aree limitrofe dell’aeroporto. Gli animali attratti da
specifiche opere e/o attività che si svolgono intorno
all’aeroporto
possono infatti spostarsi dentro l’aeroporto o attraversare i
corridoi di movimento degli aeromobili incrementando il rischio di
impatto.
La presenza di discariche, aree umide e zone dove c’è
alta disponibilità di acqua, cibo e siti idonei dove ripararsi,
riprodursi, aggregarsi e riposare, dentro e intorno a un aeroporto,
costituiscono un’attrattiva formidabile per gli animali selvatici,
soprattutto gli uccelli. Questi sono in grado di percorrere lunghe
distanze in tempi relativamente brevi: un gabbiano reale può
nidificare a distanze superiori ai 50 km dalle aree di alimentazione,
e percorrere centinaia di chilometri al giorno solo per
nutrirsi.
Un’adeguata gestione ecologica anti-fauna del
sedime aeroportuale e del territorio circostante è senza dubbio il
più efficace sistema di mitigazione del rischio di wildlife strike,
insieme all’utilizzo di specifici apparati di deterrenza attiva
tesi all’allontanamento degli animali.
Per questo negli
aeroporti sono in vigore specifici piani di controllo e mitigazione
del rischio operati da personale specializzato (Bird Control Units),
e per lo stesso motivo l’Organizzazione mondiale dell’aviazione
civile (ICAO) e le altre organizzazioni e autorità che si occupano
di navigazione aerea hanno identificato una distanza di sicurezza
dagli aeroporti entro la quale limitare alcune attività/opere in
grado di attrarre fauna selvatica (13 km).”
Ma
cosa è accaduto nel 2020
“Rispetto all’anno precedente, nel
2020 a causa della pandemia di Covid-19 e del relativo lockdown, il
traffico aereo ha subito un calo pari al -72,5% di passeggeri negli
aeroporti italiani. Ciò ha chiaramente determinato un calo anche del
numero totale degli impatti (-58,95%). In proporzione, si osserva un
calo degli eventi al di sopra dei 300 ft (-31%) mentre, sempre in
proporzione, rispetto al 2019 il numero di segnalazioni degli impatti
cosiddetti “importanti” e cioè quelli con danni, multipli, con
ingestione nei motori e con effetti
sul volo è leggermente
aumentato nel caso degli impatti multipli (+12%) delle ingestioni
(+16%) e degli impatti che hanno generato un effetto sul volo (+10%).
Gli impatti con danneggiamento sono invece crollati (-71%).
Vista l’entrata a pieno regime del sistema elettronico di segnalazione obbligatoria degli eventi di safety, denominato eE-MOR, è stato possibile migliorare sensibilmente la qualità e la quantità dei dati di reporting, raccogliendo dati più numerosi, precisi, completi e quindi più rispondenti alla realtà. È per questo motivo che a partire dal 2017 i dati riportati dai gestori sono stati integrati da quelli registrati nel database eE-MOR.
La presenza di fauna selvatica e soprattutto di stormi di volatili in ambito aeroportuale rappresenta sempre una minaccia, soprattutto per gli impatti multipli e le possibili ingestioni nei motori in fasi critiche di decollo e atterraggio. Per questo motivo, ENAC-BSCI continua a sensibilizzare gli stakeholder territoriali sulla problematica della eliminazione delle fonti attrattive in prossimità del sedime aeroportuale e sulla necessità di lavorare in sinergia favorendo la comunicazione con gli Enti locali e l’istituzione di tavoli tecnici in materia.
Il recente documento ENAC “Linee Guida 2018/002 - Ed. 1 - 1° ottobre 2018 - Gestione del rischio Wildlife Strike nelle vicinanze degli aeroporti” è sempre più utilizzato proprio ai fini di una sicura pianificazione territoriale.
L’attività svolta dal BSCI è riconosciuta anche a livello internazionale. La World Birdstrike Association (WBA), precedentemente denominata International Birdstrike Committee, ha portato nel 2016 alla formazione del WBA – Europa; in tale ambito il BSCI, rappresentato dall’Ing. Eminente, sta partecipando attivamente facendo parte dello Steering Committee”.
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