Svolta epocale nel trasporto aereo, nella tutela ambientale, nel riconoscimento delle ricadute “ambientali” generate dagli aeroporti e del traffico aereo in genere. Il governo danese ha ribadito l’intenzione di introdurre una nuova tassa sui passeggeri aerei sulle rotte nazionali e internazionali. Un provvedimento che, viene confermato: “darà il turbo alla trasformazione verde dell’aviazione”.
La eco-tassa di imbarco sarebbe, tuttavia, imposta con
gradualità.
Sarà adottata gradualmente a partire dal 2025 e sarà
pienamente implementata entro il 2030. Si prevede che il costo medio sarà di 70
DKK (10 dollari) per passeggero nel 2025, salendo a una media di 100 DKK nel
2030.
L’imposta sarà variabile, corrispondente alla durata del
volo, con viaggi più brevi – corto raggio tassati a circa 60 DKK per passeggero,
voli a lungo raggio a circa 390 DKK. Ai passeggeri che sono in transito sugli
scali aerei danesi, saranno esclusi dalla tassa.
Le entrate complessive – sostiene il governo –
ammonterebbero a 1,2 miliardi di corone danesi e che i proventi saranno
“parzialmente restituiti” all’industria aeronautica attraverso investimenti
nell’aviazione verde. Questi includono il contributo al finanziamento
dell’ambizione di utilizzare carburanti sostenibili al 100% sui voli nazionali
entro il 2030.
“Il settore dell’aviazione in Danimarca deve, proprio come
tutte le altre industrie, ridurre la propria impronta climatica e muoversi
verso un futuro verde”, afferma il ministro danese per il clima, l’energia e
gli approvvigionamenti Lars Aagaard. “Vogliamo creare quel cambiamento in modo
che anche gli aerei verdi diventino una realtà”.
Parlando ad Aviation Week, David Surley, direttore senior
dello sviluppo delle rotte e del marketing dell'aeroporto di Aarhus, ha
sottolineato che il settore sta già lavorando attivamente su misure di
sostenibilità e ha espresso preoccupazione per la deviazione delle entrate
fiscali verso il sostegno pensionistico e l'assistenza sociale degli anziani,
invece di finanziare direttamente iniziative aeronautiche.
“C’è una grande confusione su come ciò sia avvenuto o come
sia giustificato”, afferma. “Gli operatori del settore in generale – ad Aarhus,
in altri aeroporti, compagnie aeree e viaggiatori – vorrebbero vedere una tassa
sull’aviazione pienamente allineata alle iniziative aeronautiche e non
reindirizzata alle casse statali.
“L’UE ha già solidi obiettivi verdi nell’ambito della sua
direttiva sul clima a livello europeo, quindi ci sono preoccupazioni riguardo a
scopi e obiettivi diversi, dove molti nel settore ritengono che un approccio
allineato a livello internazionale con l’economia di scala sia ottimale”.
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