Ma perché la situazione è, sostanzialmente, degenerata, al punto che un provvedimento legislativo, il Parere Positivo della Commissione VIA al Masterplan di Malpensa 2035, ovvero il Decreto di Compatibilità Ambientale emanato dal Ministro dell’Ambiente, potrebbe essere “scardinato” dal Decreto Legge121/2023 – sulla qualità dell’aria e sulla limitazione della movimentazione veicolare, caso di Malpensa?
L’antefatto, purtroppo, rimanda alla geo-localizzazione
originale dell’infrastruttura aeroportuale, da una pista-campo di volo di 100
anni fa, alla sua progressiva estensione, negli ultimi 25 anni, il sedime da
circa 930 ettari è diventato di oltre 1.200 ettari. A scapito del territorio,
dell’habitat e della comunità dei cittadini residenti in prossimità e
sottostanti alle traiettorie di decollo e atterraggio.
Gli obiettivi dell’infrastruttura aeroportuale e relativi
masterplan, inevitabilmente, sono stati di incremento dei voli, delle
destinazioni raggiunte, con movimenti aerei di circa 70mila/anno del 1998, al
picco di oltre 260.000, con traguardi di oltre 300mila/anno.
L’aeroporto, i commerci, l’economia, il turismo del nordItalia
necessitano volumi di traffico “esponenziali”
L’interrogativo da porre è il seguente: Malpensa, unica
infrastruttura hub della Padania, vincolata da una progettazione iniziale,
passata da una singola pista, ad una e mezza, a due parallele di 3960 metri di
lunghezza, risolve le esigenze operative odierne “Masterplan 2035”?
Una realtà operativa, probabilmente, inadeguata al
Masterplan 2035, tantomeno a quelle di lungo periodo.
Le integrazioni progettuali di espansione e ridefinizione
del lay-out, configurazione delle caratteristiche delle piste, manifestano una
precarietà operativa, la capacità piste vincolata ad un massimo di 70
movimenti/ora.
Un handicap che cumula la posizione delle aerostazioni,
della Cargo City, e una specialità destinata a maturare, correlata ai vincoli
derivati da un sedime delimitato.
Il sedime è circoscritto, vincolato, servirebbero almeno
altri 1.000 ettari per insediare perlomeno un’altra pista, anche se gli spazi
di ulteriori espansioni sono impraticabili. Se non a scapito del Parco del
Ticino e della Brughiera.
Le attuali ricadute ambientali, acustiche e atmosferiche,
gli indici della Matrice del Rischio Safety e Risk assesment, dovrebbero essere
sottoposte ad una specifica Commissione VIA/VAS, adeguatamente analizzate e
commisurate, in piena trasparenza e comprensione ai cittadini, ai comitati e
alle amministrazioni territoriali.
L’obiettivo da valutare è un’opzione alternativa e/o una
soluzione in parallelo, con l’identificazione di una unica infrastruttura
aeroportuale e/o accoppiata. Una pianificazione integrata con il territorio per
assicurare l’incremento del traffico aereo. Elemento fondamentale per lo
sviluppo economico.
La capacità delle infrastrutture aeroportuali abbisogna di
adeguamenti e potenziamenti, ma solo dove risulti compatibile con le condizioni
ambientali, di Safety e di Risk. Alle criticità evidenziate ed esistenti, il
prossimo Piano Nazionale Aeroporti-PNA dovrà fornire uno scenario, una visione con
strategie lungimiranti.
L’incremento della capacità aeroportuale negli scali
esistenti, la crisi dei limiti, l’indispensabile supporto alla crescita
economica deve salvaguardare le aree limitrofe. Una politica di espansione
degli stessi sedimi, non è ancora e sempre praticabile. La definizione,
l’imposizione di un eventuale tetto massimo al voli/movimenti ora/anno
potrebbe, in determinati contesti operativi, risultare una soluzione ottimale:
a tutela della safety (sicurezza del volo) e del risk (salvaguardia delle
popolazioni interessate).
La Rete Comitati Malpensa ha, pur senza far emergere le criticità sopra delineate, scritto meritevolmente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendogli di intervenire sull’emendamento
Testo della lettera integrale inviata a Mattarella:
Egregio Presidente
Le scriviamo quali persone impegnate nelle istituzioni
locali, associazioni, comitati, cittadini che da anni si occupano dei problemi
legati alla presenza sul nostro territorio dell’aeroporto di Malpensa.
Ci permettiamo di disturbarla in relazione alla conversione
in legge del Decreto Legge 121/2023 relativo alla qualità dell’aria ed alla
limitazione della circolazione veicolare, il cui iter parlamentare si è
concluso nella seduta del 24 ottobre e che ora è alla Sua firma per la
promulgazione.
La nostra attenzione è focalizzata in particolare sull’art.
1 ter inserito come emendamento al testo originario del decreto legge.
Dalla lettura degli atti parlamentari ed in particolare dal
parere espresso da Comitato per La Legislazione della Camera e dalle questioni
pregiudiziali presentate da alcuni deputati, emergono numerosi profili di
incostituzionalità, che potrebbero giustificare l’esercizio delle prerogative
previste dall’art. 74 della Costituzione, con il rinvio del provvedimento alle
Camere.
Mai è accaduto nella storia repubblicana, che con un
provvedimento legislativo si proponga di revocare un provvedimento
amministrativo complesso come il Decreto di Compatibilità Ambientale emesso dal
Ministro dell’Ambiente, provvedimento normato da disposizioni derivanti dal
diritto comunitario che l’Italia è tenuta a rispettare.
Proporre per legge la revoca del decreto del ministro
dell’ambiente assunto in data 08.06.2023 con il quale è stato approvato il
Masterplan 2035 appare assolutamente ingiustificato ed arbitrario ed dunque in
violazione della sentenza 116/2020 della Corte Costituzionale.
La procedura si è conclusa, infatti, positivamente per il
proponente, con l’unica prescrizione che l’area cargo dell’aeroporto si debba
espandere nelle aree già disponibili all’interno del sedime, e non al di fuori
distruggendo 44 ettari di un’area naturalistica per la quale è in corso il
procedimento di inserimento tra i Siti di Importanza Comunitaria: tant’è che il
proponente non ha proposto alcuna impugnazione avanti agli organi
giurisdizionali nel termine assegnato.
E, come ha sottolineato il Comitato per la Legislazione
della Camera, il riconoscimento dell’area Cargo di Malpensa come un’opera
strategica di preminente interesse nazionale sia in contrasto con l’art. 39 del
nuovo Codice degli Appalti, che prevede una specifica disciplina perché questo
riconoscimento possa avvenire.
Da ultimo non possiamo non rilevare come la norma “ad
Malpensam“ sia stata inserita all’interno di un decreto-legge con finalità del
tutto differenti: quello della tutela della qualità dell’aria.
L’espansione dell’area cargo e l’aumento del traffico merci,
porterà, infatti con sé con tutta evidenza maggior inquinamento, comportando il
passaggio di più velivoli e, una volta che le merci saranno state sbarcate, il
passaggio di più camion per trasportarle a destinazione”.
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