Quanti sono i “Comuni aeroportuali” che hanno predisposto il Piano di Rischio per le piste Codice 3 e 4,per aeroporti civili/commerciali e quanti per le piste di Codice 1 e 2 (per attività VDS, VDS Avanzato, Aviazione Generale), ovvero anche per le aviosuperfici? La “Circolare APT-36 Avio-Idro-Elisuperfici: Gestione e Autorizzazione” dell’ENAC illustra le modalità operative di quest’ultime.
Ma quanti sono i Comuni che hanno sottoposto ad ENAC il
“Piano di Rischio” per l’approvazione?
Quanti Comuni aeroportuali, sono, invece, inadempienti ed il
territorio limitrofo e circostante ad una pista di volo – più o meno trafficata
- non è urbanisticamente vincolato e disciplinato al Piano Limitazione Ostacoli
e Piano di rischio, come disposto dall’all’Art. 707 del Codice di navigazione,
quanto per le geometrie del Piano di Rischio?
Tre interrogativi e tre possibili risposte per l’attivazione
della salvaguardia dell’attività di volo da un lato, e la salvaguardia dal
rischio incidenti aerei per la popolazione, per l’habitat e per la comunità
residente e insediata:
1. piano di sviluppo aeroportuale – a cura del Gestore
dell’aeroporto/ENAC
2. mappe di vincolo e valutazione ostacoli al volo – a cura
ENAC;
3. piano di rischio aeroportuale – a cura del Comune/i
interessati.
Ma agli interrogativi posti appare conseguente rilevare una
inevitabile considerazione di sintesi:
-
l’attività di volo in carenza dell’approvazione
delle cosiddette “servitù aeronautiche” è, comunque autorizzata?
Ma quante sono le piste di volo, tra
campi di volo e aviosuperfici, tra piste erbose, cementate, asfalto, pavimentate,
tra scali minori di aviazione civile/commerciale, hub, strategici,
internazionale, intercontinentali e periferici?
Quante piste operano con il
Certificato di Aeroporto EASA, e quante – con piste non
pavimentate inferiori a 800 metri – senza, ma soprattutto quante sono?
Ma
quante, infine, operano, magari in attesa di approvazione, senza mappe di
vincolo e piano di rischio, a chi tocca gestire un censimento dettagliato?
Considerazioni
aggiuntive riguardano le aerobasi militari e NATO: come sono tutelate la
sicurezza del volo e le popolazioni dell’intorno dal rischio incidenti?
La “Circolare APT-33 - Piani di rischio previsti dall’art. 707 del Codice della Navigazione”, nella sezione APPLICABILITA’, riporta:
“L’articolo
707 del Codice della Navigazione si applica a tutti gli aeroporti aperti al
traffico civile, sia commerciale che di aviazione generale.
La
presente circolare è finalizzata a fornire criteri ed indicazioni ai Comuni il
cui territorio è soggetto ai vincoli derivanti dai piani di rischio, nelle
direzioni di decollo ed atterraggio. Il rispetto della presente circolare è
essenziale per l’ottenimento del parere dell’ENAC, di cui al capitolo 9 –
paragrafo 6.7 del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti.”
“I
Comuni, a seguito del parere dell’Enac, adottano il piano di rischio e ne
recepiscono le previsioni nei propri strumenti urbanistici. I Comuni danno
evidenza all’Enac dell’adozione del piano di rischio”.
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