martedì 9 maggio 2023

Piani di Rischio: aviosuperfici e piste di lunghezza fino a 800/1200 metri!

Quanti sono i “Comuni aeroportuali” che hanno predisposto il Piano di Rischio per le piste Codice 3 e 4,per aeroporti civili/commerciali e quanti per le piste di Codice 1 e 2 (per attività VDS, VDS Avanzato, Aviazione Generale), ovvero anche per le aviosuperfici? La “Circolare APT-36 Avio-Idro-Elisuperfici: Gestione e Autorizzazione” dell’ENAC illustra le modalità operative di quest’ultime.

Ma quanti sono i Comuni che hanno sottoposto ad ENAC il “Piano di Rischio” per l’approvazione?

Quanti Comuni aeroportuali, sono, invece, inadempienti ed il territorio limitrofo e circostante ad una pista di volo – più o meno trafficata - non è urbanisticamente vincolato e disciplinato al Piano Limitazione Ostacoli e Piano di rischio, come disposto dall’all’Art. 707 del Codice di navigazione, quanto per le geometrie del Piano di Rischio?

Tre interrogativi e tre possibili risposte per l’attivazione della salvaguardia dell’attività di volo da un lato, e la salvaguardia dal rischio incidenti aerei per la popolazione, per l’habitat e per la comunità residente e insediata:

1. piano di sviluppo aeroportuale – a cura del Gestore dell’aeroporto/ENAC

2. mappe di vincolo e valutazione ostacoli al volo – a cura ENAC;

3. piano di rischio aeroportuale – a cura del Comune/i interessati.

Ma agli interrogativi posti appare conseguente rilevare una inevitabile considerazione di sintesi:

-          l’attività di volo in carenza dell’approvazione delle cosiddette “servitù aeronautiche” è, comunque autorizzata?

Ma quante sono le piste di volo, tra campi di volo e aviosuperfici, tra piste erbose, cementate, asfalto, pavimentate, tra scali minori di aviazione civile/commerciale, hub, strategici, internazionale, intercontinentali e periferici?

Quante piste operano con il Certificato di Aeroporto EASA, e quante – con piste non pavimentate inferiori a 800 metri – senza, ma soprattutto quante sono?

Ma quante, infine, operano, magari in attesa di approvazione, senza mappe di vincolo e piano di rischio, a chi tocca gestire un censimento dettagliato?

Considerazioni aggiuntive riguardano le aerobasi militari e NATO: come sono tutelate la sicurezza del volo e le popolazioni dell’intorno dal rischio incidenti?

La “Circolare APT-33 - Piani di rischio previsti dall’art. 707 del Codice della Navigazione”, nella sezione APPLICABILITA’, riporta:

“L’articolo 707 del Codice della Navigazione si applica a tutti gli aeroporti aperti al traffico civile, sia commerciale che di aviazione generale.

La presente circolare è finalizzata a fornire criteri ed indicazioni ai Comuni il cui territorio è soggetto ai vincoli derivanti dai piani di rischio, nelle direzioni di decollo ed atterraggio. Il rispetto della presente circolare è essenziale per l’ottenimento del parere dell’ENAC, di cui al capitolo 9 – paragrafo 6.7 del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti.”

“I Comuni, a seguito del parere dell’Enac, adottano il piano di rischio e ne recepiscono le previsioni nei propri strumenti urbanistici. I Comuni danno evidenza all’Enac dell’adozione del piano di rischio”.

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