lunedì 15 maggio 2023

Traffico aereo, aeroporti, CO2-climalteranti: sono traguardi “fantomatici”?

L’ICAO con il controllo e riduzione della CO₂ nel trasporto aereo nel 2016, con la 39ma sessione dell'Assemblea ha adottato la risoluzione A39-2 “Consolidated statement of continuing ICAO policies and practices related to environmental protection – Climate Change”. La Risoluzione, ha riproposto le decisioni assunte con le risoluzione A38-17 e A38-18 del 2013.

Perseguire politiche idonee a limitare o ridurre le emissioni che contribuiscono al cambiamento climatico globale. Con la 40ma assemblea ICAO, ha inoltre migliorato – riportano i documenti ufficiali -  tali iniziative con acquisito i progressi e sviluppi tecnologici.

Ogni Paese avrebbe inoltre impostato una Risoluzione per individuare negli Action Plan nazionali il principale strumento nella lotta alla riduzione delle emissioni.

Il Doc ICAO 9988 “Guidance on the Development of States’ Action Plans on CO₂ Emissions Reduction Activities” avrebbe fornito importanti indicazioni sugli aspetti chiave per lo sviluppo e l’aggiornamento triennale degli Action Plan senza obbligare gli Stati a specifiche attività, sul presupposto che le soluzioni di carattere organizzativo, legale o procedurale devono essere adattate ai differenti contesti nazionali.

Con gli Action Plan gli Stati avrebbero potuto:

-          monitorare e comunicare all’ICAO le quote di emissione di CO₂;

-          delineare le rispettive politiche e azioni di contenimento;

-          fornire informazioni sul “basket of measures” (misure individuate dall’ICAO per limitare o ridurre le emissioni di CO₂) sulla base delle capacità nazionali e delle eventuali esigenze di assistenza.

La prima formulazione degli Action Plan nazionali era del 2012.

Le linee guida ICAO, avevano in sostanza impegnato gli Stati europei a predisporre obiettivi comuni, gli interventi di riduzione condivisi e consolidati a livello UE.

Nel 2016, anche l’Italia ha presentato il piano triennale del Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni del CO2, come stabilito dalla Risoluzione assembleare ICAO del 2013; una revisione elaborata sulla base delle linee guida ICAO contenute nel Doc 9988.

Ma, se i dati storici relativi al traffico internazionale, al consumo di carburante e alle emissioni di CO₂ registrati a partire dal 2010, con l’incremento delle previsioni di traffico, di consumo di carburante e di emissioni, occorre sottolineare una sostanziale assenza di misure concrete nella riduzione di CO₂ generato nel ciclo LTO (atterraggio/decollo). Quali reali benefici diretti erano, in definitiva, stati perseguiti e realizzati?

Le flotte aeree in servizio, nonostante la produzione di aeromobili e propulsori a minor impatto “gassoso” non hanno, sostanzialmente intaccato le emissioni primarie e climalteranti generate.

L’incremento del traffico aereo, non potrebbe che, aver aumentato le emissioni gassose globali.

L’individuazione di misure, peraltro, in corso di applicazione per la riduzione del CO₂ da parte dei vari soggetti del settore aereo, non ha quantificato reali benefici. Nonostante l’implementazione delle misure di riduzione del CO₂, sia con riferimento al traffico intercontinentale, internazionale, nazionale e complessivo, le misure adottate hanno interessato riduzioni in ambito di sedime aeroportuale e mobilità on ground dei mezzi di assistenza al volo

In definitiva l’Action Plan, ha solo delineato programmi di monitoraggio delle misure di protezione ambientale. Nel Belpaese il Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del protocollo di Kyoto, ha operato secondo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente.

Nel quadro più ampio del sistema ETS, il mercato Europeo ETS delle quote di gas inquinanti (principalmente CO2), avrebbe dovuto contrastare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra.

Il sistema opera secondo il principio della “limitazione” e dello “scambio” delle emissioni, tuttavia, interessa tutto il traffico degli operatori aerei europei e una percentuale inferiore di quelli dei maggiori Paesi terzi.

Gli obiettivi del sistema ETS (con riferimento alle emissioni rilevate nel 1990) avevano stimato di:

ridurre le emissioni del 20% entro il 2020;

ridurre le emissioni del 40% (come target minimo) entro il 2030;

ridurre le emissioni dell’80-95% entro il 2050 (Europa ad impatto climatico 0).

Il Sistema ETS in generale tiene in considerazione le emissioni relative ai gas serra costituiti da:

-          Anidride Carbonica (CO2);

-          Ossido di diazoto (N2O);

-          Perfluorocarburi (PFCs),

Il settore dell’Aviazione Civile è tuttavia interessato dal Sistema ETS per le sole emissioni di CO2.

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