Le piste degli aeroporti del Belpaese sono nella quasi totalità certificati 4D, alcuni anche 4E e 4F.
Niente di anomalo ed enigmatico. Tutte le piste con una
lunghezza superiore a 1800 metri di lunghezza sono classificate con il codice
4. Sono di classe D quando operano velivoli con apertura alare maggiore o
uguale a 36 m ma inferiore a 52 m e distanza esterna tra i carrelli principali
maggiore o uguale a 9 m ma inferiore a 14 m. Tra di questi sono i velivoli Boeing
767-300 ER con apertura alare di 47.57 metri
Sono di classe E se le flotte che decollano ed atterrano
hanno apertura alare maggiore o uguale a 52 m ma inferiore a 65 m e distanza
esterna tra i carrelli principali maggiore o uguale a 9 m ma inferiore a 14 m. Come
la tipologia di aerei equivalenti al Boeing 787-800 con una apertura alare di 60,
12 metri.
Infine, sono di classe F con apertura alare maggiore o
uguale a 65 m ma inferiore a 80 m e distanza esterna tra i carrelli principali
maggiore o uguale a 14 m ma inferiore a 16 m. In questa categoria va iscritto l’Airbus 380 con
una apertura alare di 79.75 metri.
Ebbene se i voli transoceanici, anche identificati
intercontinentali e/o di lungo raggio, sono prevalentemente di classe E ed F
quali sono gli aeroporti del Belpaese certificati per le operazioni di tali
voli?
Le infrastrutture aeroportuali a norma, perciò senza alcuna
deroga agli standard ICAO-EASA dovrebbero configurare una distanza tra la pista
e le vie di rullaggio, quella tra la linea centrale della pista e la linea
centrale della pista di rullaggio parallela nell'area di volo, a garanzia della
safety- sicurezza dell'aeromobile in esecuzione sulla pista, tale distanza tra
pista e via di rullaggio, come un aeroporto 4D, non deve essere inferiore a 176
metri.
Con la crescita del traffico aereo e l’incremento dei
movimenti aerei sulle piste, ampliando l'operatività degli aeroporti civili e
militari, l’interrogativo da porsi è il seguente:
- - gli standards layout/configurazione piste/rullaggi/strip
area/parcheggi/terminal EASA-ICAO sono stati adeguati alle rinnovate esigenze
applicative?
Le analisi e la presentazione di Masterplan, peraltro
sottoposti alle verifiche ed al parere della Commissione di VIA/VAS, al fine di
evitare “collisioni a terra” in ambito di land-side, sono stati, comunque
sottoposti alle valutazioni di risk assessment?
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