I decolli sulla città di Treviso piuttosto che verso Quinto
di Treviso, sul cui territorio operano tutti gli atterraggi sulla pista
posizionata a ridosso del fiume Sile sembrerebbero aver improvvisamente “scosso” le
popolazioni, ma soprattutto il sindaco Conte di Treviso.
Perché? Occorre interrogarsi sul tardivo riscontro, sia del
Sindaco, quanto di cittadini e dei Comitati che li rappresentano.
In fondo era stato lo stesso Comune di Treviso, sul sito web
municipale che il 23 marzo 2021 aveva segnalato una nota specifica:
”INCONTRO TRA IL SINDACO DI TREVISO MARIO CONTE E IL
PRESIDENTE DEL GRUPPO SAVE ENRICO MARCHI – «SUBITO AL LAVORO PER LO SVILUPPO
DELL’AEROPORTO»
Questa mattina nella sede del Gruppo Save di Venezia si è
tenuto un incontro fra il sindaco di Treviso Mario Conte, il Presidente Enrico
Marchi e il Presidente di AerTre Marco Pinzi con lo scopo di stilare il
cronoprogramma delle opere necessarie per lo sviluppo dell’aeroporto Canova di
Treviso.
«Ringrazio il Presidente di Save Marchi che ha condiviso con
la nostra Amministrazione l’intenzione di non perdere neanche un minuto di tempo»,
afferma il sindaco di Treviso Mario Conte. «Abbiamo voluto stabilire quali sono
le priorità per una crescita sostenibile e in equilibrio con il territorio
dell’aerostazione, dalle opere di mitigazione ambientale alla passerella sulla
Noalese». «Un altro aspetto particolarmente importante è la viabilità»,
prosegue il primo cittadino. «Il “Canova” deve rappresentare una risorsa per il
territorio e, in questo senso, la viabilità è un aspetto fondamentale non solo
per favorirne l’accessibilità da parte dell’utenza ma soprattutto per garantire
flussi di traffico ordinati e veloci a Treviso e in tutta l’area interessata».
«La firma del decreto da parte dei Ministri Cingolani e Franceschini ha
sbloccato una situazione che si trascinava da anni. Ora la palla passa subito
ai tecnici per mettere nero su bianco il piano di sviluppo»”.
Il nuovo Masterplan aveva delineato uno scenario di maggiori
decolli sulla città, in aggiunta a quelli determinati dall’intensità e
direzione del vento, perciò stupirsi che sorvolino, magari non proprio a bassa
quota, ma nel rispetto delle procedure SIDs di decollo, non costituisce nulla
di anomalo.
E’ quello che accade quando una pista di aviazione commerciale
è affossata tra una comunità di cittadini e di quartieri urbani. Magari ad
elevata densità abitativa.
Ma se il nuovo masterplan ha previsto il 21% dei decolli verso
Treviso, se la zonizzazione acustica AEDT/INM in Lva, come la rete delle
centraline di monitoraggio, non registrano sforamenti e violazioni ai limiti
acustici prefissati, cosa fare? Se nessuno rende trasparente le modalità di
calcolo e la certificazione acustica, se non impugna tali database e relativi
risultati, come si può affermare d’essere stravolti dal rumore aereo?
Far decollare il 100% dei voli su Quinto di Treviso non può
risultare l’alternativa adeguata, cosa fare allora?
Se i cittadini di Quinto di Treviso non protestavano
rivendicando minori livelli acustici, perché i cittadini di Treviso sono
insorti al punto che lo stesso sindaco Conte richiede un immediato intervento
risolutore?
La protesta rimanda ai livelli acustici registrati dalle orecchie dei
cittadini, o ai voli a bassa quota che non hanno un significato diretto sulle
ricadute ambientali?
Infondo, peraltro, un decollo ritenuto “più basso” potrebbe
essere associato ad una spinta di decollo ridotta, ad una riduzione di spinta,
alla potenza di salita ad una quota inferiore, ma con gradienti di salita
maggiore. Anche in relazione ad emissioni di CO2 ed NOx inferiori. Ma sono
considerazioni troppo tecniche, spesso avulse, dalle analisi dei cittadini
sorvolati dall’esplosivo rumore dei motori.
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