Dal
pilota positivo ai 12 passeggeri: serve uno stop ai voli? Dalla
Grecia che ha sospeso dal 2 Giugno tutti i collegamenti aerei con il
Qatar a seguito dei 12 passeggeri trovati positivi (sui 91 a bordo)
sbarcati ad Atene (volo Doha-Atene), al pilota ai comandi del volo
AI-1945 da New Delhi a Mosca, Air India Airbus A320-200N,
immatricolato VT-EXR mentre era ad una quota di FL 380.
Sono
due vicende dei giorni scorsi.
Se
l'autorità greca ha posto uno stop iniziale dei voli fino al
prossimo 15 Giugno, i responsabili di Air India hanno
invece imposto il rientro dell'Airbus 320 a New Delhi, dove è
riatterrato dopo 2 ore e 40 minuti dalla partenza.
Sono
state immediatamente attivate misure precauzionali in entrambi le
circostanze, ma post-volo, due eventi che, in fondo, evidenziano le
“precarietà” associate alla ripresa dei voli in uno scenario di
permanenza del Coronavirus, anche se il numero dei contagi è
sicuramente in progressiva riduzione
Molto
probabilmente passeggeri e personale di volo coinvolti in entrambi i
voli saranno sottoposti a misure di quarantena anche se il punto
chiave delle due vicende rimanda al rischio contagio in cabina
passeggeri e nei cockpit dei piloti.
Autorità
ed organismi internazionali preposti alla “sicurezza” sanitaria
dei voli sembrerebbero aver attivato un marketing informativo di
tutela assicurata.
Ma
se il riscontro del “tampone” e/o del test “sierologico
pre-volo” non sembrerebbero assicurare garanzie di sorta come
prevenire le contaminazioni on-line? Il distanziamento o bordo,
l'utilizzo delle mascherine, qualora attivate, sono misure adeguate?
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