Qual è il rapporto tra il fastidio causato dal rumore degli aerei, di ogni singolo passaggio di un volo, sia esso in decollo e/o atterraggio con la sensibilità soggettiva all'impatto acustico derivato? E' una questione che è stata spesso trascurata. Se non ignorata, almeno in Italia.
Considerazioni che rimandano sia alla popolazione che vive nelle Zone A, B e C della Zonizzazione LVA, quanto dei cittadini sottoposti alle curve isofoniche, ritenute spesso, acusticamente, meno rilevanti, della Classificazione "Comunale".
In Gran Bretagna il documento “Aircraft Noise and Annoyance:
Recent findings - CAP 1588CAP 1588 ha, da tempo, illustrato la materia.
Nelle note di sintesi si rileva:
“Questo rapporto ha fornito una panoramica del contesto,
delle metodologie che circondano e delle recenti ricerche sul fastidio indotto
dal rumore degli aerei. Diversi temi sono emersi nella letteratura e possono
essere riassunti come:
▪ In breve, c'è stato un cambiamento nelle risposte al
fastidio; le persone sono più fortemente infastidite ora dal rumore degli aerei
rispetto a 30 anni fa, ma è importante tenere in considerazione i fattori
confondenti.
▪ Per quanto riguarda il fastidio che cambia nel tempo,
rimangono domande sul fatto che ciò sia dovuto a metodi di indagine e/o fattori
non acustici piuttosto che a un cambiamento di atteggiamento nei confronti del
rumore degli aerei.
▪ Lo studio NORAH ha sfruttato un'opportunità naturale per
l'esplorazione delle risposte al fastidio in seguito all'apertura di una nuova
pista e all'implementazione di un coprifuoco notturno e ha scoperto che le
risposte al fastidio erano particolarmente forti per livelli di rumore più
bassi (inferiori a 55 dB LAeq,24h); per le persone che hanno sperimentato un
aumento nei livelli di rumore nell'anno successivo all'apertura della pista e
per il primo anno dopo l'apertura rispetto all'anno successivo, che ha visto
una diminuzione del fastidio e dell'effetto di livellamento.
▪ L'esame degli aeroporti ad "alto tasso di
variazione" (HRC) e "basso tasso di variazione" (LRC) ha
rivelato che i residenti intorno agli aeroporti LRC sono in grado di tollerare
livelli di rumore superiori di 7-10 dB rispetto alla curva UE suggerita e in
termini di livello di tolleranza della comunità (CTL). Le persone che vivono
intorno agli aeroporti HRC mostrano un livello di tolleranza della comunità
(CTL) inferiore e sono state più infastidite di circa 5 dB sulla curva UE.
▪ Esiste il potenziale per studi longitudinali al fine di
ottenere una chiara cronologia degli atteggiamenti nel tempo nel Regno Unito.
Ciò potrebbe essere possibile con la ripetizione dello studio SoNA.
▪ Sono stati fatti diversi tentativi per cercare di spiegare
la varianza all'interno della risposta di fastidio, utilizzando la modellazione
per calcolare il peso dei fattori non acustici.
Questo è un lavoro importante e dovrebbe portare a
metodologie migliorate per gli studi sul fastidio e a una maggiore comprensione
delle caratteristiche della risposta di fastidio.
▪ Rimane una domanda sul fastidio notturno. È molto
difficile separare la risposta di disturbo del sonno dalla risposta di fastidio
notturno e ci si potrebbe chiedere se questo abbia anche una certa importanza.
▪ Si raccomanda di includere nei sondaggi futuri domande
sulla fiducia nelle autorità e sull'equità percepita nelle decisioni relative
al traffico aereo, data l'importanza di questi aspetti per la risposta di
fastidio”.
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