martedì 12 marzo 2024

Aeroporti e impatto acustico: decreti e leggi. Ma troppe ambiguità e nessuna sanzione

La caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale è inquadrata dalle leggi, dai decreti e da una prassi che non sembrerebbe riprodurre la percezione “acustica” che i cittadini sopportano ad ogni sorvolo e/o passaggio di un aeromobile. Il cittadino, ad esempio, registra il picco del decibel e la sua durata, nelle varie fasce orarie e rispondendo alla sua soggettività psicologia di sopportazione. 

I dati acustici delle classificazioni comunali e zonizzazione LVA rappresentano medie ponderate. Ma un danno altrettanto “deleterio-nefasto” è quello che in lingua inglese è noto come “annoyance”, ovvero il “fastidio” associato al passaggio, di un aeromobile.

Una sorta di disturbo/malessere costante, talvolta indifferente alla rumorosità stessa del velivolo. Una realtà, probabilmente originata – sostiene qualche corrente psicologica – da componenti psicopatologiche individuali. Ma un velivolo in atterraggio associa il rumore dei motori, al rumore della fusoliera-ali a quello dei carrelli estesi. Una suddivisione tripartita in parti equivalenti, quando, invece, in decollo il frastuono dei propulsori alla spinta di decollo e salita è nettamente prevalente.

Il quadro normativo dell’impatto acustico nel Belpaese, tuttavia, sembrerebbe registrare esclusivamente le emissioni gassose dei propulsori, a getto e/o turboelica (vedi nota e lista sottostante).

La rete di monitoraggio dei sorvoli in decollo e atterraggio dovrebbe essere sottoposta al documento Linee guida ISPRA "Linee guida per la progettazione e la gestione delle reti di monitoraggio acustico aeroportuale".

Anche se secondo alcuni tecnici acustici tali Linee Guida non dettano obblighi di carattere legislativo e che quindi le indicazioni, in esse riportate, verranno adeguate ed interpretate alla luce della struttura dell’aeroporto, del territorio circostante ed alle conseguenti caratteristiche della rete di monitoraggio. Una precisazione che tenderebbe ad assolvere l’inadeguata predisposizione di numerose reti di monitoraggio degli aeroporti italiani.

Il sistema di rilevamento del rumore aeroportuale, stazioni di misura, posizionate in corrispondenza delle traiettorie di decollo e di atterraggio, di monitoraggio ai sensi delle Linee Guida DGR 808/2005. Ma le tipologie delle centraline assolvono tali compiti?  Interrogarsi sulla mancata congruità di utilizzo delle tipologie A (ambiente), M (monitoraggio) e V (violazione) e d’obbligo. Anche in rapporto alla dispersione laterale delle rotte nelle fasi di decollo. Talvolta il percorso degli aeromobili sono considerati on-track anche con una dispersione di un miglio nautico. Anche le varianti/violazioni/scostamenti sui gradienti di salita nominali in decollo, imporrebbero la definizione e insediamento di centraline di monitoraggio di tali escursioni: fonte indubbio di extra rumore aereo in rapporto alle modelizzazioni con AEDT – INM nella definizione della zonizzazione LVA delle Zone A, B e C isofoniche.

Modelizzazioni AEDT-INM, spesso poco trasparenti, causa l'assenza di una condivisione del database di input. Spesso senza i dati orografici con inevitabili distorsioni di sintesi. Magari rappresentate dalla sola mappa grafica della zonizzazione LVA, senza una allegata relazione illustrativa.

Il contesto dell’impatto acustico, almeno nel Belpaese, sembrerebbe, inoltre trascurare, le multe ai piloti/aerolinee trasgressori. In taluni aeroporti, anche in Europa, ad esempio, sono stati posti tre limiti in vigore. Lo sforamento di limiti acustici prestabiliti sono sanzionati con multe di circa 500/1500/4000 euro, in relazione alla fascia oraria di pertinenza.: uno per il giorno, uno per le spalle e uno per la notte.

Il quadro normativo di riferimento vigente è il seguente:

Legge 26/10/95 n° 447 – Legge quadro sull’inquinamento acustico;

D.M. 31/10/1997 – Metodologia di misura del rumore aeroportuale;

DPCM 14/11/97 - Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore;

D.M. 16/03/98 – Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico;

D.M. 20/05/99 – Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico;

D.M. 3/12/1999 – Procedure Antirumore e zone di rispetto negli aeroporti.

D.M. 29/11/2000 – Criteri per la predisposizione, da parte di società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore.

D.M. 23/11/2001 – Modifiche all’allegato 2 del Decreto Ministeriale 29 Novembre 2000 - Criteri per la predisposizione, da parte di società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore.

D.Lgs. 17 gennaio 2005 n° 13 - Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari

D.Lgs. 19 agosto 2005 n° 194 - Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale

D.Lgs. 19 agosto 2005 n° 195Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso al pubblico all'informazione ambientale

ENAC Circolare APT 26 03/07/2007 “Contenimento dell’inquinamento acustico nell’intorno aeroportuale”.

Linee guida ISPRA1 "Linee guida per la progettazione e la gestione delle reti di monitoraggio acustico aeroportuale".

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