mercoledì 21 aprile 2021

Aeroporti e impatto sonoro, la distorsione della Classificazione Comunale

Quanto e come incide il rumore aereo? E', forse, ignorato, ovvero non contemplato?  

Se da un lato l'impatto del traffico aereo descrive e contestualizza la “zonizzazione acustica” delle flotte in decollo ed atterraggio e nelle fasi di movimentazione a terra, entro il sedime aeroportuale e nell'immediato intorno secondo i criteri, ovvero i limiti per la rumorosità prodotta dalle attività aeroportuali come definite all'art. 3, comma 1, lettera m), punto 2), della legge 26 ottobre 1995, n. 447 :

zona A: l'indice LVA non può superare il valore di 65 dB(A);

zona B: l'indice LVA non può superare il valore di 75 dB(A);

zona C: l'indice LVA può superare il valore di 75 dB(A).

Al di fuori delle zone A, B e C l'indice LVA non può superare il valore di 60 dB(A).

Una sostanziale discrepanza sorge quindi tra le “emissioni aeree” e quelle all'origine della classificazione acustica dei Comuni dell'intorno del sedime e dei Comuni sottostanti ai decolli ed agli atterraggi.

Con lL'entrata in vigore della “Legge quadro sull'inquinamento acustico” n. 447 del 1995 sono state fissate le competenze dei Comuni, ovvero quella relativa alla predisposizione dei piani di classificazione acustica comunale. La classificazione acustica del territorio ha come obiettivo il contributo specifico per gli aspetti di acustica ambientale agli indirizzi di sviluppo urbanistico e il risanamento delle aree in cui si verifica il superamento dei valori limite previsti DPCM 14 novembre 1997. In ogni Regione tale adempimento dovrebbe essere recepito attraverso una specifica normativa regionale in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico.

Tale legge Regionale detta le disposizioni per la tutela dall‘inquinamento acustico in ambiente esterno e abitativo. Il Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) diventa quindi un atto tecnico-politico di programmazione, controllo e pianificazione del rumore volto a prevenire e ridurre gli effetti nocivi e fastidiosi del rumore ambientale originato da sorgenti artificiali e tutelare l‘ambiente sonoro naturale considerato come risorsa e parte integrante del paesaggio.

Come si procede per la classificazione acustica del territorio?

La zonizzazione acustica consiste nella suddivisione del territorio comunale in aree omogenee in funzione della loro destinazione d'uso, della morfologia del territorio, della viabilità e dei trasporti, della presenza o meno di infrastrutture rumorose. Ad ogni area comunale sono associati dei valori limite di rumore  sia in termini di emissione delle singole sorgenti, che di livelli assoluti immessi in una zona dall’insieme di tutte le sorgenti sonore presenti, che di livelli di qualità ai quali tendere nel tempo.

Le sei classi previste dal DPCM 14/11/1997 (visualizzate graficamente attraverso i sottostanti colori) in cui suddividere il territorio comunale sono le seguenti:

Classe

Descrizione

I- Aree particolarmente protette

Sono le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

II- Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale

Sono le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali.

III- Aree di tipo misto

Sono le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

IV- Aree di intensa attività umana

Sono le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

V- Aree prevalentemente industriali

Sono le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

VI- Aree esclusivamente industriali

Sono le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.


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