giovedì 25 marzo 2021

Aeroporto Treviso, dall'OK al Masterplan 2030 alle criticità evidenziate

Una densità abitativa 1.481 ab/km2. Lo “Storico” comunicato della M. Caldato!

Nell'ultima settimana, dopo l'annuncio del Parere positivo al Masterplan 2030, al fine di contestualizzare la realtà operativa dell'attività di volo del Canova e le criticità associate al territorio circostante, appare indispensabile presentare alcune note dello Studio One Works-KPMG-Nomisma ed il Comunicato della Consigliera Maristella Caldato del 2012 (disponibile download dal sito del Comitato Aeroporto Treviso-Stop all'ampliamento).

Nel settembre 2010, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, uno Studio affidato da ENAC all’ATI One Works-KPMG-Nomisma ha come obiettivo principale quello di definire, a partire dall’analisi approfondita delle condizioni di fatto degli aeroporti e più in generale del sistema aeroportuale italiano, uno scenario evolutivo di sviluppo del traffico aereo italiano, in grado di rappresentare le esigenze future, oltre che quelle attuali, attraverso un quadro previsionale sia a livello generale, con riferimento all’intera rete nazionale, che di ordine particolare in relazione al singolo aeroporto.

Nella sezione della “Potenzialità’ degli aeroporti, posizionamento e ruolo” l'aeroporto Canova di Treviso ha, tra l'altro, rilevato:

“Le principali criticità che presenta l’aeroporto sono determinate dalla difficoltà di ulteriori sviluppi delle infrastrutture per la presenza di elementi naturali e artificiali negli intorni del sedime. In particolare: a Sud la presenza del fiume Sile limita eventuali allungamenti della pista e rende difficoltosa anche l’installazione di strumentazioni di ausilio alla navigazione aerea, a Nord la presenza di infrastrutture stradali e la presenza di insediamenti antropici limita future espansioni lungo tale direzione. Particolarmente critica la dotazione di parcheggio.


Inquadramento territoriale

L’aeroporto Canova è ubicato per buona parte nel territorio comunale di Treviso, caratterizzato da
un’altissima densità abitativa 1.481 ab/km2, e, in minima parte, nel comune di Quinto di Treviso.
Diviene aeroporto civile attorno alla metà degli anni 30, ma solo nel 1953, su iniziativa degli enti locali, sorge la prima aerostazione civile. L’aeroporto è una infrastruttura militare aperta anche al traffico civile internazionale; la parte militare e quella civile condividono l’uso della pista disponendo di piazzali differenziati.
L’aeroporto è localizzato a circa 3 km a sud-ovest della città di Treviso e a 29 km dall’aeroporto di VeneziaTessera. Il sedime aeroportuale occupa un’area di circa 147Ha, stretto tra il fiume Sile e la strada 515 Noalese, in prossimità di un’area caratterizzata da edificazione mista residenziale, commerciale, direzionale e produttiva artigianale.


Limiti e vincoli (1)
Lungo il confne del sedime aeroportuale sono presenti insediamenti residenziali e produttivi, diversi
per estensione e dimensione dei fabbricati, che rappresentano il maggiore vincolo allo sviluppo dello scalo. Dal punto di vista ambientale il vincolo principale è costituito dalla presenza del fiume Sile ad ovest del sedime, e relativo parco, sottoposti a vincolo paesistico.


Limiti e vincoli (2)
Lungo il confine del sedime aeroportuale sono presenti alcuni insediamenti che si differenziano per estensione e per dimensione dei fabbricati.
Un primo insediamento, non denso, è situato nella parte nord del confine, parallelamente alla pista di volo 07- 25; un altro insediamento, di tipo misto residenziale e commerciale, più denso ma di estensione inferiore rispetto al precedente, è situato a est, tra la tangenziale di Treviso e il sedime aeroportuale. Ad ovest del sedime oltre la fascia del parco del fiume Sile si sviluppa il centro abitato di Quinto di Treviso.
Questa localizzazione rappresenta il principale problema per lo sviluppo dell’aeroporto, in quanto pone forti limitazioni all’acquisizione di nuove aree. Una eventuale espansione dell’area Land Side potrebbe essere possibile unicamente lungo la Noalese connessione viaria. Tuttavia, la recente realizzazione di una intersezione a due livelli tra la SR515 e la tangenziale sud di Treviso, che collega direttamente alla autostrada A27, ha portato miglioramenti alla accessibilità dell’aeroporto.
La dotazione attuale dei parcheggi è il vero grande punto critico. Le aree per la sosta sono tutte esterne al sedime aeroportuale su proprietà di privati, ma ad uso esclusivo dell’aeroporto, regolamentate attraverso delle royalties, distanti dal terminal e spesso con accesso diretto dalla SR515.

Una situazione assolutamente frammentaria e dettata da una logica di gestione dell’emergenza piuttosto che da una logica di pianificazione in relazione ai bisogni.
Complessivamente la dotazione di sosta è di 800 posti auto, per sosta lunga, gestiti da Union Tours, 119 posti auto, per carico-scarico/sosta breve, gestiti da AerTre e 155 posti auto per autonoleggi.
E’ previsto un parcheggio multipiano, oltre la SR515, che, con i suoi 500 posti auto, sicuramente contribuirà a soddisfare la richiesta, ma con il trend di crescita attuale del traffico passeggeri, risulterà insufficiente già tra un paio di anni. Occorre quindi trovare una soluzione di più ampio respiro.


Criticità


Le principali criticità sono determinate dalla difficoltà di ulteriori sviluppi delle infrastrutture per la presenza di elementi naturali e artificiali negli intorni del sedime.
In particolare: a Sud la presenza del fiume Sile limita eventuali allungamenti della pista e rende difficoltosa anche l’installazione di strumentazioni di ausilio alla navigazione aerea, a Nord la presenza di infrastrutture stradali e la presenza di insediamenti antropici limita future espansioni lungo tale direzione. Particolarmente critica la dotazione di parcheggi.


AEROPORTO CANOVA: CHIESTA A MANILDO UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA URGENTE

            Un anno fa ho presentato alla Procura della Repubblica un esposto per la mancanza del Piano di Rischio Aeroporto Canova di Treviso, piano che doveva essere predisposto fin dall’aprile 2006 dal Comune  Fatalità, solo due settimane dopo il mio esposto, i relativi elaborati sono stati predisposti dal Settore Urbanistica comunale, poi presentati e vagliati dall’Amministrazione Gobbo, con una semplice comunicazione di Giunta, il tutto in data 19/12/2012: manca, quindi, ad oggi, una delibera di Giunta, di approvazione della proposta degli Uffici comunali. Poi, in maniera fulminea, in data 21/12/2012, detti elaborati del Piano di Rischio sono stati inviati dal Comune all’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC), per il parere di legge obbligatorio.

Ricordo che, successivamente, in qualità di componente la Commissione Consiliare Comunale Urbanistica, già a settembre, anche nel corso del Consiglio Comunale di tale mese, chiesi all’Assessore Camolei e all’architetto Barbieri (Dirigente settore Urbanistica del Comune), alla presenza dell’Ing. Negro (Presidente Commissione Urbanistica), a che punto fosse questo benedetto Piano di Rischio. Il Dirigente e l’Assessore mi risposero che era solo una “questione di normali tempi tecnici di ENAC per il rilascio del prescritto parere”.

            Ho dovuto presentare una interrogazione al Sindaco Manildo, per scoprire alcune settimane fa che, è pur vero che la proposta di Piano di Rischio è stata inviata a metà dicembre 2012 all’ENAC, ma mi è stato taciuto che il 21/3/2013, l’ENAC aveva inviato al Comune una prima richiesta, nella quale affermava tra l’altro “L’esame condotto sulla documentazione costituente il piano di rischio ha evidenziato carenze tra quanto contenuto nel piano e quanto richiesto dalle normative vigenti in materia.

Come noto il Codice della Navigazione” omissis “ha introdotto dalla sua entrata in vigore nuove tipologie di vincoli finalizzati alla gestione sostenibile del rapporto aeroporto-territorio.

In particolare il quinto comma dell’art. 707 prevede che lungo le direzioni di atterraggio e decollo i Comuni possono autorizzare nuove opere ed attività solo se coerenti con i piani di rischio che gli stessi adottano sulla base delle previsioni  contenute nel regolamento per la Costituzione e l’esercizio degli Aeroporti dell’ENAC. Pertanto diversamente da quanto riportato nelle “Norme tecniche del Piano di Rischio, i permessi di costruire e le istanze edilizie nelle aree di tutela non possono essere rilasciati dal Comune sino all’adozione del Piano” quando invece il Comune di Treviso ha concesso permessi a costruire a iosa dal 2006 ad oggi….

            Inoltre, nella medesima comunicazione l’ENAC affermava “Nella proposta di variante al PRG viene riportata all’art. 46 Zona omogenea C prevedendo che in tutte le sottozone della zona omogenea C, ricadenti all’interno dell’area di tutela aeroportuale A…non è consentita la realizzazione di nuove edificazioni aventi destinazione residenziale, eccezion  fatta per le aree assoggettate a SUA già approvati alla data di adozione del Piano di Rischio Aeroportuale. Tale proposta non è condivisibile sia alla luce di quanto sopra, sia in quanto nelle aree di tutela aeroportuale A non possono essere previste nuove edificazioni residenziali” ennesima prova di proposta del Comune di Treviso rivolta alla esclusiva edificazione.

            Credo che dette richieste di ENAC siano contestazioni pesanti nei confronti del Comune di Treviso, dando modo di rilevare gravi inadempienze e illegalità, nonché una volontà politica di ritardare l’approvazione del Piano di Rischio con lo scopo di edificare,  a dismisura nel territorio comunale, ragione per cui il parere non è stato fornito ma sono state richieste consistenti integrazioni.

Alcuni dati dall’aprile 2006 al maggio 2013: nella zona residenziale B1 (area di tutela del Piano di Rischio) sono stati dati concessioni ad edificare per unità immobiliari occupanti 303 abitanti, mentre nella C2 per 211 abitanti e così via, titoli che non potevano essere probabilmente  concessi perché le aree si trovavano nelle traiettorie di decollo o atterraggio dei velivoli!!!! E penso ad esempio, a quelle palazzine edificate nelle vicinanze del civico 180 di Via Sant’Angelo, mi pare erette nel 2007….

            In aggiunta, l’Assessore Marton ed il dirigente Barbieri hanno atteso il 3 ed il 7 giugno 2013 (altro caso molto fortuito: una manciata di giorni dal ballottaggio tra Gentilini e Manildo!!!) per inviare all’ENAC le integrazioni richieste il 21/3/2013, cioè ben due mesi e mezzo dopo!

            In una recente riunione dei cittadini il nostro Sindaco Manildo ha detto che l’Amministrazione sta facendo “uno screening sulla questione aeroporto, che servono approfondimenti, che va fatto un dibattito e poi saranno fatte le scelte”. E’ mia personale convinzione e di decine di cittadini, che la nuova Amministrazione sicuramente una scelta l’abbia già fatta, da me e da molte persone non condivisa: ha dato fiducia a colui che, dal punto di vista tecnico, ha guidato l’iter procedurale carente e contrario alla legge, riferito alla formulazione del Piano di Rischio dell’aeroporto Canova di Treviso!    

            Ora, però, bisogna cambiare pagina, dare il segno della discontinuità politica perché sono in pericolo più diritti costituzionali dei cittadini: la tutela della salute e della sicurezza degli stessi, la salvaguardia dell’ambiente; quello che mi è stato taciuto ed è stato taciuto anche a molti miei colleghi consiglieri comunali (cioè la lettera dell’ENAC del 21/3/2013 scoperta grazie ad una semplice interrogazione da me presentata, molto circostanziata!) è una circostanza grave, gravissima!!!! Ieri sera in Consiglio Comunale ho chiesto al Sindaco perché Camolei e Barbieri non mi hanno detto della lettera dell’ENAC? Per dirla ironicamente, è stata forse una dimenticanza?


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