E
dove sarà atterrato il volo in Italia, a Linate e/o Bergamo Orio a
Serio? E' tempo di interrogativi, di analisi e di spiegazioni. Una
fase interlocutoria. Anche se, al momento, il completamento
dell'indagine non è prossima. Ma se il coronavirus sarebbe
arrivato in Italia, diverse settimane prima della scoperta del
“paziente1” di Codogno, registrato il 21 febbraio, probabilmente
sarebbe potuto atterrare a Milano (Linate e/o Orio al Serio) intorno
al 25-26 gennaio 2020. E' una ricostruzione - prospettata da Massimo
Galli, direttore di Malattie Infettive all'ospedale Sacco di Milano –
apparsa sui media, risultato di uno studio del Centro trasfusionale
del Policlinico di Milano.
Un
quadro che rimanda ad altre considerazioni, che dovranno essere
oltremodo precise e circostanziate, riguardanti il soggetto portare
del “virus” ed il mezzo di trasporto con il quale è stato
veicolato.
Propendiamo
subito, senza alcun dubbio, che il mezzo aereo possa essere risultato
l'unico compatibile e quindi utilizzato. Magari con volo diretto
intercontinentale da Shanghai a Francoforte/Monaco di Baviera e
quindi in Lombardia. Da dove con um mezzo privato e/o pubblico il
portatore sintomatico e/o asintomatico ha partecipato a un qualche
evento privato/pubblico con relative ricadute e trasmissione del
virus “traslocato” in tempi rapidi e circostanziati dalla
profonda e lontana Cina.
E'
una ricostruzione fantastica e del tutto inverosimile? Ma appare
utile tentare una ricostruzione verosimile.
L'infezione
è stata minimale in Germania dove è transitata, con una minima
diffusione, scatenando i suoi effetti alla destinazione finale, nel
Lombardo Veneto.
L'ennesimo
interrogativo, a questo punto, riguarda il portatore che ha veicolato
quel virus sorto in Cina tra la fine di ottobre e l’inizio
novembre del 2019. Ha volato da Shanghai, quindi verso uno scalo
aereo Lombardo, in cabina passeggeri di almeno due voli di linea.
Se
ha volato in quella sorta di “buco nero” che è rappresentato
dalla cabina passeggeri/piloti, in un ambiente di
pressurizzazione/condizionamento dell'aria, con un parziale ricircolo
della stessa, senza distanziamento tra sedili e/o passeggeri, quanti
altri passeggeri sono stati/sarebbero contagiati? E' stato tracciato
il percorso dell'ipotetico “untore”. Dove era seduto? Quali sono
stati i passeggeri che si erano accomodati nei sedili accanto, nelle
file posteriori e anteriori dei due voli. Quello che ha portato il
passeggero “contagiato” da Shanghai in Germania e quello
successivo quindi verso uno scalo aereo Lombardo, in cabina
passeggeri di entrambi i due voli di linea.
E'
un profilo investigativo che, magari, potrebbe ricostruire anche
l'origine delle zone rosse, lombarde, venete ed emiliane. E' forse in
corso o qualcuno deve ancora attivare una qualche specifica indagine
a riguardo? A chi spetta analizzare e ricostruire una tale ipotesi?
Appare,
comunque, indispensabile che la ripresa del traffico aereo, nella
“Fase 2” e quella prossima “Fase 3”, debba scaturire da
specifiche analisi casistiche/statistiche relative al “rischio”
contagi dal coronavirus.
E'
una operazione preliminare alle definizione delle cosiddette “Linee
guida per fronteggiare il rischio COVID-19 a bordo delle flotte aeree
mondiali.
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