Perchè non classificare
un indice rischio “minimo/moderato/elevato”? Ma
batteri/virus/bacilli non gravitano, comunque, in quella sorta di
“buco nero” che è la cabina di un aeromobile in volo? Quali
sono le reali misure per fronteggiare passeggeri e/o membri
dell'equipaggio positivi, soggetti asintomatici, in attesa dei
riscontri del tampone, quelli che hanno fatto il test sierologico ed
eventuali con contagiati?
Autorità del trasporto
aereo, aerolinee ed i resoconti dei media, non sembrerebbero avere
dubbi.
Se è stato ipotizzato
l'utilizzo delle mascherine, al distanziamento (1,5 metri, 1 metro,
nessuno?), per la qualità dell'aria non ci sarebbe, comunque, nessun
problema di sorta.
La qualità dell’aria
nelle cabine passeggeri sarebbe aria sterile al 99,97%. Nessun
rischio di contagio per passeggeri ed equipaggi di volo. E,
probabilmente, potrebbero sostenerlo anche per il personale di terra
– aeroportuale, hangar ed equivalenti - qualora venissero a
contatto per operazioni di pulizie, di scarico/carico, di refuelling
e di manutenzione, nessun rischio.
E' una favola, una
leggenda a beneficio delle “paure” di passeggeri e staff o è
davvero una realtà indiscutibile? Respirare la stessa aria di bordo
di un “positivo” al Coronavirus e/o di qualsisi altra malattia,
toccare superfici e poltrone, utilizzare le lavatory-WC-toilette, non
innesca malanni di sorta.
Alla misure di
sanificazione ed iniegizzazione delle superfici, dei sedili, delle
pareti e tanto altro, assicurate dal personale addetto e/o dagli
stessi passeggeri è possibile che l’aria respirata in volo,
sottoposta alla circolazione e sistematico filtraggio non “contamini”
gli occupanti di un volo?
La quasi totalità delle
flotte in attività – quali sono invece i velivoli che non
ottemperano o sono/sarebbero esclusi? - sono dotati da sistemi di
speciali filtri. Il “salvacondotto” - segnalato da IATA; EASA,
ENAC, ACE, ICAO - sono filtri antiparticolato True High Efficiency
(True HEPA) o Filtri antiparticolato High Efficiency (HEPA). Sistemi
di filtraggio e ricircolo dell’aria dalla cabina, miscelata con
aria fresca,
In grado per un Boeing
747, con elevato indice di carico/riempimento di passeggeri, di
gestire il carico dei passeggeri con un ricircolo/ricambio dell’aria
completo circa 15/30 volte all’ora. Ovvero una volta ogni due o
quattro minuti. L'efficienza dei filtri HEPA (High Efficiency
Particulate Air filter) è ritenuta elevata.
Il sistema dei filtri
HEPA sarebbe in grado di catturare oltre il 99 percento dei microbi
presenti nell’aria, filtrare le particelle sospese nell’aria. Il
rapporto tra aria fresca e riciclata in una cabina passeggeri sarebbe
del 50/50 %, parte dell’aria viene scaricata fuori mentre il resto
viene pompato attraverso i filtri dell’aria HEPA. In grado di
rimuovere oltre il 99% di tutti i contaminanti, tra cui agenti
batteriologici.
Alcuni
riscontri, tuttavia, rivelano che il rischio di respirare batteri o
virus nell’aria in volo, in una cabina passeggeri, sarebbe
inferiore ad altri spazi a terra. Con una sorta di slogan si sostiene
che “HEPA vuol dire sicurezza e benessere”, anche se,
occorrerebbe qualificare la diversa capacità filtrante delle Classi
di Filtro H13 e H14, gli ultimi hanno una capacità filtrante del
99.995%.
Come
funzionano
i filtri HEPA? Purificatori che intrappolano agenti inquinanti, il
particolato in rapporto alle dimensioni delle varie particelle. Per
impatto, inerzia, diffusione, intercettazione. Quelle grandi sono
bloccate dal filtro per impatto/intercettazione. Quelle particelle di
medie dimensioni sono intercettate, intrappolate tra le
maglie del filtro, quelle più
piccole, sono rallentate per diffusione e bloccate per inerzia.
Ma
quanto spesso devono essere cambiati questi filtri? Esistono delle
normative a cui riferirsi? Una volta ogni 6/12mesi, piuttosto che in
relazione ad un preciso monitoraggio periodico? Magari secondo
regolamenti
ISO 14644–3, obbligatori per la produzione sterile. Con leak test
da effettuare ogni 6 mesi nelle zone A/B e ogni 12 mesi nelle zone
C/D. Ispezioni FDA
Aseptic Guide .
Ma chi controlla?
L'esempio
riportato di un Boeing 747, con il ricircolo dell'aria ogni 2/4
minuti, implica, inevitabilmente una fase stazionaria del flusso
dell'aria. Una circolazione che dalle paratie laterali della
fusoliera, l'utilizzo delle bocchette dell'aria in corrispondenza di
ogni sedile passeggeri, il getto e diffusione dalla parte anteriore,
verso quella posteriore, dalle cappelliere al pavimento comporta
intervalli di trasferimento, ancorchè ridotti a 2/4 minuti, di
trasmissione tra i passeggeri.
Non
solo in cabina passeggeri, nel cockpit e nei galley, nei bagagliai,
fino alle toilette/lavatory/WC.
Perchè
quindi - EASA, IATA, FAA, ecc. - non classificano, per ogni
tipologia di aeromobili, in relazione all'utilizzo di filtri HEPA o
altri filtri meno efficienti (probabilmente non tutti gli aeromobili
possono installarli) un livello di rischio “moderato/elevato)
correlato al possibile (indice casistico/statistico) contagio?
Ma
chi, in definitiva, potrà sostenere, che nella cabina passeggeri, in
quella sorta di “buco nero”, nello spazio del flusso
gravitazionale del ricircolo, anche nell'arco di 4 soli minuti, non
si determini una qualche contaminazione?
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