Urge
la predisposizione di standards “anti COVID-19! Urge la
predisposizione di standards “anti COVID-19! Se da una lato mancano
le linee guida ENAC-EASA-IATA in grado di circostanziare le procedure
operative per la fasi di screening al check-in onboard (ed anche per
lo sbarco di passeggeri ed equipaggi), manca l'eventuale allestimento
dei sedili, manca il loro distanziamento laterale e longitudinale,
manca una nuova configurazione della cabina passeggeri (magari con
corridoi ampliati), come anche le definizione del numero dei
passeggeri imbarcati in relazione alle varie tipologie di aeromobili,
l'esigenza “operativa-industriale” della ripresa dei voli,
sembrerebbe prevalere.
La
nuova interrogazione parlamentare, stavolta l'aeroporto interessato è
quello di Brindisi. In realtà oltre all'adozione delle mascherine
per tutta la durata del volo, dalla chiusura ad apertura delle porte
(e magari anche dalla più ampia fase di imbarco e sbarco), per
passeggeri (e l'equipaggio di cabina e dei piloti?) al momento,
aerolinee ed enti di controllo, sembrerebbe non aver identificato
altre iniziative “precauzionali” atte a fronteggiare il COVID-19.
Rimangono in sospeso, inoltre, l'interrogativo cruciale dell'utilizzo
delle toilettes in volo, la loro sanificazione e costante
igienizzazione e le conseguenze (da verificare il possibile contagio
di virus/batteri e certificare l'assoluta sicurezza) del
condizionamento e pressurizzazione delle cabine piloti, passeggeri e
zone cargo/bagagliai.
La
recente interrogazione per l'apertura dei voli, (con la sola
emergenza sanitaria?) sullo scalo di Brindisi è stata presentata
dall'onorevole Mauro D'Attis (FI)
"Al
ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Per
sapere, premesso che:
nel
corso del tempo si sono registrati numerosi tentativi di depotenziare
l'Aeroporto del Salento che costituisce la più importante
infrastruttura non solo della città di Brindisi, ma dell'intera area
sud pugliese;
il
provvedimento di chiusura dello scalo brindisino, adottato dal
ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il
ministero della Salute, connesso all'emergenza Covid-19, rischia di
concretizzare ciò che fino ad ora è stato scongiurato;
se
da un lato, infatti, la chiusura di due mesi dell'aeroporto del
Salento rappresentava una misura potenzialmente utile per arginare la
diffusione del contagio, tra passeggeri e personale, dall'altra
prorogare per altri mesi questa situazione desta non poche
preoccupazioni per la realtà locale;
agli
effetti economici negativi che si registrano nel breve periodo (cassa
integrazione prevista sino ad aprile 2021 per il personale; chiusura
delle attività commerciali esistenti all'interno dall'aerostazione;
cessazione di tutti i servizi comunque connessi al
traffico-passeggeri, tra i quali, solo a titolo esemplificativo,
quello di noleggio auto e di trasporto pubblico e privato) rischiano
di aggiungersi quelli che si avranno nel medio e nel lungo periodo;
nel
medio periodo, con l'approssimarsi della stagione estiva, il settore
che rischia di subire i maggiori danni economici è quello turistico,
già particolarmente sofferente, atteso che la posizione strategica
dell'aeroporto di Brindisi apre la strada anche al basso Salento;
gli
effetti devastanti dovuti al perdurare della chiusura dell'aeroporto
di Brindisi potrebbero proseguire anche dopo la ripartenza, cosicché
esiste il concreto e serio pericolo che lo scalo brindisino possa
rimanere definitivamente schiacciato dal lockdown;
nonostante
lo scalo di Brindisi disponga di mezzi e personale altamente
qualificato, anche il trasporto di merci è già stato trasferito
presso l'aeroporto di Bari, circostanza che rappresenta una minaccia,
nel lungo periodo, per l'intero comparto della logistica brindisina;
già
dal 4 maggio 2020, alcuni aeroporti italiani, tra cui quelli di
Bergamo, Firenze e Roma, sono stati riaperti–:
se
il Governo non intenda adottare iniziative per procedere quanto più
rapidamente possibile alla riapertura dell'aeroporto di Brindisi".
9 Maggio 2020
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