Sarà uno scalo strategico, periferico, accorpato in un sistema regionale? Sarà incorporato tra gli scali di Assaeroporti e/o di Aeroporti2030? A prevalenza di traffico passeggeri e/o cargo? Con quale dimensione di sedime? Lo scalo ha spazio per ampliare l’infrastruttura ed integrare spazi terminal passeggeri, con adeguati parcheggi aeromobili di medio e lungo raggio. Magari con magazzini e una vasta area cargo city?
Il sito web di ENAC descrive dati sul masterplan (aggiornato al 27 marzo 2025), riporta come lo stesso masterplan, al momento sia ancora assente e/o da avviare, mancano perciò il nulla osta ENAC, la procedura di compatibilità ambientale e la conformità urbanistica. Probabilmente nel quadro della prossima divulgazione di un rinnovato Piano Nazionale Aeroporti-PNA, sarà ri-proposto un masterplan, e anche verificata la compatibilità ICAO-EASA delle caratteristiche fisiche un "aerodrome".
Nelle dispute giornalistiche apparse sui media forlivesi nell’ultima settimana è opportuno segnalare l'oculato comunicato stampa delle associazioni ambientaliste.
“Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste (TAAF), a
proposito dell'analisi condotta dalla Camera di Commercio che ha evidenziato un
calo di passeggeri al Ridolfi del 1,3% e al rimprovero da parte di Ascom
circa la pubblicazione di questi dati, precisa che Assoaeroporti (Associazione
Italiana Gestori Aeroportuali) nel febbraio 2025 ha certificato un calo del
1,4% di passeggeri e il 19% in meno di movimenti rispetto al 2023.
Se i passeggeri sono calati non è certo colpa della analisi della Camera di
Commercio.
Il TAAF ha riportato i dati relativi al bilancio della società FA che gestisce
l’aeroporto e se questo bilancio è in perdita di oltre 12 milioni di euro
non è certo colpa del TAAF.
Questi dati parlano chiaro: l’aeroporto non sta funzionando adesso che è
gestito da privati così come non funzionava quando era gestito da enti
pubblici. Non è una novità.
Il direttore di Ascom Zattini non ricorda che il piano di sviluppo
aeroportuale, inoltrato da FA ad Enac nell'ormai lontano dicembre 2023,
non è stato ancora approvato da Enac. Inoltre sorprende che Zattini non prenda
in considerazione la sicurezza dei passeggeri e dei cittadini, più
volte ribadite dagli ambientalisti. Non esiste un Piano di Emergenza
esterno che consenta alla Protezione Civile, nel caso di incidente aereo, di
accedere in maniera efficace e tempestiva nei luoghi colpiti. Non sono state
redatte le mappe di vincolo che sono obbligatorie e che interferiscono con la
navigazione aerea.
Non è stata elaborata una dettagliata zonizzazione acustica aeroportuale.
Non esistono centraline per il monitoraggio dell’inquinamento acustico e di
quello atmosferico.
E’ fondamentale rispettare le regole stabilite dal Codice della Navigazione e
delle leggi per assicurare la tutela della sicurezza e della salute dei
cittadini.
Il Ridolfi attualmente ha una gestione in mano a privati, ma per
rimetterlo in funzione la Regione ha elargito decine di milioni di euro e
tuttora paga le spese per la manutenzione delle infrastrutture.
Zattini sa bene che si parte
dall'analisi della realtà, dall'individuazione dei bisogni, dai bacini
d'utenza, dalle strategie da attivare e dalle verifiche periodiche dei dati per
costruire il successo o il fallimento di un'impresa.
E siccome, al di là della mancata sicurezza per i passeggeri dei velivoli e
delle zone cittadine sorvolate, il funzionamento o meno del Ridolfi impatta
sulle risorse pubbliche con rischio che vengano sottratti (come successo in
passato) servizi alla cittadinanza, il TAAF ritiene doverosa la pubblicazione
dei dati ai cittadini.
Il TAAF chiede a Zattini, che dirige una Associazione di commercianti, quali
sono i vantaggi documentati che i suoi associati traggono dall’aeroporto? Cosa
rende strategico il Ridolfi? Qual è il valore aggiunto che questo
aeroporto apporta al sistema territoriale? Per quale motivo è dannosa la
pubblicazione di dati che danno una visione realistica dell’andamento di questo
aeroporto? La Regione deve continuare a finanziare con soldi pubblici una
struttura che non decolla da decenni piuttosto che investirli su capitoli più
importanti come ad es. la sanità?
In circa 200 km. vi sono ben 4 aeroporti, 3 (Forlì, Rimini, Parma) sono in
perdita e 1, Bologna, è in attivo, ma non sembra voler rinunciare a una parte
di voli per lasciarli agli altri aeroporti, anzi fra i suoi obiettivi vi
è l’aumento dei passeggeri nei prossimi anni.
Ricordiamo al direttore che, siccome gli aerei sorvolano una delle zone più
popolate di Forlì, caratterizzata da una forte presenza di siti sensibili (
scuole, servizi per l’infanzia, case di riposo, centri commerciali, parrocchie,
ecc.), prima di parlare di “sistema” aeroportuale, bisognerebbe attivare tutti
gli strumenti normativi per la messa in sicurezza dell’aeroporto e non
criticare chi fa il proprio dovere o chi informa la cittadinanza sui rischi che
corre".
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