Nel giugno 2024 i maggiori media USA rilanciavano le anticipazione: “F.A.A. Investigating How Questionable Titanium Got Into Boeing and Airbus Jets”. Le responsabilità venivano attribuite all’acquisizione di materiale proveniente da “little-known Chinese company, was sold with falsified documents and used in parts that went into jets from both manufacturers”.
Nei giorni scorsi i media italiani hanno riproposto un
quadro più specifico. Una inchiesta
della Procura di Brindisi ha rivelato l'impiego di materiali non conformi nella
produzione di parti per l'aereo Boeing B-787 Dreamliner.
Sarebbero investigate le aziende Processi Speciali e
Manifacturing Process Specification, localizzate in zona. Sarebbero coinvolte nella produzione di materiali compositi di alluminio e titanio, con dosaggi difformi a
progetti originali.
Nessuna novità quindi, l’iniziativa del Procura potrebbe
essere stata stimolata da quella USA, alle indagini, su indicazione della FAA,
partecipa anche l’ americana FBI.
L’ipotesi che tali produzioni possano, potenzialmente, compromettere,
incidere la “safety” degli aeromobili in taluni frangenti del volo, ma anche eventuali
danni ambientali causati dallo sversamento di rifiuti pericolosi nell'area
industriale, costituisce, probabilmente, l'oggetto investigativa della Procura. Con tali presupposti
sarebbero state sequestrati circa 6.000 componenti aeronautiche e 35 cisterne
contenenti questi specifici componenti di titanio e alluminio.
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