L’analisi preliminare sulla Bozza ENAC del "Regolamento recante disposizioni sul contenimento dell'inquinamento acustico nell'intorno aeroportuale", ovvero sugli “indici acustici” di riferimento e sulle procedure e modalità per verificare il rumore negli scali aeroportuali con più di 50.000 movimenti/anno pone un interrogativo primario e controverso.
La nuova disciplina, derivata dal Regolamento (UE) 598/2014,
potrebbe, con il solo ricalcolo dell’indice acustico utilizzato, del
descrittore acustico identificato, fotografare, a parità di movimenti aerei e
tipologie di procedure antirumore in decollo e atterraggio, dimezzare i cittadini
impattati e i kmq delle relative zone A, B e C?
Da una analisi comparata, verificata con esperti acustici e prassi consolidate, probabilmente anche il 70% in meno. Possibile?
Nel quadro dei commenti e/o osservazioni sulla bozza di
Regolamento presentate da singoli cittadini, dai comitati aeroportuali, dai
tecnici acustici, dalle aerolinee interessate e dagli stessi gestori
aeroportuali, i 10 articoli proposti e la revisione della “PROCEDURA PER
L’ADOZIONE DEL CONCETTO DI APPROCCIO EQUILIBRATO AI FINI DEL CONTENIMENTO DEL
RUMORE NEGLI AEROPORTI”, sembrerebbero prefigurare tale risultato.
Il testo della bozza in analisi rileva:
“nel richiamare il quadro normativo nazionale ed europeo in
materia di inquinamento acustico, fornisce in linea con le disposizioni del
Regolamento (UE) n. 598/2014 e dei principi espressi nel Regolamento cui è allegato,
i criteri da seguire e le conseguenti azioni da porre in essere, qualora si
rilevi un superamento dei limiti acustici e risulti necessaria l’imposizione di
restrizioni operative dirette a contenere il rumore, in attuazione della metodologia
ICAO dell’approccio equilibrato.
Si rappresenta che a norma del suddetto Regolamento (UE) le
restrizioni operative volte a contenere il rumore dovrebbero essere introdotte
solo se altre misure dell’approccio equilibrato non sono sufficienti a
raggiungere gli obiettivi specifici di abbattimento del rumore”.
Ma le criticità relative all’impatto acustico aeroportuale
registrato negli scali aerei con oltre 50mila movimenti/anno, alla
contraddittoria distinzione e sovrapposizione tra la Zonizzazione acustica delle
Zone A, B e C LVA derivate dall’AEDT,
alle Zone A, B e C del Piano d’azione in Lden, Lday e Lnight, ai riscontri peculiari
della rete delle centraline di monitoraggio, con la Classificazione acustica
dei Comuni sorvolati, con quale criterio e modalità di stima e rilevamento potranno essere “armonizzati”?
In attesa dei riscontri conclusivi della revisione del "Regolamento recante disposizioni sul contenimento dell'inquinamento acustico nell'intorno aeroportuale", derivato dallo stesso Regolamento (UE) 598/2014, occorre precisare, qualora l’impatto acustico registri dati peggiorativi, il Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ex DM 29/11/2000 (PCAR), le tempistiche PCAR sono:
-18 mesi da approvazione zonizzazione o 18 mesi da evidenza
superamento;
- 5 anni per interventi”.
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