venerdì 24 maggio 2024

Nuovo "Regolamento” su impatto acustico aeroportuale": zone A, B e C, con meno kmq e meno cittadini?

L’analisi preliminare sulla Bozza ENAC del "Regolamento recante disposizioni sul contenimento dell'inquinamento acustico nell'intorno aeroportuale", ovvero sugli “indici acustici” di riferimento e sulle procedure e modalità per verificare il rumore negli scali aeroportuali con più di 50.000 movimenti/anno pone un interrogativo primario e controverso.

La nuova disciplina, derivata dal Regolamento (UE) 598/2014, potrebbe, con il solo ricalcolo dell’indice acustico utilizzato, del descrittore acustico identificato, fotografare, a parità di movimenti aerei e tipologie di procedure antirumore in decollo e atterraggio, dimezzare i cittadini impattati e i kmq delle relative zone A, B e C?

Da una analisi comparata, verificata con esperti acustici e prassi consolidate, probabilmente anche il 70% in meno. Possibile?

Nel quadro dei commenti e/o osservazioni sulla bozza di Regolamento presentate da singoli cittadini, dai comitati aeroportuali, dai tecnici acustici, dalle aerolinee interessate e dagli stessi gestori aeroportuali, i 10 articoli proposti e la revisione della “PROCEDURA PER L’ADOZIONE DEL CONCETTO DI APPROCCIO EQUILIBRATO AI FINI DEL CONTENIMENTO DEL RUMORE NEGLI AEROPORTI”, sembrerebbero prefigurare tale risultato.

Il testo della bozza in analisi rileva:

“nel richiamare il quadro normativo nazionale ed europeo in materia di inquinamento acustico, fornisce in linea con le disposizioni del Regolamento (UE) n. 598/2014 e dei principi espressi nel Regolamento cui è allegato, i criteri da seguire e le conseguenti azioni da porre in essere, qualora si rilevi un superamento dei limiti acustici e risulti necessaria l’imposizione di restrizioni operative dirette a contenere il rumore, in attuazione della metodologia ICAO dell’approccio equilibrato.

Si rappresenta che a norma del suddetto Regolamento (UE) le restrizioni operative volte a contenere il rumore dovrebbero essere introdotte solo se altre misure dell’approccio equilibrato non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi specifici di abbattimento del rumore”.

Ma le criticità relative all’impatto acustico aeroportuale registrato negli scali aerei con oltre 50mila movimenti/anno, alla contraddittoria distinzione e sovrapposizione tra la Zonizzazione acustica delle Zone A, B e C  LVA derivate dall’AEDT, alle Zone A, B e C del Piano d’azione in Lden, Lday e Lnight, ai riscontri peculiari della rete delle centraline di monitoraggio, con la Classificazione acustica dei Comuni sorvolati, con quale criterio e modalità di stima e rilevamento  potranno essere “armonizzati”?

In attesa dei riscontri conclusivi della revisione del "Regolamento recante disposizioni sul contenimento dell'inquinamento acustico nell'intorno aeroportuale", derivato dallo stesso Regolamento (UE) 598/2014, occorre precisare, qualora l’impatto acustico registri dati peggiorativi, il Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ex DM 29/11/2000 (PCAR), le tempistiche PCAR sono:

-18 mesi da approvazione zonizzazione o 18 mesi da evidenza superamento;

- 5 anni per interventi”.

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