La rete di monitoraggio, un numero comunque limitato di postazioni-centraline, insediata
nell’intorno aeroportuale è, genericamente, sottostante alle rotte di decollo e
atterraggio
Le tecniche applicate rispettano conformità dettagliate nel
DM 16/03/1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento
acustico”.
Come riportano le normative, “tutte le misure di rumore
devono essere eseguite con fonometri che soddisfano caratteristiche tecniche
contenute in specifiche norme internazionali devono essere tarati con frequenza almeno biennale presso Centri di
taratura accreditati”.
Il rilevamento di ciascuna centraline, tuttavia, opera in un
contesto meteorologico critico.
Qualora le condizioni meteo riportino la presenza di precipitazioni
atmosferiche, di nebbia e/o neve e con la velocità del vento superiore a 5 m/s,
tali dati non sono conformi alle finalità previste. Le prescrizioni operative e
le modalità di misura del rumore aeroportuale sono descritte nell’allegato B
del DM 31/10/97.
Negli aeroporti civili/commerciali la rete delle centraline,
misurano in continuo il rumore aeroportuale e dovrebbero essere localizzate nelle
corrispondenze alle rotte di decollo e atterraggio, riscontrando anche le
dispersioni laterali di suddette “routes”.
Le rotte in asse pista, ovviamente, hanno limitate
dispersioni laterali e nei gradienti di salita, rispetto ad archi di virate
superiori a 45 gradi laterali della stessa asse pista. Verificare le dispersioni con sottotracce alla traiettoria nominale, diventa, pertanto, uno scenario di analisi primario. Una rotta non è un binario, tantomeno una
sorta di monorotaia. Le centraline dovrebbero, perciò, intercettare una proiezione al
suolo di tali dispersioni e delle varianti nei gradienti di salita della fase
di initial climb-salita iniziale di decollo.
Ma quando, inoltre, un decollo-salita iniziale SID prevede
un’ampia virata da iniziare prima possibile, dopo il fine pista – as soon as
possibile – senza un fix point definito, con una velocità in aumento in
relazione alla tipologia e peso dell’aeromobile, corto-medio-lungo raggio la
dispersione laterale dei tracciati radar
(della dispersione al suolo delle emissioni sonore) genera uno scenario di
impatto acustico evidente, molto ampio. E' una analisi espletata?
L'esistenza di una Relazione illustrativa della modelizzazione diventa indispensabile.
Le considerazioni sul posizionamento delle centraline e
sulla loro funzionalità operativa nella ricezione complessiva dell’impatto
vasto delle emissioni sonoro di ogni singolo velivolo è facilmente prevedibile
e stimabile.
La parte tecnica manutentiva e di gestione delle stesse
centraline, secondo il DPR 496/97, spettano al gestore dell’aeroporto, mentre
ARPA esegue ispezioni periodiche per verificare l’efficienza e funzionalità di
ogni singola centralina e della stessa rete.
Le stazioni/centraline disponibili sono di tre tipologie, M,
A e V.
La tipo M distinguono il rumore degli eventi di origine
aeronautica da altre sorgenti. Sono inoltre impiegate per valutare il
descrittore acustico proprio del rumore aeroportuale, ovvero, accoppiate con le
tracce radar, l’Indice di Valutazione Aeroportuale (LVA). Il riscontro tecnico deve essere valutato nella settimana di maggior traffico annuale. Verificata, pertanto dopo aver mappato il territorio dopo un periodo di oltre 12 mesi (tre quadrimestri). Perciò una centralina installata da un soggetto privato e/o diverso da stakeholders aeroportuali deve essere posizionata per un lungo periodo e integrata con tracciati radar forniti da ENAC-ENAV.
La tipo A misurano il rumore ambientale, dalle varie
sorgenti presenti nella zona, senza rilevare e distinguere il rumore
aeroportuale da altri.
Le tipo V invece rilevano il singolo evento del sorvolo aereo.
In grado di determinare il valore Lmax ed eventuale superamento dei limiti
acustici fissati dalle procedure antirumore.
Quale è la situazione di ogni singolo aeroporto? I cittadini
dei Comitati aeroportuali conoscono la
rete del loro aeroporto? Il numero e tipi delle centraline posizionate? Il numero delle
violazioni registrate nel corso degli sforamenti di una Lmax? Quali sono, infine, i riscontri delle Arpa sulla funzionalità della stessa rete?
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