Il cosiddetto Masterplan del "sistema aeroportuale toscano", che gravita sui due scali prevalenti di Pisa e Peretola, sconta una serie di criticità associate alla localizzazione delle due infrastrutture aeroportuali ed una grave, insufficiente, capacità ricettiva/operativa di traffico civile/commerciale.
Una realtà che si riflette sulle prospettive e scenari di
stima sia dei livelli di traffico passeggeri, quanto nel rispettivo ruolo del
Piano Nazionale Aeroporti-PNA. Di entrambi gli scali.
Nell’inevitabile dibattito del Consiglio Comunale di Pisa,
avverso al ruolo strategico a Peretola nel PNA, a fronte del Galilei che occupa
il dodicesimo posto dei passeggeri trasportati nel Belpaese (oltre 5
milioni/anno), quando Peretola non viene classificato. Al momento minore e
marginale? Un confronto cittadino, nel quale le evidenze penalizzanti dei vincoli
e delle criticità “aeronautiche” delle due infrastrutture sono sistematicamente
ignorate.
Una materia, probabilmente “troppo tecnica” e specialistica,
anche contradittoria per le amministrazioni locali, impraticabile senza un’adeguato
supporto, almeno “illustrativo” di consulenti tecnici ed una piena trasparenza
del gestore aeroportuale e di ENAC.
Nel recente convegno tenutosi a Pisa, “Le infrastrutture per
la costa” con il ministro Salvini, dove gli industriali si sono confrontati sul
futuro del sistema aeroportuale toscano, la materia/questione “tecnica-aeronautica”,
non è stata delineata, tantomeno approfondita.
I vari interventi del convegno, dopo i saluti istituzionali
del sindaco di Pisa Michele Conti e del presidente della Provincia Massimiliano
Angori, gli interventi del presidente UIP Andrea Madonna, del direttore del
Centro Studi Ance Flavio Monosilio, del presidente della Regione Toscana
Eugenio Giani, del vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini hanno
celebrato una realtà operativa inadeguata. Anche l’intervento del Ministro
delle Infrastrutture Matteo Salvini non è entrato nel merito “infrastrutturale”,
le compatibilità aeronautiche, le ricadute ambientali, le eventuali valutazioni
safety e risk assessment correlate alla “certificazione” dei due aeroporti
toscani, non hanno trovato spazio.
Il censimento dei fabbricati edificati in epoca di Piano
Limitazioni Ostacoli definiti dalla Legge n.58 del 1963, di quelli inquadrati
dal Piano di Rischio Aeronautico, le verifiche del carico antropico da un lato
e l’indice di affollamento nelle relative specificità hanno qualificato le
Mappe di Vincolo per entrambe le direzioni di pista a Peretola e Pisa-Galilei?
Le capacità piste stimate dei due scali, 15 a Peretola,
10/14 a Pisa movimenti/ora ("Italy's Action Plan on CO2 emissions
reduction - Edition 2021"), comunque, non garantiscono prospettive per il
turismo e l’economia della Regione Toscana. E assegnerebbero un ruolo principale
allo scalo “fiorentino”.
Anche se occorrerebbe interrogarsi se tali movimenti/ora siano
compatibili con eventuali criticità di Special Condition e DAAD“Deviation
Acceptance and Action Document” sono state valutate.
Gli stessi volumi di traffico, inoltre, quali ripercussioni
generano nelle curve di isorischio (rischio terzi Art. 715 CdN) attuali e
future e con quali direzioni di decollo/atterraggio?
Le policy dei due aeroporti toscani esaminati dal Governo
centrale e dalle amministrazioni locali (Regioni e Comuni) non possono che
scaturire da una trasparenza complessiva delle due infrastrutture aeroportuali.
Entrambi gli scali evidenziano un sistema di sedime, layout,
configurazione pista, rullaggi, piazzali, aeromobili, terminal, depositi
carburante, incastrato tra orografia, edificazioni, habitat, autostrade,
ferrovie, ricadute ambientali, tali da costituire un’ineliminabile “handicap operativo”.
Con 15 movimenti/ora di Peretola e 10/14 di Pisa, per un
totale di 24/29 mov/h, in attesa delle scontate verifiche safety & risk
assessment delle conformità ICAO-EASA-ENAC, la Regione Toscana, purtroppo non
potrà disporre di un sistema aeroportuale correlato ai livelli di turismo ed
economia con scenari di incremento dei voli, come prefigurato a 10/15 anni.
Livelli operativi, probabilmente, ancora inferiori, qualora
le evidenze safety & risk assessment, determinassero ulteriori restrizioni dei,
già limitati movimenti/voli orari. Un ridimensionamento che potrebbe inquadrare
la necessità di ripensare il “masterplan globale” del sistema aeroportuale
toscano.
E’ una analisi che rimanda alla potenzialità di una singola
pista di 2400/2600 metri di lunghezza, che, infatti, solitamente, con una
adeguata ampiezza di sedime aeroportuale, è in grado di movimentare 30 mov/h.
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