Ma cosa accade? Il Comitati aeroportuali, le associazioni ambientaliste-ecologiche insediate e attive sui territori sono intensamente impegnate sugli impatti ambientali. Primariamente si battono sul fronte “acustico”, soprattutto sulla “trincea” dei voli notturni, quindi sull’impatto atmosferico, infine sulla preservazione dell’habitat circostante. In una breve sintesi, comitati e associazioni scontano, questa è una convinzione maturata in oltre 25anni di attività AHG, un approccio approssimato e “contestabile”.
Senza alcun risultato concreto, praticabile e, magari
esemplare.
Talora i cittadini sono angustiati e preoccupati solo dai
sorvolo a bassa quota degli aeromobili, nelle fasi di decollo e atterraggio:
300/400 metri. Altre considerazioni rimandano alla interruzione della procedura
di decollo antirumore. L’aereo ha virato prima del punto prestabilito? Ergo ha
violato la procedura? Deve essere sanzionato?
Pochi, se non nessuno si pone interrogativi sui profili di
salita, sui gradienti della velocità verticale di salita, ovvero di
distanziarsi più rapidamente possibile dal terreno.
Altrettanto ignorate sono le questioni attinenti l’operato
delle Commissioni Aeroportuali, degli indici acustici, utilizzati. Della
frequenza delle riunioni della suddetta Commissione, con i delegati dei Comuni
aeroportuali e di Arpa. Perciò nell’utilizzo dell’orografia, nella trasparenza
dei parametri di input nell’INM/AEDT, della relazione tra il numero dei
movimenti aerei per pista, della tipologia delle flotte aeree, dell’utilizzo
del reverse-invertitori di spinta, ecc.
ecc..
In secondo piano, se non trascurate sono anche le analisi
legate alla rete di monitoraggio, del numero delle centraline, della tipologia,
del loro posizionamento e indice acustico impiegato. Quante violazione ai
limiti massimi acustici sono stati rilevati in 5/10/15/20 anni? Quante multe
per sforamento, ad esempio, sono state erogate e a quali aerolinee?
Le sovrapposizioni tra zonizzazione acustica Lva, indici
rete di monitoraggio delle centraline e la classificazione acustica comunale
sono del tutto fraintese. Una cultura che, almeno nel Belpaese, non ha ancora
reso trasparente l’aspetto del “fastidio” del volo, dell’annoyance, del sorvolo
dell’aereo in atterraggio e decollo. Anche lo “scenario voli notturni”,
attività di volo, a fronte dei divieti/decreti legge specifici, viene praticata
nella quasi totalità degli aeroporti con le evidenze dei voli ritardati, fuori
orario, e cargo, assume una rilevanza indiscutibile. Come fronteggiarla? Blocco
dei voli e chiusura degli scali aerei e/o sanzionarli (penalizzare) con extra
costi operativi (o multe) per scoraggiarli e/o vietare la loro partenza dagli
scali di origine?
Rumore aereo e trasparenza dei dati. Una materia dove alcuni
Comuni aeroportuali propongono, ad esempio, on-line i verbali delle riunioni
delle Commissioni, gli indici acustici delle mappe-isofoniche ed i cittadini
coinvolti. Nella maggioranza degli aeroporti, invece, questi dati, con
sofferenza, sono ottenuti solo dopo una richiesta PEC all’ENAC.
In sostanza Comitati ed Associazioni sembrerebbe ignorare
l’aspetto “aeronautico” dell’infrastruttura logistica aeroportuale. Dimensioni
del sedime, configurazione piste, piazzali per aeromobili, rullaggi, terminal,
strip area, deposito carburanti e praticabilità del Piano di Emergenza
Esterno-PEE, sono conformi alla regolamentazione internazionale EASA-ICAO-ENAC?
Le cosiddette servitù aeronautiche, piano di rischio,
rischio terzi, mappe di vincolo sono rispondenti all’attività di volo
autorizzata su uno scalo? All’approvazione del certificato di aeroporto EASA? Eventuali
inadempienze, magari ereditate dalla “storia secolare” della pista, da campo di
volo a scalo intercontinentale. Affossata tra quartieri cittadini,
metropolitani, insediamenti variamente critici potrebbero determinare
l’imposizione di limiti al numero dei voli orari/annuali.
In conclusione, il masterplan di uno scalo, spesso con
scenari di traffico a 5/10/15 anni, con numero di voli/movimenti “infiniti”,
dovrebbe essere analizzato primariamente per le compatibilità e coesistenza
“aeronautica”, secondariamente e, correlata a quella, generica, anche se
direttamente percepita dai cittadini, ovvero nelle ricadute “ambientali”.
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