martedì 15 novembre 2022

Aeroporti e masterplan: una coesistenza trasparente, “aeronautica”, poi ambientale

Ma cosa accade? Il Comitati aeroportuali, le associazioni ambientaliste-ecologiche insediate e attive sui territori sono intensamente impegnate sugli impatti ambientali. Primariamente si battono sul fronte “acustico”, soprattutto sulla “trincea” dei voli notturni, quindi sull’impatto atmosferico, infine sulla preservazione dell’habitat circostante. In una breve sintesi, comitati e associazioni scontano, questa è una convinzione maturata in oltre 25anni di attività AHG, un approccio approssimato e “contestabile”.

Senza alcun risultato concreto, praticabile e, magari esemplare.

Talora i cittadini sono angustiati e preoccupati solo dai sorvolo a bassa quota degli aeromobili, nelle fasi di decollo e atterraggio: 300/400 metri. Altre considerazioni rimandano alla interruzione della procedura di decollo antirumore. L’aereo ha virato prima del punto prestabilito? Ergo ha violato la procedura? Deve essere sanzionato?

Pochi, se non nessuno si pone interrogativi sui profili di salita, sui gradienti della velocità verticale di salita, ovvero di distanziarsi più rapidamente possibile dal terreno.

Altrettanto ignorate sono le questioni attinenti l’operato delle Commissioni Aeroportuali, degli indici acustici, utilizzati. Della frequenza delle riunioni della suddetta Commissione, con i delegati dei Comuni aeroportuali e di Arpa. Perciò nell’utilizzo dell’orografia, nella trasparenza dei parametri di input nell’INM/AEDT, della relazione tra il numero dei movimenti aerei per pista, della tipologia delle flotte aeree, dell’utilizzo del reverse-invertitori di spinta, ecc.  ecc..

In secondo piano, se non trascurate sono anche le analisi legate alla rete di monitoraggio, del numero delle centraline, della tipologia, del loro posizionamento e indice acustico impiegato. Quante violazione ai limiti massimi acustici sono stati rilevati in 5/10/15/20 anni? Quante multe per sforamento, ad esempio, sono state erogate e a quali aerolinee?

Le sovrapposizioni tra zonizzazione acustica Lva, indici rete di monitoraggio delle centraline e la classificazione acustica comunale sono del tutto fraintese. Una cultura che, almeno nel Belpaese, non ha ancora reso trasparente l’aspetto del “fastidio” del volo, dell’annoyance, del sorvolo dell’aereo in atterraggio e decollo. Anche lo “scenario voli notturni”, attività di volo, a fronte dei divieti/decreti legge specifici, viene praticata nella quasi totalità degli aeroporti con le evidenze dei voli ritardati, fuori orario, e cargo, assume una rilevanza indiscutibile. Come fronteggiarla? Blocco dei voli e chiusura degli scali aerei e/o sanzionarli (penalizzare) con extra costi operativi (o multe) per scoraggiarli e/o vietare la loro partenza dagli scali di origine?

Rumore aereo e trasparenza dei dati. Una materia dove alcuni Comuni aeroportuali propongono, ad esempio, on-line i verbali delle riunioni delle Commissioni, gli indici acustici delle mappe-isofoniche ed i cittadini coinvolti. Nella maggioranza degli aeroporti, invece, questi dati, con sofferenza, sono ottenuti solo dopo una richiesta PEC all’ENAC.

In sostanza Comitati ed Associazioni sembrerebbe ignorare l’aspetto “aeronautico” dell’infrastruttura logistica aeroportuale. Dimensioni del sedime, configurazione piste, piazzali per aeromobili, rullaggi, terminal, strip area, deposito carburanti e praticabilità del Piano di Emergenza Esterno-PEE, sono conformi alla regolamentazione internazionale EASA-ICAO-ENAC?

Le cosiddette servitù aeronautiche, piano di rischio, rischio terzi, mappe di vincolo sono rispondenti all’attività di volo autorizzata su uno scalo? All’approvazione del certificato di aeroporto EASA? Eventuali inadempienze, magari ereditate dalla “storia secolare” della pista, da campo di volo a scalo intercontinentale. Affossata tra quartieri cittadini, metropolitani, insediamenti variamente critici potrebbero determinare l’imposizione di limiti al numero dei voli orari/annuali.

In conclusione, il masterplan di uno scalo, spesso con scenari di traffico a 5/10/15 anni, con numero di voli/movimenti “infiniti”, dovrebbe essere analizzato primariamente per le compatibilità e coesistenza “aeronautica”, secondariamente e, correlata a quella, generica, anche se direttamente percepita dai cittadini, ovvero nelle ricadute “ambientali”.

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