Il ciclo LTO Landing Take Off (atterraggio e decollo) in un cerchio di 6.5 km dalla pista fino ad una altezza di circa 1000 metri definisce e circoscrive lo spazio delle emissioni gassose primarie, secondari e climalteranti originate dall’attività di volo di una pista di volo.
Le normative ambientali richiedono che gli aeroporti
riportino gli inventari delle emissioni di qualità dell'aria (ovvero, le
tonnellate emesse) per le emissioni degli aeromobili come ossidi di carbonio
(COx) e ossidi di azoto (NOx), anidride carbonica (CO2) climalterante, polveri
ultrafini e altro. I metodi tradizionali per i calcoli dell'inventario delle
emissioni producono dati che possono essere sottostimati e/o sovrastimati a
causa dei parametri “aeronautici” utilizzati per tale analisi e computo.
Tra di questi, il peso al decollo, la lunghezza di pista, la
spinta dei motori, l’initial climb prescelto, e tante altri variabili, non trascurando i
dati meteo.
Sono dati quantificati e dettagliati in relazioni/rapporti
disponibili e trasparenti per i Comitati dei cittadini, per le associazioni degli ambientalisti e all’opinione
pubblica?
L'inventario delle emissioni nell’ambito aeroportuale del
ciclo LTO e quelle più estese delle ricadute globali di un volo, dalla partenza
alla destinazione dovrebbe descrivere un approccio articolato.
L’utilizzo di algoritmi che combinano dati di tracciamento
di sorveglianza radar, dati meteorologici e modelli standardizzati di
prestazioni dell'aeromobile potrebbe inquadrare le ricadute locali e
complessive delle tonnellate di emissioni di CO2 climalterante per ogni decollo/atterraggio,
di ogni singolo volo, dei voli giornalieri e di quelli annuali.
Ammontano a circa 6 tonnellate di CO2 per ogni ciclo LTO di un bimotore a
getto, oltre 10 tonnellate per ogni ciclo LTO di un quadrimotore con una destinazione intercontinentale
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