martedì 12 settembre 2023

Aeroporti e impatto acustico: perché Comitati, Ambientalisti, associazioni e cittadini lo ignorano? (1)

(Prima parte)

I verbali delle Commissioni Aeroportuali sul rumore aereo, gli indici acustici LVA acquisiti in tanti anni lo confermerebbero, ebbene, l’impatto acustico, a fronte dell’incremento progressivo e infinito dei voli, è in costante e progressivo calo.

Sindaci e Comitati e cittadini, pertanto. dovrebbero essere confortati e rassicurati. Perché quindi protestano e invocano l’intervento dei Sindaci, dell’ARPA contro le nuove e vecchie rotte?

Perché annunciano interrogazioni comunali e regionali, esposti e denunce?

Perché si contrappongono a qualsivoglia masterplan?

Le ricadute di una infrastruttura aeroportuale, è ben noto, sul territorio circostante e nella comunità dei cittadini insediati è molteplice e vasta.

Politiche di progettazione del sedime, la localizzazione e le misure di prevenzione e mitigazione sono indispensabili a definire una coesistenza compatibile.

Tra gli impatti ambientali vari, i livelli di safety, di security, di risk, di tutele con le Mappe di vincolo e adeguati PEE-Piano di Emergenza Esterno, implicano studi “aeronautici” specifici. Difficili da inquadrare e capire, anche se talora, decisivi per assicurare e mantenere il Certificato di Aeroporto EASA.

Tra queste molteplici ricadute, tuttavia, il cittadino sembrerebbe “privilegiare” e segnalare come preminente solo l’impatto acustico. L’evidenza appare scontata, l’emissione sonora è “diretta” e immediata.

Troppo spesso, tuttavia, in tanti aeroporti, se non tutti, all’esperienza diretta, del rumore aereo singolo, e complessivo, sia esso giornaliero e mensile, percepita dai cittadini, di un aereo in decollo, in atterraggio e sorvolo, tali da stravolgere il vissuto quotidiano, non trova corrispondenza con i dati, gli indici acustici ufficiali riscontrati.

Purtroppo, se i cittadini confondono la zonizzazione acustica in LVA, i valori Lden, L night delle centraline della rete di monitoraggio, fraintendono le tipologie delle centraline insediate, dell’importanza della loro geolocalizzazione e importanza del posizionamento in altezza, con la classificazione comunale del rumore, con i Piani d’azione periodici, occorre rilevare come tali riscontri siano fondamentali.

Quando i verbali delle Commissioni acustiche aeroportuali, quando disponibili on-line, grazie a qualche Sindaco che rende trasparente tali dati, il riscontro appare del tutto inverosimile.

Il rumore aereo è diminuito, è calato o è sparito.

Il numero dei voli inquadrati nella “zonizzazione”, pone comunque, iniziali, interrogativi:

-          Corrisponde al volato percepito da cittadini “sensibili” al rumore aereo?

-          Il database dei parametri di input sono trasparenti e sono stati condivisi?

-          E’ stata inserita l’orografia collinare/montuosa circostante?

-          Quale progressione di riduzione di cittadini nella Zone A, B e C sono state registrate?

-          Quali scenari di ulteriore riduzione in kmq e popolazione sono previsti nel masterplan?

-          Quanti anni sono trascorsi dall’ultima zonizzazione?

-          L’utilizzo delle piste è conforme a tale zonizzazione?

-          Le procedure antirumore sono rispettate?

-          Quali tipologie SIDs-Standard Instrumental Departures sono in vigore?

-          Quale dispersione laterale media è stata stimata e quale registrata?

-          Ci sono state violazioni laterali nelle traiettorie operative/radiali di “initial climb”?

-          Sono stati registrati sforamenti acustici?

-          I gradienti di saliti sono stati rispettati?

-          Quante aerolinee sono state sanzionate?

-          

Ma sono analisi e valutazione che il cittadino “qualunque” ignora. E’ inevitabile. Ma è una affermazione che potrebbe essere estesa ai Comitati, come ai Sindaci e loro delegati?

Quale significato occorre attribuire alle zone, esterne alla zonizzazione A, B e C, ma sottoposte agli indici acustici della “classificazione acustica comunale”? Ovvero i riferimenti al PAC Piano di Azione Comunale.

Sembrerebbe un quadro semplice, anche se il Comune, nelle sue competenze, dovrebbe adottare i strumenti di “pianificazione e programmazione che consentono di definire dei livelli massimi di rumore ammessi nelle diverse aree urbane (nella Zonizzazione Acustica Comunale), di calcolare a quanto rumore è esposto ciascun cittadino (nella Mappatura Acustica Strategica) e di individuare le strategie e le azioni più efficaci al fine di risanare le principali criticità, determinandone anche un'ordine di priorità (nel Piano di Azione)”.

Ma, anche qualora fosse redatta, la Mappa acustica strategica periodica, “passaggio preparatorio alla redazione del Piano d’azione per la gestione dell'inquinamento acustico, dove sono individuati interventi e azioni per evitare e ridurre il rumore ambientale e conservare la qualità acustica nell'ambiente quando è buona”, quali sovrapposizioni devono essere valutate nell’analisi con il traffico aereo generato da un aeroporto nelle fasi del ciclo LTO Landing TakeOff- ciclo decollo/atterraggio?

Una realtà caotica? Come gestirla e con quali strumenti culturali e operativi? (fine 1 parte).

 

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