Quali potrebbero essere state, nel 2019, le ricadute
“gassose” dell’aeroporto di Malpensa, quali in questi anni post 2020, sul
Comune di Varallo Pombia e zone piemontesi limitrofe?
Nel 2019, un REPORT del DIPARTIMENTO TERRITORIALE PIEMONTE
NORD EST - ATTIVITÀ DI PRODUZIONE NORD EST avente per avuto per OGGETTO: Campagna
di monitoraggio Qualità dell’Aria con Laboratorio Mobile - Comune di Varallo
Pombia (NO) – Via Caccia n. 25 29/10/2018 - 10/01/2019 ha illustrato le evidenze
riscontrate.
Indispensabile, in premessa, segnalare l’assenza di ogni
qualsivoglia riferimento al CO2-biossito di carbonio, e anticipare le
conclusioni rassicuranti poste in chiusura del testo:
“Pertanto, dai risultati della presente indagine, non
emergono elementi significativi imputabili a possibili ricadute ambientali
legate alle attività del vicino aeroporto di Milano Malpensa, rispetto alle
principali sorgenti emissive dell’area”.
Nelle 59 pagine della RELAZIONE DI CONTRIBUTO
TECNICO-SCIENTIFICO, una lettura che cittadini e Comitati dovrebbero aver, da
tempo, preso visione, appare utile riportare le seguenti “considerazioni
finali”.
“I dati delle concentrazioni degli inquinanti rilevati nel
sito di monitoraggio, Comune di Varallo Pombia, Via Caccia, sono stati
confrontati con i dati rilevati dalle stazioni fisse della Rete Regionale di
Rilevamento della Qualità dell’Aria della provincia di Novara, ossia dalla
stazione di Castelletto Ticino (tipologia stazione fondo rurale), di Borgomanero
(tipologia stazione traffico urbana), di Oleggio (tipologia stazione traffico urbana),
di Novara-Roma (tipologia stazione traffico urbana), di Novara-Verdi (tipologia
stazione fondo urbana), di Trecate (tipologia stazione fondo urbana) e di
Cerano (tipologia stazione fondo suburbana).
Dall’analisi dei dati di qualità dell’aria rilevati durante
la campagna di monitoraggio si possono fare le considerazioni che seguono.
I dati di inquinanti primari come il biossido di zolfo e il
monossido di carbonio, hanno presentato concentrazioni molto basse,
mantenendosi ben al di sotto dei limiti stabiliti dalla normativa, in analogia
a quanto viene generalmente riscontrato a livello regionale.
Non emergono differenze significative tra i siti messi a
confronto. Le concentrazioni di biossido di azoto non hanno presentato episodi
di superamento del valore limite orario; l’andamento dell’inquinante mostra
analogie con quanto rilevato presso le stazioni di traffico della rete
regionale di Novara-Roma, di Oleggio e la stazione di fondo urbana di Trecate.
A livello regionale il parametro evidenzia alcune criticità
in contesti caratterizzati da intenso traffico veicolare e/o da un’intensa
antropizzazione del territorio: nel 2017 il valore limite annuale per la
protezione della salute umana di 40 µg/m3 è stato superato nella stazione di
traffico di Novara-Roma e in alcune stazioni dell’agglomerato di Torino.
Le stazioni di traffico presentano generalmente valori di
concentrazione più elevati rispetto alle stazioni di fondo.
Il monossido di azoto ha presentato livelli di
concentrazione paragonabili alle stazioni di fondo urbane di Novara-Verdi e
Trecate, non evidenziando particolari criticità.
In generale, gli andamenti degli ossidi di azoto
riscontrati, mettono in evidenza l’influenza del traffico veicolare sulla
qualità dell’aria della zona.
Le concentrazioni di ozono, come prevedibile, non hanno
presentato superamenti dei limiti previsti dalla normativa, registrando un
andamento tipico della stagione invernale, caratterizzata da debole
irraggiamento solare e temperature basse. I livelli riscontarti pongono il sito
di monitoraggio in una situazione intermedia tra una stazione rurale, come
quella di Castelletto Ticino, in cui si rilevano mediamente concentrazioni più
alte, e una stazione di fondo urbana, come Novara-Verdi, dove per i fenomeni di
rimozione descritti in precedenza, le concentrazioni risultano più basse.
Per il parametro benzene il sito di monitoraggio ha
presentato le concentrazioni medie giornaliere superiori a tutte le stazioni di
confronto, ma comunque tali da non evidenziare particolari criticità.
Relativamente a questo inquinante il valore limite annuale per la protezione
della salute umana, fissato dal D.Lgs. 155/2010 a 5 µg/m3, è da tempo
ampiamente rispettato in tutto il territorio regionale, anche nelle stazioni di
traffico storicamente caratterizzate dai valori più elevati.58 La coerenza
delle variazioni di concentrazione del benzene e del monossido di carbonio, con
gli andamenti del traffico veicolare, permette di individuare nel trasporto su
strada la principale fonte emissiva di tali inquinanti.
Le concentrazioni di polveri sottili PM10, registrate presso
il sito di monitoraggio, sono risultate in linea con gli andamenti riscontrati
nelle stazioni della rete regionale messe a confronto, fatta eccezione per la
stazione di Oleggio, soggetta a traffico intenso.
Il parametro, nel periodo di osservazione, ha fatto registrare,
nelle stazioni di riferimento, 8-10 superamenti, a Oleggio 19, del valore
limite giornaliero fissato dalla normativa a 50 µg/m3, da non superare in più
di 35 giorni per anno civile, nonostante la meteorologia sia risultata
favorevole alla dispersione degli inquinanti, sia per le abbondanti
precipitazioni che per i diversi fenomeni ventosi, confermando la criticità che
si riscontra a livello di bacino padano, nel rispetto di tale limite. Nel 2018,
comunque, tale limite, tra le stazioni fisse messe a confronto, è stato
superato solo nella stazione di traffico di Oleggio (50 giorni di superamento),
proprio perché le abbondanti precipitazioni, concentrate soprattutto nei mesi
più freddi, hanno determinato a livello regionale, a parità di pressioni emissive,
una maggior capacità di dispersione degli inquinanti e una conseguente
diminuzione dei livelli di particolato in aria ambiente, tanto che per la prima
volta il valore limite della media annuale, fissato dalla normativa a 40 µg/m3,
è stato rispettato sull’intero territorio regionale.
Per quanto riguarda le concentrazioni di Arsenico, Cadmio,
Nichel e Piombo, determinati nella frazione PM10 del materiale particolato, non
emergono criticità, in quanto nel periodo di monitoraggio hanno presentato
concentrazioni inferiori o prossime ai limiti di quantificazione dei metodi
analitici applicati; i valori rilevati denotano livelli di fondo.
Per quanto concerne il valore di benzo(a)pirene, utilizzato
come marker dell’esposizione agli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
nell’aria ambiente e determinato nella frazione PM10 del materiale particolato,
ha evidenziato, presso il sito di indagine, una concentrazione media del
periodo di poco inferiore alla stazione di Borgomanero, che tra i siti messi a
confronto presenta la concentrazione media di periodo più alta.
Presso la stazione di Borgomanero, il parametro, negli
ultimi cinque anni, non ha presentato superamenti del valore obiettivo annuale
di 1,0 ng/m3, facendo registrare valori compresi tra 0,6 ng/m3, nel 2018, e
uguale a 1,0 ng/m3, nel 2015. Tali concentrazioni annuali confermano, per il
parametro e la zona, il superamento della soglia di valutazione superiore (0,6
ng/m3).
Si precisa che le maggiori concentrazioni di benzo(a)pirene
nel particolato si rilevano proprio nei mesi invernali, seguendo lo stesso
profilo delle polveri, e l’origine emissiva è ragionevolmente identificabile
nella combustione delle biomasse utilizzate per il riscaldamento domestico, che
ha fatto registrare negli ultimi anni un’ampia e rapida diffusione anche in
aree di pianura.
Dagli andamenti riscontrati, dei principali inquinanti, si
può affermare che in riferimento al periodo monitorato, il sito di misura si
pone in una situazione intermedia tra una stazione di fondo urbana e una
stazione di traffico.
La tipologia emissiva prevalente sul territorio comunale si
può individuare nel traffico veicolare e nel riscaldamento domestico, in
coerenza con quanto evidenziato dalle stime fornite dall’Inventario Regionale
delle Emissioni in Atmosfera (IREA).
In generale, l’analisi delle concentrazioni degli inquinanti
non evidenzia differenze significative tra il sito oggetto di indagine e le
stazioni della Rete Regionale della Qualità dell’Aria prese a riferimento, che
nel complesso risultano rappresentative della qualità dell’aria del territorio
comunale.
Pertanto, dai risultati della
presente indagine, non emergono elementi significativi imputabili a possibili
ricadute ambientali legate alle attività del vicino aeroporto di Milano Malpensa,
rispetto alle principali sorgenti emissive dell’area.”