Quante sono le infrastrutture aeroportuali del Belpaese che operano con il Certificato di Aeroporto EASA pur in presenza di qualche discrepanza relativamente al Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti-RCEA ENAC?
E’ certo che tanti aeroporti sono pre-esistenti all’emanazione
dei Regolamenti ICAO-EASA-ENAC, ma probabilmente, di una qualche utilità, magari la sola e semplice
curiosità, potrebbe essere indispensabile sapere - non solo per i cittadini, ma anche per gli amministratori locali - quali scali operano in “deroga” e/o comunque,
dopo essere stati sottoposti ad adeguate
analisi di safety e risk assessment?
Proponiamo uno stralcio del CAPITOLO 4 – VALUTAZIONE E LIMITAZIONI
OSTACOLI-RCEA
“1. INTRODUZIONE
1.1 Ai fini della determinazione delle distanze dichiarate e
dei minimi meteorologici aeroportuali lo spazio circostante l’aeroporto deve
essere considerato parte integrante dello stesso, poiché il terreno circostante
e i manufatti all’interno o all’esterno del sedime aeroportuale possono
costituire importanti fattori limitanti. Il grado di rilevanza di tali fattori
è pari a quello, più ovvio, dei requisiti fisici previsti per le piste e le
relative strip e aree di sicurezza.
12.2 Controllo dei rischi per la navigazione aerea
Le zone da sottoporre a limitazione sono quelle interessate
dalle superfici di avvicinamento, di decollo ed orizzontale interna ed esterna,
con le dimensioni conformi a quanto riportato nelle tabelle 4.1 e 4.2 del
presente Capitolo. Nelle zone individuate come sopra descritto, sono oggetto di
limitazioni le seguenti attività o costruzioni:
- discariche e corpi d’acqua aperta o altre aree umide che
possono attrarre volatili ed altra fauna selvatica;
- attività industriali che prevedono fasi lavorative in
grado di attrarre volatili ed altra fauna selvatica (industria manifatturiera,
impianti di lavorazione carne/pesce/vegetali, ecc.);
- attività agricole e di allevamento che possono costituire
fonte attrattiva per i volatili ed altra fauna selvatica (coltivazioni agricole
attrattive, impianti di itticoltura, allevamenti di bestiame, ecc.);
- attività antropiche che prevedono l’immissione di fauna
libera nell’ambiente (Ambiti Territoriali di Caccia, riserve di caccia e pesca,
aree di ripopolamento faunistico, campi di gara per colombofili, aree di
addestramento cani da caccia, ecc.);
- manufatti con finiture esterne riflettenti ed impianti
fotovoltaici;
- luci fuorvianti ed emanazioni laser;
- ciminiere con emissione di fumi;
- attività che prevedono l’emissione di onde
elettromagnetiche, per le possibili interferenze con gli apparati di
navigazione;
- manufatti che per la posizione e dimensione possono
interferire con la propagazione delle onde elettromagnetiche degli apparati di
navigazione;
- impianti eolici.
Sono inoltre sottoposti a limitazioni quei siti, anche al di
fuori delle zone sopra indicate, in cui sono installati apparati di assistenza
alla navigazione aerea, per gli aspetti relativi alla protezione del segnale
radioelettrico degli apparati stessi.”
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