I media internazionali hanno rilanciato l’attesa notizia che il Ministero dei Trasporti malese ha deciso di fari riprendere la ricerca dei resti/rottami/evidenze del Boeing 777-200 del volo MH370. Tra mistero e le inutili investigazioni ad ogni livello dell'aereo scomparso nel 2014.
Le ricerche sono ri-partite il 30 dicembre, la misteriosa scomparsa
dell'aereo senza lasciare traccia. Ancora una volta, probabilmente, quello che
sarà l’ultimo tentativo, le ricerche saranno attuate dall'azienda di robotica
marina Ocean Infinity. Le operazioni di ricerca saranno localizzate sui fondali
marini.
Ma dove saranno localizzate le “ricerche investigative”, in
quali acque profonde?
Il Boeing 777-200 è sparito dai radar 39 minuti dopo il
decollo dalla pista di Kuala Lumpur, aveva come destinazione Pechino. Era l'8 marzo
2014, con a bordo 227 passeggeri e 12 membri dell'equipaggio. La ricerca
iniziale di Ocean Infinity nel gennaio 2018 aveva coperto un'area ristretta di
25.000 km², ma si concluse nel giugno dello stesso anno senza successo.
In precedenza, Malesia, con China e Australia, paesi con il
maggior numero di vittime coinvolte, avevano esteso ricerche in un’area di 120,000
km/quadrati nel sud dell’Oceano Indiano.
L’azienda Ocean Infinity con sede nel Regno Unito e negli
Stati Uniti interviene per la ricerca di un nuovo sito di 15.000 km/quadrati
nell'Oceano Indiano. Le investigazioni della Ocean Infinity saranno compensate
con 70 milioni di dollari, ma solo con riscontri oggettivi, ovvero il ritrovamento
del relitto e/o evidenze equivalenti.
Ocean Infinity opera con la formula "nessun
ritrovamento, nessun costo".
L’ultima comunicazione tra ATC-controllo del traffico e piloti del volo malese era stata: “Good night, Malaysian three seven zero”.
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