venerdì 13 settembre 2024

Aeroporto Parma, ipotesi raddoppio sedime e interrogativi su rete di scali coordinati, correlati e Regionali

Brevi note e panorama degli intrecci preliminari al prossimo Piano Nazionale Aeroporti-PNA: scenario proposto dai media e praticato in alcune gestioni aeroportuali.

Troppi movimenti aerei sulla pista di Borgo Panigale-Bologna, elevate ricadute ambientali (emissioni acustiche e atmosferiche), prospettive di potenziare i collegamenti e le frequenze dei voli con i cittadini ed i comitati che, legittimamente rivendicano una coesistenza compatibile con le ricadute ambientali e la tutela qualità della vita e della salute.

Ma come risolvere un contenzioso se non con l’ipotesi di trasferire il traffico sui restanti scali regionali di Rimini, Forlì e Parma?

La prolungata attesa del Piano Nazionale Aeroporti-PNA che dovrà ridisegnare e re-distribuire le operazioni di volo sugli scali del Belpaese, assegnando ruoli agli scali strategici e correlati, rivela un quadro incerto delle prospettive aeroportuali è sempre dietro l’angolo.

Ma sono politiche dei voli praticabili solo dopo un’analisi specifica e integrata dei masterplan di ognuno dei singoli scali. Verificando innanzi tutto il Piano di Sviluppo-PSA di lungo periodo di ogni singolo aeroporto. Peraltro integrato nel sistema più ampio degli scali.

La realtà azionaria della Sogeap di Parma, i bilanci aziendali, le caratteristiche di  pista, l’ampiezza del sedime implicano, ad esempio, considerazioni che restringono le prospettive e le operazioni di volo sul Giuseppe Verdi.

A Parma, un masterplan per attività prevalente Cargo, per ulteriori basi operative low cost Ryanair, Easyjet o altra aerolinea presume capacità finanziarie proprie, capitali e investimenti indispensabili all'inevitabile raddoppio dello stesso sedime. E costose politiche di co-marketing per attivare collegamenti aerei e relative frequenze.

Notizie giornalistiche riferiscono sul debito della Sogeap, una azienda con una concessione dello scalo al 2034, con una quota di azionariato del 51%, acquisito dai canadesi di Centerline Airport Partners.

Le prospettive Cargo City esigono non solo l’allungamento corrispondente della pista, ma impongono anche spazi di sedime rilevanti. L’attività low cost passeggeri, altrettanto,  per parcheggi aeromobili e check-in check-out viaggiatori e merci da imbarcare-sbarcare e stazionare.  Il Masterplan del Giuseppe Verdi deve inoltre salvaguardare l’attività dello storico Aeroclub e pianificare l’insediamento di una attività di manutenzione per flotte civili-commerciali.

Ma la pianificazione di un singolo aeroporto, dai masterplan di area/regione, alla sovrapposizione dei bacini di traffico, all’approvazione del Piano Nazionale Aeroporti-PNA, inquadra un contenzioso  allargato anche alla contrapposizione nella rappresentanza associativa degli scali aerei.

Il sistema complessivo degli aeroporti del Belpaese è rappresentato da due associazioni. Una storica, Assaeroporti, in rappresentanza di 32 scali, un’altra, di recente costituzione l’Associazione Aeroporti2030 (10 scali) che si fronteggiano nelle politiche territoriali e di bacino di traffico concorrenziale, riflettendo opzioni operative diversificate.

Se, infatti, è primario perseguire Masterplan specifici, nella valorizzazione ed evoluzione della loro gestione, l’incremento esponenziale delle capacità pista nei termini di raddoppio dei movimenti. Ma senza adeguati spazio di espansione di extrasedimi aeroportuali sono traguardi improbabili. 

Gli obiettivi masterplan di medio e lungo periodo, purtroppo risultano del tutto impraticabili per la mancata disponibilità di spazio di extrasedime. 

Con quali prospettive saranno presentati in prossimi masterplan?

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