Certo l’impatto acustico aeroportuale è rilevante e,
probabilmente in aumento con l’incremento progressivo di movimenti aerei per
ciascuna pista, raggiungendo anche livelli anche superiori a 60 dBA, in
prossimità delle piste. Fastidio e disturbi del sonno tra i residenti
localizzati nei pressi delle piste e sottostanti alle traiettorie è un dato
conclamato.
Gli effetti diretti dell’inquinamento acustico nella
prossimità aeroportuale, tuttavia, non sono stati ancora supportato da prove di
una relazione diretta con i livelli di pressione sanguigna e/o prevalenza di
ipertensione. La presenza di disturbi soggettivi è innegabile, ma, tuttavia,
necessita ulteriori azioni di monitoraggio e preventive, anche se politiche di
mitigazione del rumore degli aerei, con interventi strutturali nelle case e
l'implementazione di programmi di di analisi periodiche dei cittadini e sul
territorio. La salute dei residenti, nelle varie fasce di età dovrebbero essere
programmati in maniera sistematica.
Ma come affrancarsi da livelli di impatto acustico intollerabili senza aver una piena cognizione degli stessi eventi sonori e delle modalità di registrazione definito da decreti, norme di legge e regolamenti EASA e Annessi ICAO?
I cittadini e comitati, troppo spesso non hanno una chiara
la distinzione delle aree delle ricadute acustiche rilevanti. Sovrappongono gli
esiti dell’impatto acustico delle zone di zonizzazione acustica aeroportuale, quelle
della classificazione acustica comunale e, fraintendono l’utilità della rete
delle centraline di monitoraggio. La differenza tra la Relazione tecnica LVA,
il Report periodico ARPA sulla Rete delle centraline di monitoraggio la loro
tipologia e ubicazione, il riscontro compartivo con la Zonizzazione LVA, il
Piano d’Azione acustico e la Relazione della Classificazione Acustica Comunale,
dovrebbero, invece, essere analizzati e valutati nei criteri procedurali,
elaborativi e di rispondenza con realtà effettiva.
Con fideismo religioso alcuni cittadini (forse anche qualche
esperto acustico) è convinto che il posizionamento di una centralina,
strategicamente posizionata, anche per limitati periodi di rilevamento del
passaggio dei sorvoli, possa, finalmente dar conto del “massacro acustico” cui
sarebbero sottoposti.
Anche la fiducia in un rilevamento acustico, con fonometri e
tecniche equivalenti, posizionata all’esterno del proprio edificio e/o
all’interno (in-door, out-door), con una iniziativa privata e/o disposta dal
gestore aeroportuale e/o ARPA non risolve l’esposizione di un caseggiato,
tantomeno l’incidenza sul cittadino.
Dopo un isolato “rilevamento spot”, senza alcun cross-check
di autenticità del dato, senza alcuna comparazione periodica e/o storica,
spesso cittadini e comitati pretendono di inoltrare un esposto, una denunzia,
un ricorso al TAR regionale, nella convinzione di ottenere un inevitabile
riscontro: la loro zona di riferimento supererebbe i limiti tollerabili
consentiti.
Con la pretesa che i supposti gli extra-voli, causa prima
delle eccedenze acustiche, siano trasferiti su altre traiettorie di decollo, se
non localizzati su altri aeroporti. Le considerazioni che altri cittadini,
dello stesso aeroporto e/o di altri scali equivalenti possano sopportare un
aggravio di carico acustico.
Una realtà di impatto acustico, peraltro oggetto di
contrapposizione tra cittadini/comitati e Commissione Acustica Aeroportuale
(ENAC, ENAV, Gestori, ARPA Regionale e amministrazioni locali). Questi ultimi,
infatti autorevolmente, ritengono come, a fronte di un sostanziale incremento
dei movimenti aerei, i risultati, abbiano determinato la riduzione progressiva
dei cittadini e kmq impattati.
Le nuove procedure di decollo, le SIDs, initial climb,
gradienti di salita reali e non nominali, le tecniche procedurali avrebbero
permesso di raggiungere traguardi di mitigazione acustica e tutela dei
cittadini.
Purtroppo il gap cognitivo sulle tecniche di rilevamento
acustico e sull’esposizione e percezione del singolo cittadino deve essere
risolto e superato, in rapporto, non solo al rumore aereo ma anche al
cosiddetto “fastidio-annoyment” di ogni sorvolo.
Alcuni studi, ad esempio, sostengono che c'è stato un
cambiamento nella risposta al fastidio nel corso degli anni; sostengono che le
persone oggi sono più infastidite dal rumore degli aerei rispetto a 25-50 anni
fa. Cittadin ugualmente infastiditi, inoltre tollerano quasi il doppio del
rumore.
In conclusione, è inevitabile rilevare come la stessa EASA
sostenga:
“l’esposizione al rumore degli aerei influisce sulla salute
e sul benessere di milioni di persone in Europa, in particolare quelle che
vivono in comunità residenziali in prossimità degli aeroporti. Questi impatti
possono assumere la forma di stress causato da fastidio, disturbi del sonno,
malattie cardiache, mortalità prematura dovuta a cardiopatia ischemica e
persino difficoltà di apprendimento nei bambini. Per mitigare questi effetti
negativi, le linee guida dell'OMS sul rumore ambientale per la regione europea
raccomandano di ridurre i livelli di rumore degli aerei a Lden 45 dB e Lnight
40 dB17. Sebbene il rumore degli aerei influenzi molte meno persone rispetto al
rumore del traffico stradale o ferroviario, è comunque un'importante fonte di
rumore in quanto è considerato più fastidioso del rumore stradale o
ferroviario.
Le stime degli impatti di cui sopra, secondo i dati
riportati dagli Stati membri dell'UE ai sensi della direttiva sul rumore
ambientale (END sono stati evidenziati.
Nel 2017, quasi un milione di cittadini europei ha sofferto
di un forte fastidio dovuto al rumore degli aerei. I dati raccolti nell'ambito
dell'END indicano inoltre che il rumore degli aerei espone circa 3,6 milioni di
persone nell'UE27 e nell'EFTA (lo 0,8% della popolazione totale) a livelli di
Lden pari o superiori a 55 dB durante il periodo giorno-sera-notte e 1,2
milioni a livelli di Lnight pari o superiori a 50 dB durante la notte. Uno
studio recente ha stimato che, tramite l'estrapolazione dei dati END del 2017,
15 milioni di persone nell'UE27 potrebbero essere esposte a livelli di rumore
degli aerei pari a Lden pari a 45 dB, sebbene si debba notare che questo valore
presenta un elevato livello di incertezza.
Lden è il livello di pressione sonora mediato nell'arco
dell'anno per i periodi diurno, serale e notturno, con una penalità di +5
decibel (dB) per la sera e +10 dB per la notte. Lnight è il livello di
pressione sonora mediato nell'arco dell'anno solo per il periodo notturno.
Piani d'azione per il rumore aeroportuale
I riassunti dei piani d'azione presentati dagli aeroporti
nell'ambito dell'END mostrano che le misure alla fonte, come quelle relative
alla gestione del traffico aereo, alle restrizioni operative e alle misure
economiche, sono ampiamente utilizzate per ridurre e gestire il rumore del
traffico aereo nei principali aeroporti. Altre misure come la pianificazione
urbana e dell'uso del territorio e i cambiamenti infrastrutturali rappresentano
una piccola percentuale delle misure di mitigazione.
Le misure di istruzione e comunicazione sono utilizzate più
frequentemente per gestire gli impatti del rumore del traffico aereo rispetto
alle fonti stradali o ferroviarie.
Aviation Noise Impact Management through Novel Approaches
(ANIMA)
Il progetto ANIMA, finanziato nell'ambito di Horizon 2020,
ha fornito agli aeroporti e alle autorità aeronautiche metodi e strumenti che
possono essere utilizzati per progettare interventi che riducano efficacemente
l'esposizione al rumore e il fastidio, migliorando così la qualità della vita
delle comunità vicine .
Nello specifico, ANIMA ha esplorato come aeroporti e
autorità implementano le normative, quali sono i loro svantaggi o punti ciechi,
quali fattori influenzano il fastidio e altri effetti sulla salute e come
impostare un dialogo appropriato che consenta a tutte le parti interessate di
identificare soluzioni eque. Sono state sviluppate suite di strumenti
disponibili al pubblico per supportare le parti interessate rilevanti nel
processo decisionale. Ad esempio, il Noise Toolset supporta le prove per valutare
l'effetto di una nuova rotta di volo o di nuovi movimenti di aeromobili sulle
mappe del rumore e sugli indicatori di fastidio. Oltre a fornire strumenti e
metodologie per simulare scenari di traffico aereo e ridurre il fastidio, il
progetto ANIMA ha proposto un indicatore specifico per valutare e prevedere la
probabilità di svegliare le persone nelle vicinanze degli aeroporti durante il
periodo notturno”.