La “regionalità” delle gestioni aeroportuali sembrava una vicenda superata dalla privatizzazione delle gestioni degli scali. Dopo le proprietà pubbliche e para-pubbliche, a seguito dell’affidamento in concessione degli scali di Aviazione Commerciale che Generale il frazionamento e competizione regionalizzata dei bacini di traffico e l’attesa – da oltre tre anni – del Piano Nazionale Aeroporti-PNA, l’ENAC è posta ad analisi e valutazioni differenziate.
Il rapporto tra la potenzialità di una infrastruttura
aeroportuale, i vincoli degli standards ICAO-EASA-ENAC, le implicazioni delle
ricadute ambientali (rumore/gassoso/safety/risk), le policy dei gestori, il
supporto degli accordi territoriali di co-marketing delle low cost determinano
opzioni operative complicate.
Ma il prossimo Piano Nazionale Aeroporti-PNA rappresenterà
un sistema aeroportuale che aggrega la rete di aeroporti Regionali e/o assumerà
un profilo in grado di rispecchiare il sistema economico industriale del
Belpaese?
Gli aeroporti sono congestionati, nella loro espansione di sedime, nella capacità/pista/terminal/parcheggi aeromobili, e sono sottoposti a inevitabili restrizioni. Con vincoli ICAO-EASA-ENAC indifferibili, di safety, di index risk, di security e ambientali.
Le strategie e politiche proposte nei masterplan sono limitate. Comunque, spesso, non adeguatamente illustrate. Le prospettive del prossimo PNA-Piano Nazionale Aeroporti è posto di fronte a interrogativi evidenti.
Tra le convenzioni, accordi di programma, decreti ministeriali vari, l’affidamento di 20/30/40 anni, le prospettive di ogni masterplan- PSA-Piano di Sviluppo Aeroportuale isolato e globalizzato a livello regionale quale sarà il futuro degli aeroporti del Belpaese?
E’ certo che, se ENAC deve valutare il profilo storico del concessionario,
eventuale gestione efficiente, efficace ed economica, con ottimali livelli di operatività
e safety, nelle prospettive dei masterplan a 10/15 anni, le verifiche a livello
di gestione “regionalizzata” assumono analisi differenziate. Non solo nelle
policy di staff, ovvero di organizzazione di persone e strutture adeguate, come
ad esempio, di un responsabile capacità di finanziamento delle opere, gestione di
spesa corrente e garante della sicurezza.
Lo scenario degli scali aggregati della Regione Lombardia
con gli scali intrecciati di Linate, Malpensa e Bergamo, gestiti sa SEA-SACBO)
e quelli laziali di Fiumicino e Ciampino sono prevalenti, assumendo un ruolo
trainante.
Ma le gestioni aeroportuale che hanno ottenuto la
concessione da ENAC, da quello toscano – che festeggia 10 anni di quello che
ritenuto un successo - identificato dalla sigla aziendale SAT- Sistema Aeroportuale Toscano (Pisa,
Peretola), a quello della Regione Campania, frazionato in tre scali,
Capodichino-Pontecagnano- Grazzanise, gestiti dalla GESAC, a quelli pugliesi (Aeroporti
di Puglia S.p.A. o AdP, già Società Esercizio Aeroporti di Puglia (S.E.A.P), società per azioni per Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, a quelli
sardi (Cagliari, Olbia, Alghero), all’integrazione prospettata per quelli
dell’Emilia-Romagna (Bologna, Rimini, Forlì, Parma), infine a quelli Veneti (Venezia,
Treviso, Verona) operati dalla SAVE, la frammentazione è palese.
Una costellazione regionale di scali, maggiori e minori, in attesa della definizione del PNA-Piano Nazionale Aeroporti, nel quale il “confronto” nei quali saranno assegnati e, forse, imposti, attività CARGO (a maggior valore aggiunto) e collegamenti lungo raggio-intercontinentali. Traguardi e obiettivi perseguiti con qualsivoglia pista con almeno 2400 metri di lunghezza. Alle “policy” del traffico low cost , derivato da dispendiosi accordi co-marketing con le rispettive aerolinee, alle dinamiche competitive tra gli stessi assetti regionali, il contesto operativo ha assunto una sorta di “guerra feudale” dove gli assetti azionari rappresentati dalle amministrazioni pubbliche locali si confrontano con le prevalenti gestioni para-monopolistiche, Con azionariati intrecciati e il prevalente ingresso delle managerialità dei fondi nazionali&esteri. Scenari operativi di gestioni aeroportuali regionalizzate con affidamento e concessioni ENAC, ma con assetti azionari diversificati.
Alle infrastrutture aeroportuali come
“Airports_Driving_Economic_and_Tourism” in ogni regione del Belpaese, si
affiancano ricavi e risorse in realtà, per finanziamenti non solo per opere “aerodrome”, ma soprattutto per pianificazioni "logistic associate" alla preminenza dell'assetto territoriale, sociale, antropico ecc..
Nessun commento:
Posta un commento