Intanto
Flybe è fallita. I passeggeri rinunciano ai voli e non prenotano, i
vettori aerei tagliano alcuni voli, bloccano a terra qualche aereo,
qualche altro. Poi richiedono una sorta di cassa integrazione
(dipende dal singolo Paese europeo) per evitare il crack. Ma quasi
subito ecco avanzare, dopo un qualche tentativo di salvataggio, più
o meno realistico con prestito ponte, la richiesta di fallimento. In
attesa del riscontro ufficiale dell'estinzione societaria l'aerolinea
entra in una sorta di “amministrazione” controllata.
In
Italia dopo l'esito rovinoso di AirItaly ed il perenne stato
“comatoso” di Alitalia, la crisi del traffico aereo derivato dal
COVIT19, il taglio dei voli delle storiche aerolinee europee, la
sospensione dei voli da numerosi paesi extraeuropei quali Cina, Iran,
India, Giappone e altri, alla sospensione dei voli da parte di altri
vettori internazionali ecco irrompere le criticità aziendali
dichiarate da Blue Panorama e, straordinariamente, anche dal vettore
“irlandese” Raynair.
Se
Alitalia ha da poco inoltrato richiesta di cassa integrazione per
4.000 dipendenti di terra, almeno 1000 assistenti di volo e misure
equivalenti per il personale part-time, emergono le prime richieste
“aggiuntive”.
La
compagnia charter Blue Panorama sarebbe in procinto a richiedere la
cassa integrazione per una parte dello staff di circa 500 dipendenti.
La Ryanair e la EasyJet hanno proposto contratti di solidarietà per
fronteggiare il rilevante calo del traffico e sono intenzionati a
proporre le stesse richieste al Governo Italiano.
Ma
non è finita. Il futuro delle compagnie aeree e dei gestori
aeroportuali, comunque, non sembrerebbe ancora delineato.
Lo
scenario della crisi coinvolge anche il settore dei gestori
aeroportuali, anch'essi prossimi ad illustrare al Governo la precaria
situazione, con ricadute aziendali senza alternative: l'ennesimo
intervento dello Stato per sostenere aziende private.
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