giovedì 5 marzo 2020

ANSV-ENAC e lo State Safety Programme – Italy

Ma senza Piano di Rischio e Rischio Terzi gli aeroporti sono, comunque, “certificati”?

In data 7 Febbraio 2020 sul sito dell'ANSV è sta reso disponibile on-line il Programma Nazionale per la Safety dell’Aviazione Civile
State Safety Programme - Italy -Edizione 4. Un documento di 56 pagine nelle quali il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Direzione Generale per gli Aeroporti e il Trasporto Aereo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), l’Aeronautica Militare, l’Enav S.p.A. e l’Aeroclub d’Italia (AeCI) definiscono, per quanto di rispettiva competenza, le priorità e le strategie di governo del sistema dell’Aviazione Civile italiana, allo scopo di perseguire un miglioramento continuo delle Safety Performance, garantendo il raggiungimento e il mantenimento di un accettabile livello di sicurezza”.
Una attività coordinata nel quadro nelle normative ICAO, delle autorità europee, quali la Commissione e l’EAS A, il Programma
Nazionale Italiano per la Safety dell’Aviazione Civile (State Safety Programme – Italy), l’European Aviation Safety Programme (EASP) della Commissione Europea e l’European Plan for Aviation Safety (EPAS) elaborato dall’EASA.
Il Programma State Safety Programme-PSSP rileva:
“La normativa italiana, segnatamente il Codice della Navigazione, all’articolo 687 riconosce nell’ENAC l’unica autorità di certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’Aviazione Civile.
Gli ambiti di responsabilità dell’Autorità statale, sia ai sensi della convenzione di Chicago che, sostanzialmente, della normativa comunitaria, sono:
• Le licenze del personale
• La certificazione degli aeromobili, degli operatori, delle imprese e degli aeroporti
• Il controllo e la supervisione del personale detentore di licenza, dei prodotti e delle organizzazioni approvate
• La sorveglianza sulla fornitura dei servizi di navigazione aerea
• L’attività investigativa su incidenti ed inconvenienti gravi: quest’ultimo ambito è solitamente, come nel caso italiano, attribuito ad una autorità diversa da quella tenutaria della funzione di Safety oversight”.
Queste brevi note introduttive ed esplicative di una attività fondamentale per la “safety” nel trasporto aereo focalizzano “La certificazione degli aeromobili, degli operatori, delle imprese e degli aeroporti”, con una domanda/interrogativo.
Gli aeroporti italiani, il riferimento è agli scali del Piano Nazionale Aeroporti sono stati “certificati” anche in assenza integrale e/o parziale del Piano di Rischio, del Rischio terzi-curve di isorischio (per piste oltre 50mila movimenti e talora anche senza aver raggiunto tale livello di voli/anno), Mappa dei vincoli relativa alle limitazioni-piano Ostacoli, dell'elencazione delle edificazioni in deroga all'Art. 707 del CdN, dell'adeguamento del Piano di Governo del Territorio-PGT di ogni singolo Comune interessato?
Ma anche gli aeroporti che operano nell'ambito di Masterplan aeroportuali in vigore, pur rispettando o meno i vincoli di numero dei voli e dei scenari di impatto ambientale, preliminarmente, autorizzati ,sono, comunque stati “certificati”, magari in deroga, da ENAC?

Nessun commento:

Posta un commento