Perché un aeroporto del Belpaese non deve poter collegare anche voli intercontinentali?
Dal prossimo mese di settembre inizieranno i lavori, il cantiere
nell'aeroporto d'Abruzzo di Pescara per l'allungamento della pista. Trascurando
le somme stanziate per rendere la pista disponibile a tali voli, probabilmente con
gli spazi di RESA - Runway End Sefaty Area di inizio e fine pista, magari di
240 metri, lo scalo abruzzese sarà inserito nel PNA – Piano Nazionale Aeroporti
(di prossima emanazione) con tali opportunità operative.
Sui media locali, tuttavia, si legge che l’estensione di 386
metri, si svilupperà verso Chieti, ovvero verso i “grandi centri commerciali” e
l’interrogativo da porre rimanda alle usuali considerazioni di safety e risk
assessment. Sono state ottemperate? Sono disponibili e analizzabili nel database
di input e/o sono riservate?
Il Masterplan e/o Piano di Sviluppo aeroportuale, comunque, tali traguardi dovrebbero essere analizzati ed approvati in relazione al numero di movimenti/ora e/o
movimenti/anno.
La comprensibile euforia per l’inizio lavori:
“Questa importante fase” aveva opportunamente rilevato il
direttore della Saga, Luca Ciarlini;
“segna di fatto un
passaggio importante per il futuro del nostro aeroporto, soprattutto grazie all'allungamento
della pista, che renderà il nostro scalo più sicuro. Entrando nella fase finale
del progetto di Masterplan, diamo avvio concretamente a questa nuova sfida”.
“un «evento storico per il nostro scalo, che ci trova pronti ed operativi, soprattutto alle porte di una stagione estiva ricca di nuovi voli e tante novità”, aveva ribadito il presidente Enrico Paolini, potranno far fare il salto di qualità e numerico all’aeroporto d’Abruzzo, superando il milione di passeggeri/anno, per uno scalo fondamentale per il turismo regionale e costiero";
è comunque legittima?
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